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Editoriale

Sondaggio: come sfruttare le medaglie di Rio - Garibotti: "Bisogna fare di più, è anche colpa nostra"

  Pubblicato il 31 Ago 2116  10:59
Anche la Fin, non solo le società, ha il dovere di sfruttare finalmente in maniera adeguata le medaglie ottenute a Rio. Abbiamo dato il via ad un sondaggio e sottoporremo agli intervisti le seguenti domande:
 
1. Saranno sfruttate adeguatamente le medaglie di Rio? Siete ottimisti?
2. Cosa deve fare la Federazione in tal senso?
 
ARIANNA GARIBOTTI (giocatrice del Setterosa)
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ALBERTO ELMI (dirigente Cus Geas Milano)
Ho letto con molta attenzione l’editoriale perché sono sempre alla ricerca di spunti per rendere visibile a Milano la pallanuoto. In parte una mano ce la darà anche la “promozione” in A1 della NC femminile, ma sicuramente non basterà.
Mi ricollego quindi a quanto scritto dal Sig. Posterivo, per aggiungere un piccolo modesto contributo. Durante le mie vacanze estive ho ricambiato l’invito della squadra australiana del Melville che è venuta a trovarci anche quest’anno e sono andato in questo bellissimo continente. In occasione delle Olimpiadi di Rio gli sponsor della squadra australiana hanno fatto grande ricorso alla pallanuoto nei loro spot.
Ovviamente non voglio fare pubblicità, ma metto i link dei due spot che si sono visti di più e di uno che potrebbe essere di ulteriore riflessione:
https://www.youtube.com/watch?v=V_-5qOcikek
https://www.youtube.com/watch?v=AtHxPdF4Kyk
Proprio quest’ultimo lo abbiamo anche noi in Italia… con chi? un  giocatore di calcio (se non sbaglio Marchisio, non sono un esperto…) e una famosa attrice…s e non sbaglio proprio australiana.
Infine si è parlato anche di costituire una nazionale paralimpica di pallanuoto (con il mio amico Pierangelo Vignati) e anche questo spot credo sia eloquente (non si vede la pallanuoto ma nuoto si)
https://www.youtube.com/watch?v=IocLkk3aYlk
Tutto questo per dire cosa? Forse l’invasione mediatica non è solo nel mostrare le partite ma rendere più televisiva e frequente la visione di questo sport (molte persone non sanno nemmeno che esiste e come si chiama). Perez in tv non è bastato anche se è un deciso passo avanti; pensare di coinvolgere le agenzie pubblicitarie mettendo a disposizione le proprie squadre e i propri impianti per la realizzazione di spot dove è richiesta una componente legata a questo sport quale: fatica, gruppo/squadra, allenamento etc… potrebbe essere un’idea. Oggi l’antagonista è il rugby.
Insomma se in ogni città, le società provassero tutte assieme a mandare questo input alle agenzie pubblicitarie... .magari qualcosa potrebbe venire fuori. Magari sto vaneggiando, quindi cestinate la mail, ma personalmente sto realmente pensando di provare sulla piazza di Milano, tanto non costa nulla.
 
