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Editoriale

La promozione nelle scuole non basta: dobbiamo portare gli alunni in piscina

  Pubblicato il 07 Apr 2015  10:41
Facendo zapping in questi giorni di Pasqua ho rivisto le immagini di un vecchio match di tennis tra Bjorn Borg e Mats Wilander. Gesti tecnici straordinari, ma sul piano della velocità, rapportato ai ritmi della partite di oggi, sembrava di assistere ad un incontro di allenamento.
Ogni giorno che passa lo sport è sempre più veloce e più fisico. Anche le donne del tennis, non solo gli uomini, sparano colpi con una potenza impressionante.
La pallanuoto si è adeguata ai tempi, ovviamente. Nel nostro sport oggi il fattore fisico ha un'importanza primaria, anche e soprattutto nella fase del reclutamento. E per questo motivo diventa sempre più difficile avvicinare i giovanissimi alla pallanuoto. La concorrenza di sport nei quali il fisico è sempre stato una componente fondamentale è spietata. Stiamo parlando di basket, volley, rugby.
La domanda è: perchè un giovanissimo dovrebbe scegliere la pallanuoto? In questa scelta, nella gran parte dei casi, il bambino è consigliato dai genitori. E i genitori, se sono lungimiranti, difficilmente consiglieranno uno sport che non conoscono. Fate un sondaggio tra i vostri amici genitori e chiedete quanti di essi hanno visto almeno una volta una partita di pallanuoto: il risultato è facilmente immaginabile.
Oggi basket, volley e rugby si vendono da sè. Per non parlare ovviamente del calcio. La pallanuoto, invece, appartiene purtroppo a quella schiera degli sport che hanno bisogno di promozione. E poichè la promozione, nell'ottica di un possibile reclutamento, deve essere indirizzata verso il bambino e il genitore, l'ambito dell'opera di promozione non può che essere la scuola.
Quante società di pallanuoto fanno promozione nelle scuole? Ma, soprattutto, quante lo fanno con costanza, e nei modi giusti?
Fare la promozione "una tantum" è perfettamente inutile, farla con costanza ma nei modi sbagliati è altrettanto poco producente.
Non basta portare i campioni di pallanuoto nelle scuole, non basta far vedere i filmati delle partite, non basta distribuire inviti o biglietti (se la vostra società fa pagare l'ingresso in piscina). Tutto questo lavoro di preparazione, che è importante, anzi fondamentale, deve essere accompagnato da un'altra operazione indispensabile: portare questi bambini in piscina a vedere le partite.
Se affidate questo compito alle scuole, agli insegnanti, la prima volta i bambini verranno, la seconda forse, la terza no. E dimenticheranno facilmente quella prima volta, anche se è stata affascinante, divertente.
Portare i bambini delle scuole in piscina è un compito di cui deve farsi carico (ovviamente sempre in collaborazione con i presidi e gli insegnanti) la società di pallanuoto mettendo a disposizione delle scuole un pullman con almeno 50 posti, in modo da coinvolgere più classi. Ciò va fatto per tutte le partite di campionato. Una volta ogni tanto è del tutto inutile.
La scolaresca, inoltre, non va abbandonata in piscina. Va seguita, coccolata (vedi gadget), informata sui quello che avviene in vasca. La presenza degli scolari va annunciata con l'altoparlante, e se vogliamo fidelizzarli è indispensabile farli entrare a contatto con i giocatori, fare una fotografia tutti insieme con gli atleti e far sì che questa foto circoli sulle pagine Facebook dei ragazzi, dei loro familiari e ovviamente della società.
In altre parole, la promozione nelle scuole è una cosa seria e va fatta come si deve, investendo tempo, soldi e risorse umane. E' l'unico sistema per ottenere risultati.
Mario Corcione