Attendere prego...

Editoriale

Setterosa e non solo, l’amarezza di Pierluigi Formiconi:” Momento buio per la pallanuoto”

  Pubblicato il 09 Feb 2121  10:14
 
Nel momento in cui la nazionale femminile conclude il torneo preolimpico con un malinconico quarto posto e i gironi di Euro League promuovono nei quarti di finale solo la Lifebrain Sis Roma sembra lecito affermare che la pallanuoto femminile in Italia vive una fase di crisi. Da questa constatazione parte la riflessione con una delle figure di maggior spessore dell'intero movimento pallanuotistico italiano, Pierluigi Formiconi. Il condottiero della Nazionale che vinse la medaglia d'oro ad Atene 2004 sottolinea come, pur non conoscendo nel profondo determinate situazioni, sia necessario apportare qualche cambiamento nel sistema e ribadisce come le colpe del fallimento del Setterosa non siano da attribuire solo a Paolo Zizza.
 
Partiamo dall'eliminazione dall'Olimpiade. Ti sei interrogato, forte del tuo passato con il Setterosa, sulle possibili cause?
Mi dispiace perché non partecipare alle Olimpiadi non è grave, di più. Ne soffre tutto il movimento che già è scarso con la mancanza del pubblico, non c'è nulla e la passione viene a scemare. Mi dispiace, si è sempre tifosi della nazionale. Paolo Zizza è stato con me anche come giocatore, non dico che me lo sono cresciuto ma viene dalla scuola di Dennerlein. Mi dispiace sia andata così, spero che le colpe non si rivolgano solo a lui ma c'e qualcosa che va cambiato.

Si parlava di rifondazione con un gruppo che aveva già ottenuto quanto poteva con le giovani che dietro dovrebbero spingere ma ci sono? Vedi un futuro?
Non seguo molto il settore giovanile perché ora svolgo un lavoro diverso. La pallanuoto è sempre la stessa, anzi forse è peggiorata. Le giovani ci saranno sicuramente. Del gruppo che con me ha iniziato nel 93 con il primo mondiale solo tre-quattro sono arrivate ad Atene 2004. Bisogna ammodernarsi, crescere, trovare le atlete, farle giocare in un certo modo e inculcare loro la mentalità giusta. Non sono dentro al discorso, è difficile dare giudizi dall'esterno. Bisogna vivere determinate dinamiche dall'interno. Ho visto cambiare il capitano, un po' di cose strane però sinceramente non giudico. Mi dispiace per Paolo ZIzza perché alla fine la colpa finisce per ricadere sull'allenatore. Gli altri si tirano indietro, dal direttore sportivo al capo di tutto, a quelli che stanno in panchina.
 
In carriera hai ricoperto tutti i ruoli. Possiamo dire che questo è il punto più basso della pallanuoto con squadre che autoretrocedono da una categoria all'altra
Un periodo brutto. Con il Covid diventa un problema allenarsi, trovare spazi con le piscine chiuse, è una tragedia. Bisogna cercare di sopravvivere a questo momento molto difficile.

Come sta andando quest'avventura a Torre del Grifo?
Mi hanno chiesto di dare una mano per tutto il settore pallanuoto. Sono qui da due mesi e non ho la bacchetta magica. Abbiamo a disposizione un gruppo di ragazzine di 16-17 anni che ha iniziato da poco e dobbiamo procedere con gradualità. Qualcuna è interessante però poi non si può giocare da soli o quasi, la pallanuoto è uno sport di squadra in cui devi essere sempre supportato da un gruppo. Abbiamo delle lacune ma stiamo cercando di crescere, ci vorrà qualche anno. Io non lo so quale sarà il futuro del Torre del Grifo perché anche qui ci sono i problemi che hanno tutti. Io ho accettato molto volentieri, sto supervisionando e coadiuvo sia i diversi tecnici delle giovanili che la prima squadra. Io dò quello che posso, è una vita che faccio questa cosa, un pò d'occhio ce l'ho. Domenica abbiamo giocato la partita che mi aspettavo perché l'Acquachiara è più forte, ha giocatrici di maggiore esperienza. Hanno sbagliato le cose che sapevamo, ci sono stati dei problemi però per grandi linee mi aspettavo questa prestazione, forse qualcosa in più ma avremmo comunque perso la partita in partenza. Spero che fra qualche mese magari, se le cose cambiano, che loro crescano e si allenino meglio, speriamo si possa crescere