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Editoriale

Marsili: Annata da emozioni uniche. L’Acquachiara ha un grande futuro e i giovani sono il domani della pallanuoto

  Pubblicato il 07 Lug 2122  12:44
 
La storica medaglia di bronzo conquistata ieri a Monterotondo con l’Under 18 A ha chiuso una stagione pallanuotistica che, per l’Acquachiara, non può che essere definita trionfale. Tocca al direttore sportivo Mino Marsili tracciare il bilancio del cammino brillantemente percorso in questi mesi di duro lavoro e iniziare a delineare le prospettive per il futuro che passa inevitabilmente dalla crescita dei giovani.
 
Come e quando nasce il progetto giovani dell’Acquachiara?
Ho ricevuto, nello scorso giugno, una telefonata da Franco Porzio che mi chiedeva di interessarmi per la gestione della situazione visti anche i suoi numerosi impegni lavorativi. Non ho saputo dire di no. Il presidente mi ha segnalato la presenza di un gruppo di giovani interessanti che da lì a qualche settimana avrebbero partecipato ad un torneo giovanile. Sono arrivato a Napoli, li ho visionati e ho subito detto che c’erano numerosi elementi su cui poter lavorare. Ho chiesto a Franco di confermare tutti i giovani per provare a condurre, insieme a loro, la squadra verso la salvezza. Alle legittime perplessità di chi aveva timore di una retrocessione ho risposto con la fiducia sia nel duro lavoro quotidiano che nelle qualità dei giocatori. Sapevo che la sofferenza avrebbe accompagnato il nostro cammino ma alla fine ero consapevole che ce l’avremmo fatta.
 
Quanta soddisfazione prova se pensa che tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti?
Devo ammettere che mi sono emozionato anche perché con l’avanzare dell’età ci si commuove più facilmente. Ho provato, nel corso di quest’annata, emozioni che non avevo vissuto nemmeno quando, da direttore generale della Pro Recco, ho vinto scudetti e Coppe dei Campioni tanto è vero che prima del match di ieri contro il Circolo Nautico Posillipo ho ringraziato i ragazzi per tutto quello che mi avevano regalato.
 
Quale è stato il momento chiave nella stagione della prima squadra?
Può sembrare un’assurdità ma quando mi sono preso la responsabilità di non autorizzare la trasferta della squadra a Roma contro il Tuscolano, scelta che ci è costata la sconfitta tavolino e un punto di penalizzazione in classifica. Da quel momento è scattato qualcosa nei ragazzi in termini sia di determinazione che di positività. Basta andare a vedere i risultati che sono poi stati conseguiti.
 
Quale invece la difficoltà maggiore che avete dovuto superare?
L’inesperienza nella categoria. Molti ragazzi erano reduci da qualche presenza occasionale in prima squadra o avevano militato solamente nelle giovanili. In tanti si avvicinavano per la prima volta ad un torneo impegnativo e complicato come la serie A2. A giochi fatti affermo con convinzione che rifarei tutte le scelte.
 
Quale peso specifico assume la medaglia di bronzo conquistata con l’Under 18?
Rappresenta il giusto premio per un anno di lavoro, per la passione che gli allenatori manifestano nei confronti di questo sport e per l’interesse della società per il proprio settore giovanile. La strada è quella giusta, bisogna proseguire su questa linea. L’Acquachiara ha davanti a sé un futuro sportivo che potrà riservarle grandi soddisfazioni se continuerà a battersi per la valorizzazione dei suoi giovani, l’unica risorsa destinata a durare nel tempo.
 
L’Acquachiara è stata tra le prime a decidere di puntare sui ragazzi del vivaio. La scelta dei giovani rappresenta il futuro sia per la pallanuoto partenopea che per quella italiana?
Rappresenta l’unica possibilità che il nostro sport ha per riuscire ad avere futuro. Bisogna potenziare i settori giovanili a causa delle difficoltà economiche ed organizzative vissute dai club. Sarebbe auspicabile che la Federazione istituisse una commissione tecnica per riconoscere il reale valore di chi, con profitto, investe sulla crescita dei giovani e chi invece no.
 
Ringrazio i genitori che sono stati fondamentali per la crescita dei ragazzi e della società. Ho visto tante persone presenti a Monterotondo, in una piscina dove si sfioravano i 50°, seguire con affetto e dedizione i propri figli.
 
Non posso non concludere ribadendo tutta la mia stima e il mio sconfinato affetto all'allenatore. Walter Fasano ha confermato, ancora una volta, di essere un tecnico eccellente, ha svolto un lavoro straordinario con questi ragazzi e ne ha saputo accompagnare la crescita giorno dopo giorno. La sua passione e la sua carica genuina sono un esempio per tutti quelli che amano lo spor.