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Editoriale

Porzio: servono fondi per sistemare i diversi impianti sportivi ancora non fruibili dalla collettività

  Pubblicato il 21 Mar 2122  14:59
Intervenuto come ospite alla trasmissione Barba e Capelli su Radio CRC Franco Porzio, presidente onorario dell’Acquachiara e membro del Comitato Sos Sport a Napoli, si è soffermato su una serie di tematiche importanti relativa alla questione dell’impiantistica sportiva, ha raccontato l’esito dell’incontro che il suddetto comitato ha avuto con il prefetto Palomba e il dialogo con la nuova amministrazione comunale auspicando l’erogazione di fondi per riuscire a sistemare quelle strutture ancora fatiscenti e che privano del diritto allo sport una parte della cittadinanza.
 
Com’è andato l’incontro con il Prefetto Palomba? Immagino che abbiate trovato una persona molto sensibile perché conosco il prefetto per essere un grande sportivo o almeno un grande tifoso del Napoli. Sicuramente avrete trovato un terreno comune su cui dialogare.
È proprio così lo abbiamo incontrato con il Comitato Sos Sport a Napoli, composto da una quindicina di associazioni che sono quelle storiche che stanno sul territorio da almeno trent’anni, e che sono i fari della città per i giovani, per lo sport, per il sociale e per l’impiantistica sportiva. In questo periodo ci siamo spesso sostituiti alle politiche giovanili, alle politiche sociali, allo sport, all’impiantistica. Siamo dovuti intervenire su tutto. In questo momento di grande difficoltà abbiamo chiesto un incontro al Prefetto Palomba, un uomo di sport che conosceva e conosce molto bene le problematiche della città ma soprattutto dell’impiantistica sportiva e quindi si è reso subito disponibile a creare un ponte tra le istituzioni, le associazioni e il mondo dello sport per cercare di risolvere un problema irrisolto da tanti anni. Ho riscontrato, a differenza del passato, una certa apertura a risolvere dei problemi antichi.
 
Per quanto concerne l’Acquachiara siete riusciti a costruire un dialogo con la nuova amministrazione o persistono le stesse difficoltà del passato?
I problemi partono da lontano, gli impianti come le strade non sono mai stati sottoposti ad una manutenzione ordinaria e straordinaria quindi siamo dovuti intervenire in prima persona ma oggi dopo 25 anni le strutture costruite negli anni Ottanta devono essere messe a posto per cui urge trovare una soluzione con le istituzioni per affrontare e risolvere il problema. L’assessore Ferrante si sta impegnando, credo che in poco tempo abbia anche compreso quale sia il problema comprendendo i modi per affrontarlo e risolverlo. Il sindaco Manfredi punta a far ripartire tutte le cose sane di questa città, esiste un dialogo tra tutte le forze in campo che hanno capito la portata del problema.  Adesso bisogna passare dalle parole ai fatti.
 
Di parole in questa città se sono sempre usate molte. Quelli che mancano sono i risultati concreti Due anni fa Napoli ha ospitato le Universiadi, grandi investimenti sia in impianti che in attrezzature. Gli impianti non so ma le attrezzature pure che fine hanno fatto? È rimasto qualcosa di quell’investimento sulla città o è sparito tutto?
Le Universiadi a Napoli sono state importanti per avere i fondi necessari a mettere a posto i diversi impianti. Sono stati sistemati una settantina di impianti il cui problema oggi è quello della manutenzione e della gestione perché altrimenti i lavori svolti vanno a finire nel vuoto. Tutti gli altri impianti di cui parliamo non rientrano in questa casistica. Per quanto riguarda le attrezzature c’è stato un accordo tra Regione Campania e il Coni per cercare di consegnare le attrezzature alle associazioni che svolgono sport sul territorio e qualcosa credo che sia stato dato. In questo momento servono fondi per rimettere a posto gli impianti, in particolare quelli che servono le zone di periferia. Tenete presente che nel 1997 è stata firmata una convenzione Comune-Coni per la legge 219 ed erano sette piscine. Oggi di quelle sette strutture ce ne sono soltanto tre. Quattro sono state chiuse, vandalizzate, abbandonate. Quattro piscine in quattro posti di periferia della città privano una serie di persone delle diverse fasce d’età della possibilità di fare sport. Quelle che sono rimaste aperte sono merito di pazzi che credono in alcuni valori e si sono impegnati fisicamente, mentalmente ed economicamente a fare un po’ tutto.
 
Questi pazzi devono però pagare le bollette della luce e del gas. Tu gestisci una piscina. Quanto pesa questa voce oggi?
Pesa tantissimo perché se voi pensate che noi operiamo ad acqua calda ed ambiente caldo vi consente di capire che una piscina media di luce e gas paga intorno ai 20 mila euro. Oggi siamo intorno ai 50-60 mila euro al mese.
 
Siamo sulla soglia del rischio del rientro dei costi?
Siamo sulla soglia del rischio e poi tenete presente che da quando abbiamo ripreso, dopo le chiusure per il Covid, l’utenza è rientrata al 40-50%, Si tratta quindi di tutta una serie di situazioni di difficoltà estrema a cui molti di noi hanno fatto fronte grazie a dei finanziamenti del Credito Sportivo. e della Bcc del presidente Manzo,