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Editoriale

L’8 marzo della pallanuoto: gli auguri alle donne di Colautti, Cotti e Miceli

  Pubblicato il 08 Mar 2122  11:07
Nel giorno  dedicato alla celebrazione della Giornata internazionale dei diritti della donna ci sembra giusto e doveroso dare spazio ad un settore che spesso nella pallanuoto è considerato come la sorella minore di quello maschile, la waterpolo femminile. Per farlo abbiamo interpellato le tre allenatrici del massimo campionato, Ilaria Colautti, Aleksandra Cotti e Martina Miceli chiedendo loro che cosa significa svolgere il proprio lavoro in un settore prettamente occupato dal sesso opposto e cosa manca alla pallanuoto femminile per equipararsi ai colleghi maschi. La conclusione è dedicata ad un messaggio di auguri a tutte le donne, specialmente quelle che stanno vivendo sulla propria pelle la sofferenza della guerra.
 
Che traguardo rappresenta per una donna, in un territorio che quasi sempre è una prerogativa maschile, allenare una squadra del massimo campionato?
Ilaria Colautti 
Credo che non dovrebbe essere visto come un traguardo ma un merito al lavoro svolto. Quando ho iniziato ad allenare lo vedevo come un sogno, l'obiettivo massimo a cui aspirare. Ora che ci sono arrivata invece lo trovo stimolante, una continua sfida ad apprendere e imparare, da colleghi maschi o femmine. L'importante è che ci sia sempre rispetto per il lavoro e il sacrificio che chiunque di noi ci mette.
 
Aleksandra Cotti
Per traguardo intendo le medaglie, coppe e partite vinte...allenare una squadra nella massima serie lo ritengo semplicemente una prosecuzione della mia carriera da Atleta. Quando vincerò qualcosa da tecnico, allora potrò dire di aver raggiunto un traguardo!!
 
Martina Miceli
Non mi sono mai posta questa domanda e voglio continuare a non farmela. Se posso o non posso raggiungere i miei obiettivi non è mai dipeso dal fatto che io sia una donna. Così come non voglio pensare che se raggiungo qualcosa è perché sono una specie protetta.
 

In uno sport a cui spesso manca la giusta visibilità quali passi deve compiere la pallanuoto femminile per non essere più la sorella minore dei colleghi maschi?
Ilaria Colautti
Alla pallanuoto femminile mancano molto spesso organizzazione e progettualità. Troppe volte alle atlete non viene riconosciuto il sacrificio e ci si affida alla loro passione e dedizione.  Arrivate a un certo punto poi le ragazze si trovano costrette a smettere per motivi lavorativi o altro. La solidità di una prima squadra deriva invece da un buon vivaio dove ci possano essere atlete che lottano per un posto in squadra. Alle spalle di questo movimento ci deve essere una struttura societaria solida che permetta alle ragazze di confrontarsi partecipando ai vari campionati o tornei, aspetti fondamentali per crescere e migliorare. Bisogna allargare il numero di atlete e dare loro dei campionati interessanti e meglio organizzati. Non ci si può affidare a buone a…
 
Aleksandra Cotti
Io vedo lo sport come la cosa più "unisex" che esista al mondo, non mi sento la sorella minore della pallanuoto maschile, ma penso piuttosto che la Pallanuoto in generale debba trovare una sua strada per farsi conoscere al grande pubblico. E chi non la pensa così probabilmente è rimasto un po' ad un pensiero preistorico.
 
Martina Miceli
La pallanuoto da sempre è considerato uno sport maschile. Secondo me non devono essere fatti paragoni: hanno caratteristiche diverse. Sicuramente la pallanuoto femminile è più tattica essendo per forza di cose più lenta ma proprio per questo può anche essere più bella da seguire e “televisivamente” più accattivante! Il problema è proporre un prodotto valido. In questo momento in Italia, dobbiamo avere l’umiltà ed il coraggio di fare un passo indietro. Siamo numericamente troppo poche: io auspico meno squadre ed un livello più alto.
 
Che messaggio manda oggi alle donne impegnate nel lavoro, sia esso casalingo che non, ma soprattutto a coloro che stanno soffrendo in tutte quelle parti del mondo dove alle parole dialogo e pace si preferiscono i kalashnikov?
Ilaria Colautti 
Che ogni donna ha dentro di sé la capacità e ha il diritto di affermarsi e realizzarsi in ogni ambito e aspetto della propria vita.
Non dovrebbero più esistere distinzioni tra uomo e donna, a livello di genere, possibilità o trattamento economico. La parità dei sessi in ogni ambito deve essere la normalità e non un'aspirazione.
Le immagini delle donne ucraine che hanno salutato i loro mariti, magari per l'ultima volta, e sono partite con i loro figli verso un paese straniero per metterli in salvo dimostrano che siamo forti, tenaci e non ci arrendiamo mai
 
Aleksandra Cotti
Studiate, studiate e studiate ancora per farvi trovare sempre le più preparate e competenti, questo vi permetterà di credere sempre in voi stesse e di farvi scivolare tante c…
 
Martina Miceli
In questo momento è estremamente difficile pensare di mandare un messaggio non banale. È sempre il solito discorso da millenni: credo che in un mondo gestito da donne le guerre sarebbero più rare. Le donne donano la vita e più difficilmente sono pronte a toglierla!