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Editoriale

W. L., l’Italia lotta ma cede alla distanza: la Serbia vince 12-9 e si aggiudica la Final Eight della zona europea

  Pubblicato il 30 Apr 2122  22:27
Italia-Serbia 9-12(Parziali: 2-3 2-3 2-3 3-3 )
Italia: Del Lungo , Di Fulvio 1, Damonte 2, Bruni 1, Fondelli 1, Cannella , Marziali 1, Rossi , Presciutti 1, Di Somma 2, Condemi , Dolce , Pellegrini . All. Campagna
Serbia: Dobozanov , Mandic 2, Dedovic , Randelovic 1, Lazic , Vico 1, Gogov 3, Drasovic 1, Jaksic 1, Radulovic 1, Stojanovic , Rasovic 2, Mitrovic . All. Savic
Arbitri: Margeta (Slo), Bereshvili (Geo)
Note: Usciti per limite di falli Rossi a 4'20 (I) del terzo tempo, Condemi a 0'35 del quarto tempo e Drasovic (S) a 1'17 del quarto tempo, Di Fulvio a 4'53 del quarto tempo.. Superiorità numeriche: Italia 8/19 e Serbia 8/14 + un rigore. In porta Del Lungo (I) e Mitrovic (S). Pellegrini subentra a De Lungo a 4'21 del quarto tempo. In tribuna Iocchi Gratta ed Echenique (I). Spettatori 200 circa

Se è vero che l’appetito vien mangiando il Settebello non vuole assolutamente fermarsi e punta a concludere nel migliore dei modi la tre giorni di Podgorica portando a casa la vittoria nella fase europea di World League. Per la finalissima contro la Serbia Campagna cambia formazione, rinuncia ad Echenique e Iocchi Gratta, costretto ai box per un piccolo problema fisico, ed inserisce nei tredici a referto il tandem Simone Rossi-Francesco Condemi. Al termine di una sfida che sicuramente viene condizionata dall’infinità di espulsioni sanzionate dai due direttori di gara l’Italia lotta con grande personalità al cospetto della formazione che ha vinto le due ultime edizioni del torneo a cinque cerchi e tiene testa ai rivali per quasi tre quarti prima di cedere all’inesorabile progressione del rinnovato sette allenato da Savic che vince la medaglia d’oro aggiudicandosi l’incontro con il punteggio di 12-9. A decidere le sorti del confronto la maggior precisione della formazione serba nella finalizzazione delle situazioni in superiorità numerica e la capacità di concedere agli avversari un solo gol ad uomini pari. Mandic e compagni, rispetto alle sfide del recente passato, non ipotecano l’incontro con la consueta partenza a razzo per poi controllare l’andamento della sfida ma costruiscono, con un gol di margine per ogni frazione, la progressione che gli vale la vittoria e confermano, anche all’inizio di un nuovo ciclo per tante tra le diverse protagoniste del panorama internazionale, di essere ancora la squadra da battere. Da segnalare nel finale il debutto tra i pali del portiere dell’Iren Genova Quinto Pierre Pellegrini. Tante le indicazioni positive che il commissario tecnico porta a casa da questa tre giorni iniziando dalla personalità di un gruppo che ha dimostrato la voglia di tornare prontamente in alto dopo la delusione di Tokyo, alla capacità di giocare a viso aperto contro i diversi avversari nonostante la squadra sia all’inizio di un percorso di rinnovamento. A fine partita il CT azzurro commenta così la prova della squadra: "Sapevo che oggi sarebbe stata difficile, contro la Serbia è sempre durissima. Ho provato a motivare i ragazzi che hanno comunque disputato un ottimo match, di grande intensità. Da queste sconfitte c'è molto da imparare per crescere e maturare. L'obiettivo era la qualificazione alla SuperFinal e l'abbiamo brillantemente raggiunto".