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Editoriale

Coppa Italia femminile: le riflessioni di un'inviata davvero speciale

  Pubblicato il 14 Apr 2121  09:57
Coppa Italia: Vincono l’Orizzonte e la pallanuoto italiana
 

Dal pass da atleta a quello da giornalista è un attimo. In quell’attimo ci passa però una vita. Una vita fatta di emozioni e battaglie, di bracciate e di gol, fatti e subiti. Eppure sento di nuovo l’odore del cloro e mi rendo conto che il cambiamento che tanto mi spaventava, è lo stesso che mi permette ancora una volta di entrare in una piscina piena di cloro e di emozione.
 
Nella splendida piscina del Centro Federale di Ostia pochi fortunati: dirigenti federali, atlete, fotografi e giornalisti. I soliti insomma. Lo scorso anno per la stessa competizione, prima della battuta d’arresto a causa della pandemia, la gente sugli spalti non era tanta in più.
Palla al centro, si inizia con la finale per il terzo posto: CSS Verona contro Plebiscito Padova.
È proprio il Padova a dettare il ritmo della partita e a partire forte. Un secco 5-0 non dà scampo alle ragazze di mister Zaccaria, apparse forse meno unite del solito che solo nel secondo tempo, grazie alle reti di Marcialis e della giocatrice-medico Carotenuto, hanno dato prova di orgoglio ma quando ormai era già troppo tardi. Autrici entrambe di una tripletta, Queirolo e Centanni, hanno dimostrato che la medaglia di bronzo per il Padova è amara e che bisogna voltare subito pagina perché la stagione è ancora lunga e lo scudetto dev’essere l’occasione per ritornare sul tetto d’Italia.
 
Giusto il tempo di spostare le transenne per i non “tamponati” che erano stati segregati in un angolo degli spalti, e tutto è pronto per la finale: Ekipe Orizzonte contro Sis Roma.
L’emozione della finale si fa sentire, forse più che mai. Tutti in piedi a urlare dietro le mascherine l’Inno di Mameli.
Si parte.
Della partita avrete letto e riletto la cronaca e magari anche visto le immagini in tv. Quello che forse non riusciva a trapelare dallo schermo, era la tensione e l’emozione che si respirava in acqua, in panchina e anche in tribuna.
Dopo la non qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo, c’era il pericolo che lo spettacolo “pallanuoto femminile” potesse vivere un momento difficile per chissà quanto tempo. E invece in acqua c’erano 9/13 di quelle che per quelle qualificazioni mancate hanno perso un sogno, il sonno e tante lacrime.
Io, giornalista, atleta (master), e amante di questo sport ero spaventata. Spaventata di poter assistere a una partita senza magia.
E invece mi sbagliavo! Avevo sottovalutato la bravura di due grandi allenatori, Miceli e Capanna, che sono riusciti in un tempo brevissimo a recuperare le loro giocatrici, soprattutto sul piano mentale, permettendoci di godere di una partita bellissima fatta di tantissimo talento, concentrazione e agonismo allo stato puro.
Approccio alla partita perfetto per la squadra di Martina Miceli che va al giro di boa sul 3-0. Dopo la pausa lunga, la Sis Roma torna in vasca con maggiore precisione sotto porta e riesce a farsi sotto piazzando un parziale di 3-1. Un continuo inseguirsi ha dato vita a un finale di partita al cardiopalmo che ha visto alzare al cielo la Coppa Italia alla squadra etnea dell’Ekipe Orizzonte.
In un periodo in cui le nostre vite stanno cambiando e le certezze fanno fatica a resistere, la pallanuoto femminile italiana ha dimostrato a tutti noi che, nonostante le difficoltà, il nostro è uno sport bellissimo e che possiamo ancora scrivere pagine importanti dello sport internazionale.
Se poi pensiamo che nelle prime quattro squadre erano presenti solo due straniere ma ben quattro napoletane, le mie speranze diventano sempre più forti.
 
Chapeau!
 
Eliana Acampora