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Editoriale

La Lifebrain Sis Roma cede 10-6 contro il Dunaujvaros: il sette capitolino giocherà la Final Four del Len Trophy

  Pubblicato il 13 Mar 2121  22:27
DUNAUJVAROS-LIFEBRAIN SIS ROMA 10-6 (3-1, 2-2, 3-0, 2-3 ) [and. 11-11]
Dunaujvaros: Magyari, Szilagyi, Pal, Gurisatti 2, Horvath 1, Mahieu 1, Szabo, Garda 3, Ziegler, Mucsy 1, Brezovszki 2, Szellak, V. Sajben. All. Mihok
 
Lifebrain SIS Roma: Sparano, Tabani, Galardi 2, Avegno 1 (rig.), Giustini 2, Iannarelli, Picozzi 1, Sinigaglia, Papi, Di Claudio, Storai, Bianchi, Brandimarte. All. Capanna
 
Arbitri: Stampalija (Cro) e Ortega (Esp)
 
Note: sup. num. Dunaujvaros 7/12, SIS Roma 2/11. Rigori: Dunaujvaros 0/1, SIS Roma 1/1
 
Non riesce l'impresa alla Lifebrain Sis Roma che, dopo l’11-11 maturato lo scorso 24 Febbraio nel match di andata, perde 10-6 contro il Dunaujvaros nel match di ritorno dei quarti di finale di Euro League e dovrà quindi accontentarsi di disputare, il 17 e il 18 aprire, la Final Four del Len Trophy, il secondo torneo continentale per club nel quale però il club presieduto da Flavio Giustolisi non avrà vita facile perché incrocerà sulla sua strada formazioni del calibro di Kinef Kirishi, Sabadell e Matarò. La formazione magiara detta i ritmi del confronto fin dalle prime battute e chiude i sedici minuti iniziali in vantaggio di due gol grazie ad una difesa che blocca con puntualità i tentativi capitolini e un attacco che trova con continuità la via della rete grazie alla sconfinata varietà di soluzioni balistiche a propria disposizione con il tandem Garda-Gurisatti sugli scudi. La compagine capitolina incontra notevoli difficoltà in fase realizzativa per una serie di fattori: Galardi non riesce a incidere come nel primo confronto anche per la stretta marcatura che le viene riservata; la fisicità grazie a cui le rivali difendono forte nega la profondità a Giustini e compagne che, oltre alla fatica nella costruzione della trama offensiva, registrano purtroppo, ancora una volta, una percentuale ampiamente deficitaria in superiorità numerica trasformando solo due delle undici opportunità a propria disposizione; Magyari mette a referto una serie di parate importanti che stroncano le velleità dell’attacco italiano. La maggior esperienza consente poi alle padrone di casa di controllare il sussulto finale del collettivo in calottina scura che all'inizio dell'ultima frazione piazza un break di 3-0 che le consente di riportarsi sul -2, di capitan Picozzi il siluro che vale il provvisorio 8-6, prima che i due sigilli apposti da Brezovski chiudano definitivamente i conti. Il coach Marco Capanna commenta così la prova della squadra: “Usciamo da qua a testa alta non perché abbiamo fatto benissimo ma perché ogni componente della squadra, dall’allenatore alle singole giocatrici, devono essere consapevoli ed onesti nell’analizzare la prestazione ed il livello del team nel determinato momento di gioco. Nell’arco degli 8 tempi il Dunaujvaros è stato migliore ed ha dimostrato più presenza e più controllo. Siamo stati coraggiosi nella prima partita ma oggi, soprattutto nei primi due tempi, siamo stati poco lucidi e disordinati. Tuttavia ci meritiamo di essere qui, di crescere e di imparare. Sicuramente non siamo ancora a livello di essere tra le prime quattro squadre europee con una rosa così giovane dove c’è bisogno di consolidamento e maggiore sicurezza sia tra le giocatrici più importanti che per le giovanissime, sulle quali stiamo investendo moltissimo, ma che al tempo stesso stiamo lanciando nell’arena dove stanno imparando a combattere partita dopo partita.”
 
Foto: Luigi Mariani-Gruppo Live Media