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Editoriale

Focus Piscine, l'allarme delle associazioni sportive: "Agonismo in difficoltà"

  Pubblicato il 17 Nov 2120  16:02
“Capisco la rabbia e la preoccupazione ma è impossibile, in questo momento, pensare di poter riaprire gli impianti, dato che gran parte delle regioni sono zona rossa o arancione”. Queste le parole del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, nel corso della diretta Facebook di ieri.

Quello degli impianti sportivi è, ad oggi, il principale problema da affrontare e risolvere almeno per quanto concerne il mondo degli sport acquatici e della pallanuoto.
“Il problema della pallanuoto è che va ad acqua calda, e l’acqua calda costa”. Con il leitmotiv di Gabriele Pomilio potrebbe essere riassunto questo momento di difficoltà per il movimento pallanuotistico.

Tante associazioni, che non hanno la possibilità di riaprire una struttura, rischiano, senza misure di sostegno, di diventare da vittime, per la chiusura delle strutture, i mancati introiti e le spese di utenze e gestione a cui devono comunque fa fronte, a carnefici per i migliaia di giovani costretti a non scendere in acqua per gli allenamenti settimanali.
C’è chi parla di “guerra tra i poveri”, chi è costretto a percorrere 100 chilometri per potersi allenare, chi punta il dito sulla disparità di trattamento senza alcun garante.
 
Il primo a lanciare l’allarme è stato Christian André, presidente del San Mauro Nuoto Napoli, nel corso di un’intervista a Swim4Life: “Bisogna mettere le società nelle condizioni di riaprire o di fare attività. Ci sono tante società che gestiscono impianti e che, quindi, si fanno carico dei costi di gestione che non possono permettersi di aprire gli impianti solo per il settore agonistico”.

Ed allora abbiamo tracciare un focus sul momento che sta vivendo il mondo delle piscine ed il mondo della pallanuoto italiana, a causa di queste difficoltà.

“Il nostro interesse deve essere che le piscine abbiano gestioni sane, aprano non appena possibile e restino aperte in futuro - il pensiero del patron dell'Iren Genova Quinto Giorgio Giorgi -. Abbiamo visto troppe società di gestione fallire in passato. Bisogna stringere i denti: ricordiamoci che stiamo combattendo con una pandemia, c’è gente che muore. Quest’anno siamo tutti chiamati a compiere un grande sacrificio e la cosa più grave relativamente al mondo della pallanuoto, secondo me, è che perdiamo un’intera leva giovanile purtroppo. Noi non ci siamo assunti la responsabilità di far allenare le categorie giovanili, per il momento. Chi prende il Covid per tanto tempo ha conseguenze invalidanti permanenti e molto importanti. Devo dire che diverse società liguri hanno avuto questo buon senso; fortunatamente interagiamo con genitori che capiscono perfettamente la gravità del momento e che riconoscono che senza salute non può esserci sport”.

Mino Marsili, direttore tecnico di PallaNuotoItalia Libertas, svolge il suo ruolo in gran parte delle regioni del centro nord ma è un profondo conoscitore del mondo della waterpolo, nazionale ed internazionale: “Si vogliono realmente aiutare le associazioni e le società che per anni hanno contribuito alla crescita, economica e sportiva, del movimento? Ed allora la FIN iniziasse ad aprire le piscine che ha in gestione o i suoi centri federali, attraverso i comitati regionali, ed a far allenare gratuitamente le associazioni che sono in difficoltà. E’ inutile distribuire quei 2/3 mila euro alle società, che non risolvono il problema. Penso alla piscina Albricci a Napoli, ad esempio, che non è utilizzata. Si facciano accordi con i comuni per girare alle asd il fitto gratuito degli spazi acqua: questi si che sarebbero dei veri aiuti da parte della nostra istituzione sportiva. Perchè non si va al comune di Napoli e ci si batta affinché le centinaia di associazioni napoletane facciano, in questo periodo di emergenza, allenamenti gratuiti nell’impianto di Fuorigrotta?”.