STEFANO POSTERIVO (allenatore del Lantech Plebiscito)
1. La speranza c'è sempre e rimarrà inalterata, ma purtroppo non si può negare che l'effetto mediatico positivo delle medaglie di Rio è già svanito. Ci saranno sicuramente effetti benefici in termine di reclutamento, più giovani si avvcineranno alla pallanuoto, ma per assicurare al nostro sport consistenti progressi in tema di immagine e di popolarità, e soprattutto una popolarità costante, occorre ben altro.
2. Occorre, a mio avviso, quella "invasione mediatica" che non è mai avvenuta in passato, e per la quale è indispensabile il lavoro di società e Federazione, un lavoro strettamente collegato. Un lavoro che presenta due fasi:
a) Le società devono allestire le piscine in maniera ottimale preparando le partite come se fosse ogni volta un grande evento (se ne parla da sempre, ma non è mai stato fatto in maniera ottimale), mentre la Fin deve dare alle società le indicazioni necessarie.
b) Bisogna dar vita a tutta una serie di iniziative partendo da questo presupposto: oggi il grande pubblico degli appassionati sportivi non vede quello che gli piace, vede quello che gli viene mostrato. E la pallanuoto non viene mostrata sufficientemente. Ecco a cosa mi riferivo con il termine "invasione mediatica". Ad esempio, io comincerei subito con la realizzazione di una trasmissione sulla pallanuoto che mostri al pubblico i filmati di tutte le partite del sabato precedente, interviste, curiosità, statistiche, video. L'uomo giusto per presentarla lo abbiamo già, si tratta di Edoardo Osti: chi meglio di lui? La trasmissione potrebbe essere prodotta dalla stessa Federazione, che negli ultimi anni ha già fatto passi importanti in campo mediatico con la diretta testuale delle gare di A1 e A2 maschile, oppure anche dalla Rai, e se ci sono difficoltà per i costi si potrebbe anche rinunciare ad una delle telecronache settimanali.
 
LUCA ANTONUCCI (allenatore del Rapallo femminile)
1. La prima cosa che bisogna sottolineare è ciò che sta dietro a queste due medaglie: un sistema Federazione-Società che funziona. Sono indubbi i meriti di Campagna e Conti, ma anche quelli delle società, che hanno preparato nel migliore dei modi le atlete dando loro l’opportunità di dare il massimo alle Olimpiadi di Rio. Tutto il mondo della pallanuoto italiana deve essere orgoglioso di questo. Entrando nel merito della domanda che è stata posta, io mi dichiaro ottimista, anche se il passato ci dice che precedenti importanti traguardi raggiunti dalle nostre due nazionali non hanno portato mutamenti particolari sul piano della popolarità del nostro sport.
2. Le Olimpiadi di Rio hanno portato nelle nostre case immagini magnifiche, indimenticabili. Le riprese delle partite di pallanuoto sono state il top dal punto di vista della spettacolarità. Per il rilancio della pallanuoto è indispensabile che ciò avvenga anche per il campionato: se continuiamo a far vedere partite in piscine fatiscenti, senza pubblico, e con riprese che per la loro qualità ti spingono a cambiare canale, è chiaro che non potremo mai sperare in una svolta positiva. E’ necessario, pertanto, investire in ambito mediatico e in particolare nelle trasmissioni televisive in termini di qualità con l’utilizzo di un maggior numero di telecamere e l’esclusione dalla telecronaca di quegli impianti che non posseggono le caratteristiche ottimali per una trasmissione soddisfacente.
 
 
L'OPINIONE DI DANIELE BETTINI (allenatore del Bogliasco Bene maschile)
1. Sono un eterno ottimista. Spero sempre che le cose possano cambiare in meglio. Soprattutto dopo le due medaglie conquistate a Rio, soprattutto perché - grazie al lavoro delle società - la pallanuoto italiana oggi è  in grado di offrire agli appassionati di sport un prodotto che può essere apprezzato.
2. L’obiettivo da raggiungere è proprio questo: far sapere al grande pubblico che esiste uno sport come la pallanuoto che merita di essere seguito. Già si è fatto un passo avanti importante, in tema di divulgazione, spostando l’orario d’inizio delle gare del campionato di A1 maschile alle 18. Adesso bisogna dare vita a tutta una serie d’iniziative indispensabile per reclamizzare il prodotto pallanuoto. Ad esempio, la realizzazione di un servizio filmato che riproponga ogni settimana tutte le partite che si sono giocate in A1 maschile e femminile il sabato precedente. Un filmato da far girare dappertutto, i canali mediatici non mancano. Chi deve provvedere alla realizzazione di questa e di altre iniziative? Un Ufficio Marketing federale è la soluzione giusta.
 
