«Mamo Fondelli». La bandiera del Camogli con la pallanuoto nel DNA
Pubblicato il 19 Set 2123 10:05
di Danilo Sanguineti*
Tale il figlio, tale il padre: nel caso di Massimo (Mamo) e Andrea (Deddi) Fondelli l'ordine dei fattori va invertito perché nella pallanuoto l'oggi tende ormai ad avere il sopravvento su epoche che vengono viste come preistoriche. La rapidità con la quale evolve il cosmo sportivo va a incidere persino sulla superficie di questo pianetino acquatico, riparato e un po' dimenticato: essere campioni o esserlo stati è solo uno dei prerequisiti per occupare la ribalta, servono una costante visibilità, assicurata dai social più che dai media tradizionali.
Su Wikipedia, depositaria della conoscenza onnicomprensiva, se si digita Fondelli salta fuori Andrea, classe 1994, campione di tutto con Pro Recco e Nazionale. In subordine il fratello Luca, classe 1988, che gioca nel Chiavari in A2, ma non il genitore, Fondelli senior, classe 1954, padre anche della primogenita Roberta. Per provocare il capostipite si può chiedere chi tra lui e suoi figlio ha la lista di successi più lunga e "scintillante".
"Mamo" Fondelli evita con facilità il tranello. Sa come schivare i colpi, non a caso è un dirigente di indiscusso successo, applaudito amministratore delegato di My Sport, il cartello formato da otto società di nuoto genovesi che dieci anni fa prese in gestione la piscina Sciorba di Genova, e in folgorante successione sei piscine nell’area metropolitana, che nel 2020 ha risollevato le piscine di Sestri Levante da una situazione finanziaria quanto mai precaria. Per non dover emettere il giudizio - su se stesso pallanuotista e sul figlio Andrea - fa finta di non ricordarsi che cosa ha messo in bacheca: «E' passato troppo tempo, le vittorie scoloriscono assieme ai ricordi. E poi i paragoni non reggono quando tanta acqua è passata tra le mie e le sue».
Invece ricorda perfettamente le statistiche: ha vinto un campionato mondiale nel 1978 a Berlino e un bronzo agli Europei di Jonkoping 1977; Andrea ha conquistato un argento mondiale a Budapest 2022, un bronzo alle Olimpiadi Rio 2016, un bronzo agli Europei Budapest 2014. Il confronto diventa squilibrato nei successi con i club: Fondelli jr ha in cassaforte sette scudetti, sei Coppe Italia, tre Champions League, due Supercoppa Len.
“Mamo" si fa serio.
«E' indubbio che lui ha vinto di più. E ancora mi dispiace perché ha mancato l'oro mondiale conquistato dall'Italia quando lui aveva una spalla fuori uso. In realtà sono orgoglioso di lui, come dei due fratelli che hanno giocato in serie A e che si sono fatti onore. Lui è il più costante e dotato, ma anche gli altri miei ragazzi sono diventate delle splendide persone».
Non sono parole di comodo, basta assistere a una delle periodiche serate della famiglia a Camogli o a Genova per capire quanto siano uniti, Luca e Roberta primi tifosi del fratello minore.
«Andrea ha fatto una carriera completamente diversa rispetto alla mia: ha iniziato come me nel Camogli, c'è rimasto fino al 2011, quando è andato alla Pro Recco. Per chi fa il nostro sport era impossibile dire di no alla squadra di Volpi, una corazzata che garantisce una carriera e opportunità che dalle altre parti puoi solo sognare. C'è rimasto sino al 2017, poi è andato in prestito due volte e la scorsa stagione è rientrato a Punta S. Anna appena in tempo per contribuire alla conquista del Gran Slam».
Essendo un pragmatico sa che il figlio ha fatto la scelta giusta, però…
«Così facendo mi ha lasciato un primato, quello delle 24 stagioni consecutive con una sola squadra, la Rari Nantes Camogli: da giocatore e da dirigente ho indossato una sola casacca, quella bianconera. Certo ho nel cuore anche l'oro di Berlino 1978, conquistato in condizioni difficilissime (gli appassionati ricordano la diretta su Rai Uno all'interno della Domenica Sportiva ndr), ma essere una bandiera del Camogli è la medaglia che mi appunto più volentieri sul petto».
Il primo posto ai Mondiali conta per un altro aspetto.
«E' un successo che ti "marchia" .. Chi arriva secondo o terzo a Mondiali e Olimpiadi realizza una grande impresa ma dopo due anni viene ricordato solo nelle statistiche. Invece io faccio parte di una squadra che i tifosi ricordano a memoria, infrangemmo il tabù del titolo iridato, l'Italia fino ad allora aveva vinto Olimpiadi ed Europei mai i Mondiali».
Nelle parole del padre c'è la stima per Andrea.
«Ha fatto una carriera incredibile nella pallanuoto moderna dove è difficile durare tanto a lungo per svariati motivi».
Merito dell'ottimo maestro che ha avuto?
«Merito soprattutto suo, è un atleta, e non lo è solo in acqua. Me lo dicono in tanti e questa è la mia vera ricompensa. Roberta, Luca, Andrea hanno saputo muoversi sia in vasca che lontano da essa. Guardo a loro, alle loro vite e posso fare il pensionato senza rimorsi o preoccupazioni».
Ecco la prima bugia: quest'anno torna il derby Camogli-Recco in serie A1, e si dice che "Cuore Bianconero" Fondelli sia pronto a fare il tifo persino contro l'ultimogenito pur di vedere trionfare il suo Camogli.
* da Il Secolo XIX – Ed. Levante