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Editoriale

Ci vuole un Progetto Pallanuoto valido e completo: cosa aspetta la Federazione? (ITA-ENG)

  Pubblicato il 25 Gen 2016  11:45
Il Settebello non ha fatto una bella figura a Belgrado. Si può perdere con il Montenegro, ci mancherebbe, ma non si può lasciare il torneo con una prestazione così brutta, così incolore come quella contro la Spagna nella finale per il quinto posto.
Ciò nonostante - lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo - non abbiamo dubbi circa la qualificazione degli azzurri per Rio. Quello che preoccupa è il futuro, il dopo-Olimpiadi.
La nazionale italiana, come età media, è tra le meno giovani del panorama internazionale. Necessariamente, dopo Rio, dovrà essere avviato un nuovo ciclo. E' da qui che nascono le preoccupazioni.
Il campionato italiano non mette a disposizione del nostro commissario tecnico quello di cui ha bisogno: un numero sufficiente di campioni a 360° che possa consentire al Settebello di essere altamente competitivo. Prova ne è la convocazione di Bodegas. Tra le prime sei nazioni classificate a Belgrado l'Italia è l'unica che ha schierato due naturalizzati assieme alla Spagna.
Cosa intendiamo per campioni a 360°? Intendiamo giocatori che abbiano, oltre che qualità tecniche e caratteriali, anche la personalità e l'esperienza internazionale indispensabili per affrontare partite come quella contro il Montenegro.
L'esperienza internazionale si ottiene giocando un elevato minutaggio nelle Coppe Europee di club. Quanti minuti, ci chiediamo, gioca Andrea Fondelli in Champions League?
La personalità la si acquista anche in campionato, ma bisogna giocare. E il campionato italiano, imbottito di stranieri che tolgono spazio ai nostri giovani, non è il più adatto sotto questo aspetto. Ma poi, ci chiediamo, dove sono in A1 maschile tutti questi giovani di valore?
E' una delle conseguenze della mancanza di un Progetto Pallanuoto serio, valido e completo, che investa tutta l'attività, agonistica e non. Abbiamo problemi che da anni attendono una soluzione e che ogni anno che passa diventano più gravi: carenza di pubblico, disinteresse dei media e degli sponsor, impoverimento tecnico dei campionati dovuto alla scarsa produzione di talenti.
Se la Fin non si decide al più presto a porre in essere questo Progetto, per la pallanuoto italiana in generale - non soltanto quella azzurra, dunque - il futuro diventerà sempre più difficile.
Mario Corcione
 
ENG
Settebello, the Italian national water polo team, did not make a good impression in Belgrade. Then you can lose with Montenegro, of course,  but  you can’t leave the tournament with a performance so bad, so flat like that against Spain in the  5th-6th place final.
The Italian national team, as average age, is one of the less young squads in the international stage.  Inevitably,  after Rio 2016, a new cycle will have to start. That is from where the worries arise.
The Italian league does not provide our head coach what he needs:  a sufficient number of all-around champions who can enable Settebello to be highly competitive. Proof is the convocation of Bodegas. Among the top six nations ranked in Belgrade Italy is the only one that has deployed two naturalized players together with Spain.
What do we mean by all-around champions? We intend players who have,  not only technical and character qualities, but also the personality and the international experience necessary to face games like the one against Montenegro.
The international experience is obtained by playing several minutes in the European Cups for clubs. How many minutes, we wonder, Andrea Bottoms plays in the Champions League?
The personality is acquired even in the national league but you have to play. And the Italian league, filled with foreign players who take away opportunity to our young people, is not the most suitable in this aspect. But then, we wonder, where are in the male Serie A1 all these valuable young players?
This is one of the consequences of the absence of a serious, efficient and complete Water Polo Project which invests in the whole activity, competitive and amateur. We have problems that await a solution for years and that each passing year they become more serious: lack of spectators,  media and sponsors’ disinterest, technical impoverishment of the championships due to low production of talents.
If Fin does not decide soon to start this Project, for the entire Italian Water Polo, - not only the blue one - the future will become increasingly difficult.