Vanno comunque registrate, in Italia, anche esempi di amministrazioni locali virtuose e comprensive per quel che concerne la situazione degli impianti, ed in particolare delle piscine. E’ il caso del comune di Ancona che: “E’ molto vicino al mondo dello sport e, pensate, ci ha permesso di fermare i pagamenti di tutte le utenze, grazie ai quali siamo ancora vivi, facendosi garante per il futuro su una ridiscussione dei canoni concessori e delle convenzioni – ha spiegato il Presidente e Coach della Vela Nuoto Ancona Igor Pace -. Non solo; la Regione Marche ha stanziato dei fondi per chi gestisce nel caso specifico piscine, differenziandoci da tutte le altre categorie di strutture sportive. E’ scontato dire che siamo con l’acqua alla gola e che è un momento difficile per tutti. Il Gruppo Vela Nuoto gestisce tre impianti. Abbiamo aperto solo la piscina del Passetto per nuoto, pallanuoto e sincro e stiamo ospitando associazioni sportive nei comuni limitrofi con prezzi calmierati. Tra qualche giorno arriverà il freddo ed i costi di gestione schizzeranno in aria. La testa dice che sarebbe meglio riaprire ad Aprile, la pancia dice altro: non fare attività per tanti mesi significa non avere reclutamento. Noi centri federali in zona non ne abbiamo però avere amministrazioni attente alle nostre problematiche è già un bel traguardo. L’attività sportiva? Secondo me c’è tanta incertezza. Se si vuole dare un vero aiuto, in questo momento, è trovare il modo per intervenire sulle utenze”.

Anche il dirigente numero uno della Lifebrain SIS Roma Flavio Giustolisi, in queste settimane, ha lanciato diverse volte l’allarme. “Nel Lazio ci sono realtà virtuose ma molto spregiudicate, con impianti aperti per far allenare le squadre, ed altre che non invece possono permetterselo. Onestamente non so quanti saranno in grado di andare avanti in futuro con la parte agonistica. Pensare di aprire le piscine a Novembre è una follia. La cosa per cui sono arrabbiato è che nessuno differenzia la gestione di impianti a tecnologia avanzata come le piscine da quella delle palestre. Voglio dire a coloro i quali non conoscono cosa significa gestire una piscina che vi sono costi di gestione pari a centinaia di migliaia di euro tra manutenzione degli impianti tecnologici, utenze, canoni concessori e tanto altro. La manovra dello sport deve sì tutelare il mondo dei collaboratori sportivi ma anche l’imprenditoria del mondo dello sport. Noi come SIS Roma gestiamo cinque impianti, io continuo a pagare a fine mese i canoni ai comuni, le utenze, a fronte di poche migliaia di euro a fondo perduto. Pensare di portare avanti i settori agonistici in questa maniera è difficile, anche ad alti livelli. Sono spaventato per il mondo della pallanuoto. Per me chi dovrebbe intervenire è il Governo”.

Sempre schietto ed onesto intellettualmente, come coloro i quali hanno espresso il proprio punto di vista, anche il Presidente dei Muri Antichi Catania Luigi Spinnicchia: “Noi presidenti di associazioni siamo un po' come presidi di scuole sportive. Non possiamo non guardare alla ratio dei provvedimenti. Mi auguro che la Federazione Italiana Nuoto possa individuare delle piscine, soprattutto nelle città metropolitane, sedersi al tavolo con i comuni e programmare un’apertura per consentire gli allenamenti delle squadre di nuoto, pallanuoto o sincronizzato. Le piscine non sono come i Palasport che puoi aprire e chiudere con la chiave. Bisogna attivarsi, oggi non domani, con gli enti locali per trovare accordi e fare in modo che ci sia equità nella possibilità di allenarsi delle società. Altrimenti, come dice Andrè, diventa una guerra tra poveri… Apprezzo il tentativo di mettere quante più persone possibili in vasca tesserando categorie agonistiche improbabili per alleviare i costi ma è un rischio che pochi gestori stanno correndo. Noi ci stiamo allenando in maniera improbabile con la prima squadra che viene ospitata anche in impianti a 100 chilometri di distanza e le giovanili che per ora si allenano a secco, non in acqua. Così, capite bene, che è difficile andare avanti. Ripeto, mi auguro che la FIN possa monitorare gli impianti ed individuarne uno che possa servire a seconda dell’attività. Se non si è in grado di fare questo, rallenti e faccia partire i campionati in primavera”.