Attendere prego...

Editoriale

La Grecia è più forte: l’Italia cede 12-9 e dovrà accontentarsi della finale per il bronzo

  Pubblicato il 07 Set 2122  21:35
Grecia-Italia 12-9(Parziali: 2-2 4-2 4-3 2-2 )
Grecia: Stamatopoulou , E. Plevritou 2, Chydirioti 1, Tricha , M. Plevritou , Xenaki 2, Ninou 3, Patra 1, Siouti 1, V. Plevritou 2, Giannopoulou , Myriokefalitaki , Sotireli . All. Kammenou
 
Italia: Condorelli , Tabani 2, Galardi , Avegno 3, Giustini , Bettini , Picozzi 1, Bianconi 1, Palmieri 1, Marletta 1, Cocchiere , Viacava , Banchelli . All. Silipo
Arbitri: Alexandrescu (Rou), Schwartz (Isr)
 
Note: Spettatori 500 circa. In porta Stamatopoulou (G) e Banchelli (I). Superiorità numeriche: Grecia 4/10 + 2 rigori, Italia 3/12 + 3 rigori (fallito da Marletta a 7.54 - fuori). Ammonito Silipo a 4.08 nel terzo tempo. Eleftheria Plevritou (4-34) e Giannopoulou (5.37) fuori per limite di falli nel quarto tempo.
 
Realizzare, dopo quella dello scorso 28 agosto contro la Spagna, la seconda impresa del proprio percorso per spalancare le porte del Paradiso e guadagnare il pass per la finalissima di venerdì. Nella seconda semifinale del torneo femminile dei campionati europei, nella prima le iberiche si sono imposte 10-6 sull’Olanda, la Spaladium Arena ospita il confronto tra l’Italia, reduce dalla netta vittoria ottenuta contro la Croazia, e la Grecia, che nei quarti ha travolto Israele dopo aver chiuso al secondo posto il girone A. Carlo Silipo continua la rotazione delle forze a propria disposizione e questa volta spedisce in tribuna il tandem Cergol-Di Claudio. Paga a caro prezzo il break di 4-2 subito nel secondo parziale il Setterosa che cede con il punteggio di 12-9 e deve così rinunciare all’idea di ritornare, dopo dieci anni, nella finale continentale. Così come a Budapest capitan Palmieri e compagne dovranno accontentarsi ora di disputare la partita di consolazione, sfida nella quale ritroveranno la formazione arancione che lo scorso 2 luglio le aveva superate 7-5 negandogli la medaglia iridata. Rispetto alla cavalcata compiuta nelle prime sei uscite le azzurre non riescono ad incidere nei fondamentali registrando una percentuale di realizzazione ampiamente deficitaria nelle situazioni con l’uomo in più mentre sul versante difensivo concedono qualcosa di troppo alle elleniche che sono glaciali sia nelle soluzioni dal perimetro che quando devono concretizzare le conclusioni da distanza ravvicinata. Il sette in calottina bianca difende invece con grande aggressività sull’attacco avversario alzando le braccia ed intercettando un buon numero di conclusioni perimetrali. Le azzurre, che non riescono ad azionare le ripartenze in velocità, si disuniscono man mano che la partita si allontana, sbagliano con Marletta il rigore del 3-2, commettono numerosi errori, finiscono per perdere lucidità nella costruzione del gioco e per provare a scardinare l’efficacia della zona M avversaria si rifugiano nella giocata individuale. Nulla però è perduto, diventa ora prioritario dimenticare la prova odierna e recuperare le energie mentali per provare ad agguantare un podio che sarebbe il giusto coronamento del torneo azzurro e uno step di crescita per un gruppo profondamente rinnovato.
 
Credits: A.Masini/DBM