L'OPINIONE DI MARCO CAPANNA (allenatore della Città di Cosenza)
1. Innanzitutto bisogna sottolineare il fatto che queste medaglie ci sono state, il che è già un fatto molto importante. Significa che in Italia si lavora bene sulla pallanuoto. Ovviamente si può e si deve far meglio sia per allargare la base agonistica, e questo è un problema che riguarda soprattutto la pallanuoto femminile, sia come lavoro sui settori giovanili in generale. A proposito di giovani, il fenomeno che più mi sorprende negativamente è questo: ci sono società che lavorano bene sui giovani, ne portano in prima squadra un buon numero ma poi non concludono il percorso, ovvero non puntano con questi giovani a qualcosa d'importante.
2. Una cosa mi ha colpito in maniera particolare: tutte le atlete medaglia d'argento a Rio, chi più chi meno, al loro ritorno in Italia sono state accolte "mediaticamente" in maniera eccellente. Bisogna continuare a cavalcare l'onda del successo, bisogna evitare che - come è accaduto in passato - anche l'effetto Rio si esaurisca rapidamente. Non è un compito facile, ma nemmeno impossibile: la pallanuoto ha potenzialità enormi che vanno sfruttate. Federazione e società devono moltiplicare gli sforzi affinchè l'intero movimento pallanuotistico tragga benefici concreti dalle medaglie conquistate alle Olimpiadi. Come? Ad esempio, continuando a dare agli atleti di Settebello e Setterosa la maggiore visibilità possibile.
 
L'OPINIONE DI MARTINA MICELI (allenatore dell'Ekipe Orizzonte)
1. In campo femminile c’è un precedente illustre al quale fare riferimento: la medaglia d’oro olimpica del 2004. Purtroppo non fu sfruttata a dovere, l’intero movimento non godè di quei benefici in termine di popolarità che avrebbero potuto e dovuto esserci. Però io sono ottimista per natura, anche se i primi segnali dopo Rio non sono proprio confortanti: i media hanno ripreso a scrivere e a parlare quasi esclusivamente di calcio. Eppure l’attenzione da parte degli appassionati di sport nei confronti della pallanuoto c’è, ma se non viene alimentata… Comunque, è ancora troppo presto per poter dire se le medaglie di Rio porteranno benefici importanti, bisogna attendere un paio di mesi.
2. Io sono amica di molte medagliate statunitensi come Brenda Villa, per cui sono a conoscenza di come negli ultimi anni la federazione Usa ha lavorato per sfruttare i tanti successi ottenuti dalle americane nella pallanuoto. Ebbene, il riscontro è stato molto positivo, la notorietà acquisita da queste ragazze è stata soddisfacente. Ecco, la Fin dovrebbe prendere esempio dagli Stati Uniti e lavorare affinchè la medaglia d’argento delle ragazze di Conti e il bronzo dei giocatori di Campagna non rimangano fini a se stessi. Noi abbiamo un patrimonio di atleti notevole, che poche nazioni possono vantare, un movimento importante anche a livello giovanile e tecnici tra i più bravi a mondo. Quello che manca ancora è la professionalità a livello dirigenziale indispensabile per far sì che la pallanuoto goda finalmente della popolarità che merita. Ecco, innanzitutto la Fin dovrebbe  creare una scuola per dirigenti affinchè essa stessa e le varie società possano disporre di persone in grado di svolgere nel migliore dei modi quel lavoro di propaganda che purtroppo non è mai stato fatto in maniera ottimale. Un ‘altra strada da seguire è quella di sfruttare in modo adeguato, coinvolgendoli, personaggi della pallanuoto che possono dare tanto non solo in termine di risultati agonistici. In passato, ad esempio, ci sono state atlete di grande vaore come Lilli Allucci e Monica Vaillant - tanto per fare qualche nome – che avrebbero potuto dare al mondo della pallanuoto un apporto importante a tutti i livelli, ma non è stata data loro l’opportunità di farlo. Perez? Certo, lui è diventato un personaggio conosciuto un po' da tutti, ma da quello che mi risulta il merito è stato dell'Acquachiara.