Editoriale

“L'ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità”.
Mi piace aprire così, con l’aforisma di Winston Churchill, questo ennesimo editoriale che abbiamo deciso di dedicare a tutte quelle opportunità che andrebbero colte per far sì che il nostro sport possa meglio svilupparsi.
Oggi come oggi, le barriere all’entrata nel settore della comunicazione si sono notevolmente abbassate. Chiunque potrebbe intraprendere una strategia comunicativa avendo a disposizione semplicemente un PC ed una connessione internet. Basta un po’ di creatività per mettere in piedi campagne di comunicazione efficaci ed appetibili.
Il pericolo, però, è sempre dietro l’angolo. Occorre affidarsi a personalità qualificate, professionisti del settore, per evitare che il tutto possa rivelarsi un vero e proprio boomerang che possa ledere l’immagine di una federazione, un club o, perché no, un giocatore.
Basta, dunque, parlare di futuro. Il futuro è adesso. La nuova frontiera del business è il web che sviluppa, insito, un numero notevole di potenzialità da sfruttare al servizio delle imprese sportive e di tutti gli stakeholder che ruotano attorno ad esse.
La waterpolo ancora non ha ben compreso l’immenso potenziale delle nuove tecnologie. Web marketing, social media, web branding sono tutti strumenti da poter utilizzare per lo sviluppo e la promozione del nostro sport nel mondo. Il concetto di ‘sharing’ (condivisione), un termine che sempre di più sta entrando a far parte del nostro lessico quotidiano, può risultare efficace e determinante nella rete dei tanti interlocutori virtuali, affamati di pallanuoto, che navigano nell’immenso e periglioso oceano del web. Mettere a conoscenza di un evento, dare ‘appeal’ allo stesso attraverso il supporto di efficaci sistemi informatici, può stimolare a far crescere l’interesse verso la nostra disciplina sportiva.
Se Cartesio fosse nato negli anni duemila, la locuzione che avrebbe utilizzato sarebbe sicuramente stata: “Comunico ergo sum”, comunico quindi sono.
Talvolta sento parlare di un ritorno della pallanuoto alle origini; spesso sono sentimentalismi privi di senso e di significato. Ma almeno per alcuni aspetti potrebbe esser fatta un’attenta valutazione. Il ritorno a giocare con la palla gialla, unico colore esistente negli sport di squadra come simbolo/codice di comunicazione che identifica il gioco della palla in acqua; la ricerca di regole che permettano l’esaltazione di gesti tecnici spettacolari e funambolici del campione e non la lotta fisica che oggi esalta solo alcuni momenti della partita. Queste sintomatiche considerazioni non rappresentano altro che la ricerca di un’identità perduta per la nostra cara waterpolo.
Per favorire il miglioramento della popolarità della waterpolo sarebbe necessario che il singolo, posseduto dal virus della pallanuoto, non sia rassegnato pensando che la waterpolo sia solo sua, ma si impegni nel contagiare il prossimo. Oggi può farlo attraverso l’utilizzo del web e delle nuove forme di tecnologia che, però, dovrebbero, come detto, essere strutturate in un sistema di comunicazione globale, organizzato dalle istituzioni che governano il nostro mondo.
Tanti sport si stanno evolvendo attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie; questa considerazione, condivisa anche da noi di Waterpolo People, è stata uno dei leitmotiv inserito nella nostra Campagna Soci.
“Non pensare cosa la waterpolo debba fare per te, ma impegnati pensando cosa tu puoi fare per la waterpolo” (cit. Waterpolo People).

 

ENG
“A pessimist sees the difficulty in every opportunity; an optimist sees the opportunity in every difficulty.”
I just like to begin, with Winston Churchill’s quote, this latest editorial that we decided to devote to all the opportunities that should be taken to ensure that our sport can really improve.
Nowadays, the entry barriers in communication have greatly decreased. Anyone may undertake a communication strategy just having a PC and an internet connection. Just a little creativity to set up effective and attractive communication campaigns. The danger, however, is always around the corner. We must rely on qualified individuals and professionals, to prevent the system may turn out to be a real boomerang that could damage the image of a federation, a club or, why not, a player.
Stop, then, talking about the future. The future is now. The new frontier is the web that develops inherent to a significant number of potentialities to exploit in order to serve sports clubs and of all stakeholders that revolve around them.
Water polo has  still not understood the immense potential of  the new technologies. Web marketing, social media, web branding are all tools that can be used for the development and promotion of our sport all over the world. The concept of 'sharing, a term that is increasingly becoming part of our everyday vocabulary, it can be efficient and decisive in the network of the many virtual interlocutors, hungry for water polo, sailing in the vast and perilous ocean of the web. Putting knowledge of an event, giving 'appeal' to the same through the support of efficient information systems, it can increase the interest in our sport.
If Descartes had been born in the 2000s, he would definitely have used this phrase : “Comunico ergo sum”, I communicate therefore I am.
Sometimes I hear talk of a return to the origins of water polo. They are often nonsense and meaningless feelings. But at least for some aspects it  could be done a careful assessment. The return to play with the yellow ball, the only existing colour in team sports as a symbol / communication code that identifies the game ball in the water; the search for rules that allows the exaltation of spectacular and acrobatic technical moves and not the physical struggle that now emphasizes only a few moments of the game. These symptomatic considerations are no more than the search for a lost identity for our dear water polo.
In order to encourage improvement of water polo’s popularity,  it would be necessary that the individual, possessed by the virus of water polo, is not resigned to thinking that water polo is just a his thing, but that he commits to infecting others. Today he can do it by using the web and the new technologies, however, they should, as mentioned, be structured in a system of global communication, organized by the institutions that rule our world.
Many sports are evolving through the use of new technologies; this consideration, shared by us , was one of the leitmotifs inserted in our Campaign Members.
"Do not think about what water polo should do to you, but think what you can do for water polo" (cit. Waterpolo People).
Gianluca Leo