Editoriale

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La rete segnata, a due secondi dal suono della sirena conclusiva, da Eleni Xenaki, top scorer del match con un poker, condanna l’Italia alla sconfitta contro la Grecia che s’impone per 10-9 e conquista così il quinto posto in World Cup, trofeo vinto dagli Stati Uniti che nella finalissima superano 12-11 l’Olanda. La superiorità numerica trasformata dalla titolare della calottina numero sei ellenica risolve una sfida sostanzialmente equilibrata nella quale le azzurre toccano il massimo vantaggio nel secondo quarto quando Claudia Marletta, miglior marcatrice delle sue con una tripletta, realizza il rigore del provvisorio 6-4. Al rientro in acqua delle due contendenti dopo l’intervallo lungo il sette in calottina scura capovolge nuovamente l’inerzia della sfida grazie ad un break di 3-0 che gli permette di portarsi sul 7-6. Le azzurre non hanno però alcuna intenzione di mollare ed impattano sul 7-7 grazie al sigillo di Avegno che rinvia il verdetto agli ultimi otto minuti, parziale che si trasforma in un duello punto a punto risolto dalla rete già descritta della Xenaki. Rispetto alla goleada rifilata alle neozelandesi il giorno prima Carlo Silipo apporta un solo cambio in formazione inserendo a referto Galardi al posto di Cocchiere. Tra i pali tocca a Banchelli che cede il posto a Condorelli solamente nella terza frazione. Si torna a casa con un bilancio di una vittoria e due sconfitte ma ciò che conta, più del risultato stesso, è, in una fase in cui il gruppo sta smaltendo i pesanti carichi di lavoro di un’impegnativa preparazione atletica, aver messo nelle gambe partite ufficiali in cui la squadra ha potuto verificare ciò che funziona e gli aspetti del gioco su cui invece bisogna continuare a lavorare. Il tecnico partenopeo torna a casa con diverse indicazioni utili su cui lavorare per potersi presentare nelle migliori condizioni ai nastri di partenza della rassegna iridata di Fukuoka.