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Editoriale

Mondiali Under 16, l’eroica Italia batte il Montenegro ai rigori ed è in finale contro la Spagna

  Pubblicato il 23 Giu 2124  20:57
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L’impresa con la Croazia è già nell’archivio dei ricordi, si torna subito in acqua per continuare a coltivare il grande sogno e aprirsi la strada verso il match che vale il titolo. Nella seconda semifinale dei campionati mondiali Under 16 l’Italia, autrice dell’eliminazione della favorita Croazia, sfida il Montenegro che ha piegato la Grecia ai rigori dopo la clamorosa rimonta effettuata nel quarto parziale. Per l’occasione Federico Mistrangelo conferma la formazione schierata ieri: si accomodano nuovamente in tribuna Postiglione e Balzarini. Splendida, infinita, encomiabile, eroica. Si sprecano gli aggettivi per una rappresentativa tricolore che, al termine di una battaglia nella quale deve rincorrere sistematicamente l’avversario, porta la sfida ai rigori e s’impone con il punteggio di 14-13 grazie a cui guadagna l’accesso alla finale di domani contro la Spagna che nella prima semifinale ha regolato nettamente l’Ungheria. A decidere le sorti della contesa l’errore nella prima conclusione della seconda serie del montenegrino Durutovic mentre Federico Fumo trasforma con glaciale freddezza la conclusione che dà il là alla festa dei suoi. L’Italia vince con il cuore, vince con il carattere di una squadra che non molla mai contro una rivale che detta sistematicamente il ritmo delle operazioni ma il sette in calottina bianca non perde mai lucidità, continua a macinare il suo gioco, sale di livello in difesa e riesce a completare la rimonta ad inizio quarto parziale quando Corelli realizza il tiro dai cinque metri che vale il 7-7. Dabic riporta avanti i suoi a poco più di un minuto dalla fine ma Federico Mistrangelo chiama time out per disegnare lo schema che, a nove secondi dal termine, libera Pasquale Porzio, decisivo con la doppietta del quarto parziale, per il definitivo 8-8 che rimanda il verdetto alla lotteria dai cinque metri. Il tecnico della De Akker Bologna ha svolto fino ad ora un lavoro esemplare con una squadra a cui ha conferito una chiara identità di gioco e la capacità di muoversi come un’orchestra nella quale tutti gli strumenti suonano lo stesso spartito.