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Editoriale

Nicosia: Sono orgoglioso di quanto fatto in questi tre mesi con il Settebello. Le sconfitte aiutano a crescere

  Pubblicato il 16 Set 2122  12:48

La sconfitta di misura incassata contro la Spagna brucia ancora perché la squadra, per quanto visto in acqua, avrebbe meritato almeno l’ingresso in finale. Il quarto posto conquistato nella recente rassegna continentale lascia certamente l’amaro in bocca al Settebello che saprà trarre i giusti insegnamenti da quest’esperienza per perfezionare il percorso di crescita di una formazione che ha saputo crescere rapidamente in maniera esponenziale dopo un processo di rinnovamento seguito al post Tokyo. La medaglia di legno di Spalato non intacca però minimamente il bilancio di un 2022 che ha visto l’Italia terminare a podio in tre delle quattro competizioni a cui ha partecipato. Gianmarco Nicosia, portiere della Rari Nantes Savona, ripercorre insieme a noi la spedizione in terra croata e traccia un bilancio della trionfale estate del Settebello.

Che cosa è mancato al Settebello per vincere il match con la Spagna e conquistare il bronzo europeo?
In realtà forse era la fine di un capitolo formidabile. Era l’ultima partita di tre mesi dove siamo stati protagonisti in molte occasioni durante le quali abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. Qualche evento sfortunato prima della finale ci ha un po’ delusi e amareggiati, abbiamo affrontato la sfida con la Spagna con poca grinta rispetto a quella che siamo soliti mettere. Abbiamo giocato non al massimo delle potenzialità però ci sta sbagliare una partita anche se non dovremmo sbagliare un terzo posto. È parte del percorso che stiamo facendo e una batosta in più non fa mai male. Ora guardiamo al futuro ma forti della consapevolezza di aver vissuto un’estate grandiosa.
 
Per l’eccellente qualità di gioco espresso credi che l’Italia avrebbe meritato l’accesso alla finalissima?
Avremmo meritato l’accesso alla finalissima perché abbiamo dimostrato giocando in dodici e non esprimendoci al massimo delle potenzialità anche in semifinale. Ci sono stati elementi e situazioni, di cui preferisco non parlare, che hanno tarpato le ali al nostro gioco molto fluido con il quale avremmo certamente centrato il pass per il match decisivo.
 
Quale peso specifico assume il quarto posto di Spalato nel percorso di crescita di un gruppo profondamente rinnovato?
Il quarto posto ci mette con i piedi per terra e con più consapevolezza che ogni partita deve essere una battaglia della quale siamo solo noi gli artefici. Non dobbiamo avere scusante alcuna, giocatori assenti, arbitraggi e altro perché tutto è possibile come la finale che non abbiamo potuto affrontare. Più consapevolezza e piedi per terra credo siano le parole chiave.
 
Se a novembre 2021 ti avessero chiesto di firmare un foglio con i vostri risultati del 2022 come avresti risposto?
Non avrei pronosticato questi risultati. Sono orgoglioso e fiero di quanto abbiamo fatto in questi tre mesi. Abbiamo disputato una mole di partite senza precedenti e non tante squadre hanno reagito e sono state protagoniste come lo siamo stati noi. Questo è sicuramente un punto di forza a nostro favore.
 
L’annata resta comunque ampiamente positiva. Quale bilancio possiamo tracciare del lavoro svolto in questi mesi?
Questi mesi sono stati grandiosi non solo per la squadra che ha partecipato all’Europeo ma anche per tutti i giovani con cui è stato gestito tutto il lavoro. Abbiamo una rosa di giovani che Sandro sta facendo crescere e li porta sempre con noi. Sono contento perché il vivaio cresce, parliamo di giovani interessanti e con ruoli importanti, forse un giorno protagonisti. Sono contentissimo del lavoro che stiamo svolgendo.
 
Quale vittoria, tra le tante ottenute, ricordi con maggiore piacere?
Non ricordo una vittoria in particolare tra le tante ottenute perché la partita che ho sempre in testa è la finale mondiale persa ai rigori contro la Spagna. Ricordo quella sfida perché non voglio che accada più e deve rappresentare un punto di crescita perché le vittorie sono stupende ma le sconfitte sono quelle ferite aperte che ti porti dietro e di cui ti devi ricordare nei momento giusti perché rappresentano quell’ 1% che ti fa svoltare nel momento giusto.
 
Pochi giorni di vacanza e poi ti tufferai in acqua con la Rari Nantes Savona. Con quali sentimenti inizi la tua nuova avventura?
Inizio la mia stagione a Savona sicuramente molto carico perché la squadra mi piace, è una rosa interessante con cui possiamo rompere le scatole a parecchie avversarie. Ci aspetta un campionato equilibrato che mi piace molto. Il cambio di società è, spero, una vetrina dato che la Rari Nantes Savona è una realtà consolidata della tradizione pallanuotistica italiana, sono molto contento di venire a giocare qui. La realtà è che non vedo l’ora di iniziare.
 
Foto: A.Masini/DBM