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Editoriale

La pallanuoto ha bisogno di un "colorante artificiale"

  Pubblicato il 15 Apr 2015  21:31
La pallanuoto, almeno in Italia, è il quinto sport di squadra per notorietà, spettatori, spazio sui media, interesse degli sponsor. La precedono, nell'ordine, calcio, basket, volley e rugby.
Fino alla fine degli anni ottanta la pallanuoto era al terzo posto, poi è stata sorpassata e surclassata da volley e rugby.
C'è chi attribuisce questo sorpasso, con successivo abbondante distacco, al lavoro assiduo fatto da volley e rugby sul piano della propaganda, ed è un'opinione ampiamente condivisibile.
Ma ha avuto un suo peso, sicuramente, la grande espansione del mezzo televisivo che ha portato volley e rugby nelle case degli italiani con maggiore frequenza rispetto al passato.
Anche la pallanuoto, grazie alla Rai e all'ottimo rapporto esistente tra la tv di stato e la Fin, negli ultimi anni ha visto moltiplicarsi il suo spazio in televisione. Le telecronache Rai hanno accompagnato costantemente non solo i grandi eventi internazionali di Settebello e Setterosa e delle squadre di club, ma anche lo svolgimento del campionato di A1 maschile. Però la pallanuoto, sul piano della popolarità, è rimasta al quinto posto. E il quarto posto anno dopo anno è diventato sempre più lontano.
Perchè la televisione non è riuscita a garantire alla pallanuoto quel progresso sul piano della popolarità che hanno ottenuto volley e rugby? Azzardiamo una risposta: la pallanuoto offre al telespettatore poco colore.
Il nostro sport, rispetto a volley e rugby, parte in una posizione di netto svantaggio perchè il rettangolo di gioco è MONOCROMATICO. Non ci sono magliette, calzoncini, calzettoni che possano dare colore al fondo azzurro, ci sono soltanto calottine. E anche se le coloriamo, le dimensioni ridotte dell'indumento non potranno certamente fare lo stesso effetto che sui campi di volley e rugby garantiscono le divise.
La pallanuoto ha un altro handicap, ma questo handicap lo paga soltanto rispetto al rugby. La ridotta lunghezza del campo e la limitata durata di ogni azione impediscono al regista televisivo di dare colore alla telecronaca alternando alle inquadrature intere i primi piani, grazie ai quali le calottine si vedono distintamente. La pallanuoto, infatti, è televisivamente uno sport troppo veloce: i primi piani durante il gioco fanno perdere al telespettatore lo sviluppo dell'azione. E fanno perdere anche la pazienza quando - e capita spesso - l'ostinazione di registi poco inclini a capire che la pallanuoto non è il rugby (o il calcio) impedisce al telespettatore di vedere gol e azioni importanti in diretta a vantaggio (si fa per dire) di inopportuni primi piani e replay.
Ci vuole più colore, dunque, per catturare l'interesse dello spettatore che per la prima volta si mette davanti al televisore a guardare una partita di pallanuoto. Ma il discorso vale ovviamente anche per coloro che per la prima volta la guardano dal vivo.
Il Sistema Piaggio è il "colorante artificiale" ideale. Ne abbiamo avuto ulteriore riprova nella finale di Euro Cup tra Posillipo e Carpisa Yamamay Acquachiara. I led luminosi che attraversano il rettangolo di gioco, delimitando le aree, trasformano il campo MONOCROMATICO di pallanuoto in un campo visivamente e televisivamente più accattivante. E non solo: la presenza dei led colorati è utilissima agli arbitri, è un'importante punto di riferimento che aiuta i direttori di gara a non commettere errori.
Come già accennato nel corso di un recente videogiornale, il Sistema Piaggio presuppone determinati costi, ma non si tratta di una spesa inutile, si tratta di un investimento importante. Colorare la pallanuoto oggi come oggi è un'esigenza fondamentale.
Mario Corcione