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Editoriale

Il Trofeo delle Regioni è la base da cui deve ripartire il lavoro sui settori giovanili

  Pubblicato il 08 Gen 2123  09:39
Si è conclusa con la vittoria della rappresentativa del Lazio, che in finale ha superato 9-8 la Campania, l’edizione 2023 del Trofeo delle Regioni. Il ritorno di uno dei grandi classici della pallanuoto giovanile italiana ha consentito ad oltre 240 ragazzi al di sotto dei 15 anni di potersi confrontare con i propri coetanei. La manifestazione che ha attirato una più che significativa cornice di pubblico al Polo Natatorio di Ostia è anche l’occasione per una radiografia dello stato del lavoro svolto sui settori giovanili. Fondamentale che la Federazione promuova un progetto dedicato allo sviluppo dei settori giovanili per assicurare nuova linfa a tutto il movimento, Fondamentale intensificare il dialogo tra i tecnici del settore federale e gli allenatori di club grazie al costante intervento dei primi per poter formare operatori qualificati ad operare nel migliore dei modi per la crescita dei giovanissimi atleti. Ne abbiamo parlato con i tecnici delle formazioni che hanno conquistato i primi quattro posti: Nicola Izzo, Vincenzo Palmentieri, Piero Ivaldi e Andrea Sparacino.
 

Che manifestazione è stata il Trofeo delle Regioni? Quanto è importante per i giovani atleti essere tornati a giocare questo tipo di manifestazioni?
Izzo: Il trofeo delle Regioni è stata un bella manifestazione e se è bella non c’è bisogno di aggiungere altro. Per me questa è stata la 22^ edizione anche se prima non si chiamava così. Alla prima, nel 1999, solo per fare un nome, partecipò in rappresentanza della Sicilia Valentino Gallo. Sai, io credo molto nel confronto sincero a tutti i livelli. Credo che i ragazzi abbiano vissuto un evento molto importante per la loro età. Sono stati tutti molto bravi, si sono “affrontati” a me piace dire “incontrati” a viso aperto. Non ne avevo dubbi, loro a differenza di noi adulti che quando cresciamo diventiamo spigolosi, sono rotondi come il pallone con cui giocano e poter tornare a giocare insieme dopo un periodo duro e di giochi virtuali è stato fondamentale. I ragazzi avevano una voglia incredibile di giocare.
 
Palmentieri: una bella esperienza, è stato emozionante rivedere tanti ragazzi giocare e tante persone in piscina. Da sempre il trofeo delle regioni è stato il primo trofeo nazionale fatto dai piccoli atleti. Confrontarsi con i migliori atleti delle altre regioni è un momento di crescita importante per il percorso formativo degli atleti
 
Ivaldi: Un piacere ritrovare questa importante manifestazione dove i ragazzi trovano il confronto, la competizione, l’amicizia e la voglia di migliorare.
 
Sparacino: Il trofeo delle regioni è una delle manifestazioni più affascinanti e ben organizzate in ambito Nazionale. È stata un’esperienza importante per tutti i ragazzi che hanno avuto la possibilità di partecipare, confrontandosi con gli atleti più promettenti di tutta Italia. Per i giovani atleti è fondamentale esser tornati a vivere queste esperienze per consolidare la passione per questo sport, arricchire il loro bagaglio tecnico e coltivare ambizioni importanti.
 
A che punto è arrivata la pallanuoto giovanile italiana?
Izzo: La pallanuoto giovanile Italiana ha bisogno solo di ripartire e noi dobbiamo fare in modo che i ragazzi vengano volentieri in piscina. Ho visto in questi giorni veramente tanti ragazzi interessanti ed in tutte le squadre. Dobbiamo usare regole semplici e che gli permettano di divertirsi. Ben venga come ha detto Sandro in riunione la possibilità di giocare in campi più piccoli con palloni più piccoli.
 
Palmentieri: La pandemia ha contribuito ad un abbandono prematuro di molti atleti specialmente in Italia, questo ci ha penalizzati più delle altre nazioni. I risultati a livello internazionale avuti l'anno scorso ne sono una dimostrazione.
 
Ivaldi: La pallanuoto giovanile italiana è a una svolta, ci sono molti giovani giocatori a un livello medio-alto.
 
Sparacino: La pallanuoto giovanile è arrivata ad un buon livello e l'impressione è che sia destinata a crescere.
 
Che cosa si dovrebbe fare per incentivare ulteriormente la crescita del movimento?
Izzo: Siamo credo, lo sport più colpito dalla pandemia e dalla guerra. Le rette da pagare dagli atleti sono tra le più alte a causa dei costi elevati per le spese energetiche,quindi dobbiamo assolutamente offrire un prodotto educativo, divertente, che li appassioni, li faccia venire e restare in piscina.
 
Palmentieri: Sicuramente aumentare il numero di manifestazioni a livello nazionale come quella del trofeo delle regioni che creano coinvolgimento ed entusiasmo
 
Ivaldi: Servono spazi e maestri per far migliorare i giocatori, non si vedono talenti ma è cresciuto il numero dei ragazzi interessanti e la grande differenza, rispetto al passato, è che sono in ogni regione e non solo in quelle di tradizione. Quello che è necessario è l’intervento dello stato e dei comuni per aiutare le società. Non è possibile che lo sport giovanile sopravviva sulle spalle dei genitori. L’intervento che serve è mettere a disposizione delle società spazi acqua e strutture per l’attività giovanile, altrimenti l’attività agonistica è destinata a morire o rimanere solo per pochi (che molto probabilmente non avranno la “ fame “ necessaria.)
 
Sparacino: Per incentivare la crescita del movimento si dovrebbero organizzare più manifestazioni del genere anche per le categorie minori.
 
In che misura il confronto costante con i tecnici del settore federale aiuta gli allenatori di club a perfezionare il proprio percorso formativo?
Izzo: Sai confrontarsi aiuta sempre a crescere, quindi secondo me è importante un dialogo costante che parta dal Commissario Tecnico ed a caduta arrivi fino ai club. Quando parlo di confronto intendo sia due chiacchiere al bar davanti un caffè, sia incontrarsi tra 2 o più Regioni per una partita di pallanuoto. Perché no, come facemmo nel 2004 noi con gli amici Campani, davanti 5000 spettatori, prima della finale scudetto tra Posillipo e Recco (Bisognerebbe chiedere a Marco Del Lungo che ricordo ha di quell’evento). Oppure come facemmo a Recco nel 2008 con Liguria, Campania, Abruzzo (anche qui bisognerebbe chiedere a Presciutti, Fondelli, Renzuto e Di Fulvio cosa ricordano) ma ovviamente tutto ciò ha bisogno del supporto della Federazione e dei Comitati Regionali.

Palmentieri: Credo sia importantissimo, ci consente di capire dove e come lavorare affinché gli atleti raggiungano determinati livelli.
 
Ivaldi: La pallanuoto sta cambiando, e la nostalgia nello sport non ha spazio, lo scambio con i tecnici federali serve per capire i cambiamenti necessari nella formazione di atleti con le caratteristiche necessarie per rimanere sempre ad alto livello nelle competizioni internazionali e in special modo alle Olimpiadi.
 
Sparacino: Il confronto con i tecnici federali aiuta in maniera esponenziale gli allenatori di club in merito al metodo da attuare durante gli allenamenti