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Editoriale

Campagna:” Chiedo alla squadra resilienza e adattabilità. Abbiamo chiaro il percorso che vogliamo fare”

  Pubblicato il 25 Lug 2124  06:35

La preparazione è ormai agli sgoccioli, la squadra questa mattina decolla per la Francia e dà il là alla spedizione a cinque cerchi con in testa ben chiaro l’obiettivo: giocare partita dopo partita per arrivare più avanti possibile. Sandro Campagna ci aiuta ad entrare nell’atmosfera olimpica, fotografa il momento vissuto dagli azzurri si sofferma sulla scelta di Gianazza e sull’opzione falso nueve per poi presentare l’impegnativo debutto di domenica contro gli Stati Uniti. Il tecnico siracusano chiede due caratteristiche ai suoi atleti: resilienza e adattabilità.
 
Domenica inizia finalmente l’Olimpiade. Quali emozioni ci regalerà il torneo di Parigi?
L’Olimpiade è un torneo speciale, siamo lo sport di squadra più antico nella rassegna a cinque cerchi. Quest’anno assisteremo ad un torneo particolarmente equilibrato Bisogna entrare nella manifestazione con il giusto equilibrio senza esaltarsi troppo quando si vince e senza scoraggiarsi in caso di una sconfitta nel girone perché c’è la possibilità di recuperare.
 
Quali sono le sue sensazioni a pochi giorni dall’inizio della competizione a cinque cerchi?
Le sensazioni sono buone, la squadra cresce e ha già disputato una bella annata, la terza consecutiva, portando a casa due podi importanti. Sono fiducioso perché mi fido dei ragazzi e della consapevolezza di avere chiaro il percorso che vogliamo fare.
 
Gianazza ha disputato una stagione egregia ma lei ha sempre dichiarato che un giocatore da nazionale lo si valuta dopo un centinaio di presenze.  La sua scelta poteva quindi essere un rischio. Perché non anticipare allora la sua chiamata all’Europeo o al Mondiale per lanciare anche un segnale a Luca Marziali?
Gianazza ha rischiato di partecipare alle precedenti competizioni ma eravam nel mezzo della stagione e stava completando il suo inserimento nell’AN Brescia, squadra in cui ha scalzato Lazic. Il giocatore si è fatto strada nel club, ha disputato ottimi tornei di preparazione e mi ha convinto nel quotidiano. La sua convocazione è l’ulteriore riprova che le porte della nazionale sono sempre aperte e seguo con attenzione costante il percorso dei ragazzi che si mettono in luce. Dispiace per Luca che con noi ha condiviso tre anni straordinari e per questo va solo ringraziato. Ha contribuito anche lui alla crescita di Gianazza.
 
Nella sua idea di gioco la scelta di giocare senza centro di ruolo è un’opzione legata a determinati momenti del singolo incontro o in qualche occasione potrebbe essere anche un’importante arma tattica contro determinati avversari?
Tutte e due le cose: ci sono momenti in cui dobbiamo essere più solidi in difesa e possiamo anche essere pericolosi con giocatori di movimento che si buttano ai due metri mentre in altri, anche quando questi hanno bisogno di rifiatare, il contributo dei centri diventa essenziale.
 
Le ultime indicazioni in campo arbitrale sembrano penalizzare il Settebello perché tendono a non premiare lo sviluppo della velocità sugli esterni. Si aspetta un cambio di direzione o la conferma di queste direttive?
Credo alla conferma di queste direttive: l’indirizzo è quello di favorire il gioco sui centri.  Non mi preoccupo però perché sappiamo esprimerci al meglio nelle due situazioni di gioco. Ho già detto ai giocatori che non dobbiamo farci condizionare da nessun elemento esterno, l’arbitraggio rientra a pieno in questa categoria, e dobbiamo andare per la nostra strada. Sono due le caratteristiche che chiedo alla mia squadra: resilienza, perché ogni partita proporrà tipologie di difficoltà diverse, e adattabilità perché dobbiamo essere capaci, senza perdere la nostra identità, a saper leggere le situazioni.
 
In un torneo che propone otto partite di altissimo livello in che misura diventano fondamentali la componente mentale ed il recupero delle energie?
Diventa fondamentale. Per questo motivo abbiamo messo nei muscoli la benzina necessaria a partire forte e arrivare fortissimo. L’equilibrio nella gestione delle varie fasi rivestirà un ruolo fondamentale.
 
Al termine della prima fase la pallanuoto passerà dall’Aquatics Centre alla Defense Arena. Che tipo di difficoltà dovranno affrontare i giocatori con il cambio di vasca?
Cambieremo impianto già a partire dall’ultima partita del girone e credo che questo sia un bene: qualcosa del genere è già successo ad Atene 2004 e Rio 2016. Credo sia importante per la pallanuoto vivere le fasi decisive del torneo più importante in un impianto che consente di raddoppiare gli spettatori. Tutto ciò diventa determinante anche nell’ottica delle valutazioni che il Cio fa sugli sport olimpici. Per questo credo sia doveroso il plauso agli organizzatori francesi.
 
La prima partita di un torneo è quasi sempre la più difficile. Quali difficoltà presenta la sfida di domenica contro gli Stati Uniti?
È la prima partita. Loro giocano molto bene, hanno grandi tiratori. Ad eccezione dei fratelli Dodd tutti i giocatori militano nei principali campionati europei, competizioni nelle quali hanno accumulato una preziosa esperienza. Udovicic conta su un gruppo affiatato che gioca insieme da tempo. Li abbiamo affrontati negli ottavi di Doha senza Hallock e ci hanno messo in difficoltà, ora sarà ancora più dura ma lo sarà anche per loro. Sarà una battaglia sportiva dall’inizio alla fine. Mi aspetto un match molto bello.

Credit: Maria Angela Cinardo/MfSport.net