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Editoriale

Cotti: il quarto posto all’Europeo Under 15 è un ottimo risultato. Le giocatrici ci sono e bisogna lavorarci

  Pubblicato il 06 Lug 2123  15:01

Per riuscire a stilare i bilanci è spesso necessario attendere qualche giorno per riconsiderare tutto quanto accaduto nella giusta luce. Aleksandra Cotti, tecnico dell’Italia Under 15 donne, analizza il cammino compiuto dalle azzurrine a Zagabria, evidenzia i margini di crescita del gruppo e la progettualità da seguire per riuscire a colmare le distanze al momento esistenti nei confronti delle squadre che in Croazia hanno conquistato il podio.
 
L’Italia perde la finale per il terzo posto e chiude con un quarto posto l’europeo di Zagabria. Che bilancio possiamo tracciare della spedizione in terra croata?
Un bilancio più che positivo. Considerando il tempo avuto a disposizione abbiamo raggiunto il massimo risultato possibile. Se vediamo le formazioni che hanno raggiunto il podio hanno dimostrato una qualità indubbiamente superiore alla nostra. Il bilancio è assolutamente positivo. Rimane il rammarico di non aver potuto lavorare di più.
 
Quale distanza separa, al momento, le azzurrine dalle tre formazioni che hanno conquistato il podio?
La distanza è dal punto di vista del tempo impiegato nel lavoro con le ragazzine. Le nostre avversarie hanno dimostrato una superiorità a livello di tecnica individuale importante e, di conseguenza, una trama di gioco molto più affiatata. Credo che questa nazionale 2008-2009 se gestita in un certo modo e con il tempo adeguato per poter lavorare possa provare ad infastidire queste tre compagini.
 
Quali e quanti margini di crescita vanta questa squadra sul breve termine?
Sul breve termine i margini di crescita sono ampi ma non ampissimi. Quando si parla di giovanili. Under 14 e 15, i margini si valutano sul lungo termine. Credo che sul lungo termine si abbia un margine di crescita infinito, sul breve termine è difficile da valutare. Ribadisco che è evidente che, con il poco tempo a disposizione e il risultato ottenuto, ci sia una base di partenza più che buona.
 
Che tipo di progettazione serve a questo gruppo per accorciare le distanze dalla vetta del panorama internazionale?
Una progettazione concreta e duratura nel tempo che dia la possibilità a queste ragazze di lavorare insieme il più possibile con collegiali durante l’anno e una adeguato tempo di preparazione prima dell’evento. La progettazione che hanno già le altre nazionali e che noi non abbiamo.
 
In un momento in cui la pallanuoto femminile italiana sembra avere qualche difficoltà nel riuscire ad attirare giocatrici e a produrne per le prime squadre che segnale lancia questo gruppo di ragazzine terribili?
Lancia un segnale importantissimo. La qualità c’è, le giocatrici ci sono ma bisogna lavorarci. Non ci dobbiamo adagiare sulla comfort zone che non ci sono atlete. Le giocatrici ci sono e bisogna lavorarci altrimenti non si costruiscono atlete di alto livello.  
 
In una società sempre più complessa e in uno sport in cui la componente mentale gioca un ruolo sempre più importante quanto conta l’inserimento nel tuo staff di una psicologa come Emilia Sammarco?
Mi fa molto piacere perché credo che la sua presenza sia stata fondamentale per la crescita delle ragazzine. Con il poco tempo a disposizione non c’è stato modo di lavorare tantissimo e poi l’Under 15 è una categoria molto piccola. La psicologa è servita tanto a noi staff e anche alla squadra per gestire e individuare qualche atteggiamento non conforme o positivo. È stata molto importante, abbiamo lavorato bene e credo che la sua figura sia importante per tutti, non solo per le ragazze.