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Editoriale

Presciutti: inizio l’avventura alla Rari con grande entusiasmo. Cresceremo insieme passo dopo passo

  Pubblicato il 16 Ago 2123  14:03

La Rari Nantes Salerno non lascia ma sceglie, anzi, di raddoppiare. La società campana ha infatti deciso, dopo la sofferte salvezza ottenuta ai playout dello scorso torneo, di rilanciare il suo ambizioso progetto di crescita. Per farlo il sodalizio giallorosso ha deciso di affidare la panchina della prima squadra ed il coordinamento del settore giovanile a Christian Presciutti. L’ex bandiera dell’AN Brescia, che ha concluso la sua lunga ed onorata carriera agonistica nello scorso mese di giugno, ci racconta i motivi della sua scelta, la voglia di iniziare una nuova fase della sua vita sportiva, il percorso da assistente delle nazionali giovanili e lancia lo sguardo verso la nuova stagione. Per uno strano scherzo del destino il prossimo 01 Ottobre Presciutti inizierà il campionato tornando, da avversario, in quella vasca di Mompiano che per tanti anni è stata casa sua.
 
Quali sono i motivi che ti hanno spinto ad accettare l’offerta della Rari Nantes Salerno?
Quando avevo annunciato di voler smettere di giocare ho ricevuto diverse proposte, ma la chiamata del ds Mariano Rampolla, ha suscitato subito in me una sensazione positiva.
L’incontro con il presidente, Enrico Gallozzi, e la società ha confermato che quella sensazione era giusta. Ho subito sentito grande fiducia nei miei confronti e grande voglia di crescita. Con tanto entusiasmo ho deciso di iniziare questa avventura insieme alla Rari.
 
Avevi già messo in preventivo di poter iniziare da subito la tua avventura alla guida tecnica di un club?
Non si può sapere ciò che il futuro ha in serbo per te. Ciò che so bene, invece, è che ho deciso di smettere di giocare perché volevo fare il tecnico, ed ora ho la fortuna di poter iniziare.
 
Da leader assoluto in vasca a tecnico debuttante in panchina. Quali sono le maggiori novità derivanti dal cambio di ruolo?
Un giocatore ha, come unico pensiero, prepararsi attraverso gli allenamenti per poter giocare al meglio le partite. Ora, da tecnico, so bene che i giocatori si affidano completamente al loro allenatore, ed è proprio questa la parte che preferisco.
Creare un legame comunicativo, trasmettere idee e competenze alla squadra, condividere con loro un unico sogno, un unico obbiettivo.
 
Il percorso da assistente delle varie nazionali giovanili in che misura aiuta il tuo cammino di crescita?
Devo ringraziare Sandro Campagna per questa opportunità; entrare nella sua squadra e stare a contatto con Roberto Brancaccio prima e Massimo Tafuro dopo mi sta aprendo un mondo di idee.
Confrontarsi ogni giorno su molti aspetti è di fondamentale importanza per la mia crescita. E poi, poter dare il mio contributo alla crescita dei giovani azzurri mi lusinga molto.
 
Con quali ambizioni vi presenterete ai nastri di partenza della prossima serie A1?
Sono una persona molto ambiziosa, pretendo molto da me stesso e poi da chi lavora con me. Il lavoro è sacrificio, ma il sacrificio poi porta a risultati. Siamo all'inizio di un percorso di crescita, passo dopo passo, cresceremo insieme.
 
C’è qualche tecnico in particolare a cui ti ispiri dal punto di vista tattico e della gestione del gruppo?
Porterò con me un po’ di ognuno degli allenatori che ho avuto. Sicuramente Sandro Campagna e Sandro Bovo sono due tra i tecnici che, sia umanamente che tecnicamente, mi hanno trasmesso molto: due esempi! Ma io sono Christian Presciutti e porterò sicuramente me stesso: le mie idee e la mia visione di gioco.
 
Sei stato un campione unico ed inimitabile in acqua. Se devi individuare il tuo possibile erede su chi punti la tua attenzione?
Penso di essere stato solamente un giocatore che aveva dei sogni, degli obiettivi. Un giocatore che ha fatto di tutto per realizzarli “rubando” qualcosa qua e là ai campioni ai quali mi ispiravo.
Ogni giocatore è diverso, ogni persona è diversa. Tutti, se lo vogliono, possono diventare dei campioni, non solo nello sport ma anche nella vita.