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Editoriale

Bellotti (dirigente Federvolley): "Covid percorso ad ostacoli, tuteliamo la salute degli atleti"

  Pubblicato il 07 Ott 2120  11:03
Che quella 2020/21 sarà una stagione difficile per lo sport nazionale, è innegabile. Navigare a vista monitorando lo sviluppo dei contagi sembra essere l'unico approccio razionale; in questi giorni tante volte si sono messi a paragone i diversi sport di squadra ed il loro diverso approccio all'emergenza Covid-19.
Ne abbiamo parlato con Stefano Bellotti, Responsabile Area Periferia e tecnico sportiva della FIPAV - Federazione Italiana Pallavolo.
"Innanzittutto, sgombriamo il campo: non vi è motivo di dibattere su quale sia la federazione meglio preparata in quanto tutte sono in estrema difficoltà nel prevedere possibili scenari futuri - ha spiegato il dirigente del volley azzurro -. L'approccio della Federvolley è sicuramente quello di tutelare la salute di tutti i suoi tesserati ed agire con estrema prudenza. Anche noi ci siamo messi a lavoro stilando dei protocolli in base alle attività che ci competono. C'è un dibattito aperto con le Leghe maschili e femminili per l'alto livello con un protocollo che prevede per le squadre un test tampone rapido (antigen salivare molecolare) o un tampone molecolare, unico validato dal sistema sanitario nazionale per certificare l'effettiva positività di un soggetto. Si tratta sicuramente di un protocollo rigido e dispendioso economicamente per le società ma che tutela la salute dei componenti del gruppo squadra. Devo dire che le Leghe Serie A hanno fatto un gran lavoro in accordo con la nostra Federazione ed insieme abbiamo tracciato un percorso consono per consentire a tutti di effettuare la propria attività agonistica".
 
Come viene gestita la situazione di positività di un atleta?
"Anche per la pallavolo nazionale il protocollo, in questo caso, prevede l'isolamento obbligatorio dell'atleta positivo sottoponendo il resto della squadra ad isolamento fiduciario in attesa che vengano effettuati tamponi per tutti. Qualora si verificasse la negatività dei soggetti si dovrà ripetere nelle 72 ore successive un nuovo tampone".
 
Pallanuoto e volley, due sport di squadra, entrambi vincenti ma differenti nelle governance e nelle dinamiche, oltre che nell'habitat in cui vengono praticati. Ma come ci si organizzerà per i tornei junior e senior che non siano i massimi campionati?

"E' chiaro che parlando di Serie B, serie C o campionati giovanili, non possiamo non tener conto del fatto che tanti di questi atleti sono giovani studenti. La riflessione, dunque, fatta è questa: ipotizziamo per tutte le categorie un tempo zero entro il quale i componenti del gruppo squadra dovranno sottoporsi ad un test sierologico in modo di avere una fotografia storica di tutti i nostri atleti; da quel momento, poi, si dovranno effettuare una serie di controlli che prevedono la classica misurazione della temperatura, l'autocertificazione controfirmata ed il costante monitoraggio da parte dei clubs. Lo stesso protocollo vale anche per gli ufficiali di gara in relazione alla categoria di appartenenza".
 
Il presidente della FIN Paolo Barelli ha lanciato un grido d'allarme auspicando una revisione dell'attuale normativa per salvare gli sport di squadra.
"Sono d'accordo con Barelli. Personalmente auspico che si vada verso l'uniformità di normative. C'è troppa confusione con un rimbalzo di norme dal governo alle regioni che possono determinare una disparità di trattamento nell'ambito delle autonomie locali. E' inevitabile che dobbiamo attendere la redazione del nuovo Dpcm ben consapevoli che dovremmo affrontare una stagione complicata con possibili nuovi lockdown nazionali o locali, rinvii di partite o slittamenti di date".
 
Anche il tema della resposabilità in caso di contagio ha fatto discutere gli addetti ai lavori.
"Il nostro Presidente è dal primo giorno di riapertura che ha fatto accorati appelli per un chiarimento sul concetto di responsabilità. Le Federazioni devono mettere in chiaro i protocolli ma è inevitabile che non ci si possa sottrarre ad alcuni aspetti di responsabilità che comunque ricadono anche sulle società. Le faccio una domanda: in caso di positività di un collaboratore, è sicuro che il responsabile sia solo il datore di lavoro? Ed inoltre, come si dimostra che il virus sia stato contratto in una palestra o una piscina? E' difficile risalire oppure contestualizzare. Si tratta comunque di un discorso molto delicato".
 
Anche la Federazione Italiana Pallavolo in queste ore si sta trovando a gestire una situazione di positività Covid-19: si tratta di sette membri della delegazione azzurra Under 20 di ritorno dagli europei maschili di Brno (Repubblica Ceca). Come si comporterà la Federazione Italiana Pallavolo qualora la curva epidemiologica dovesse risalire? C'è il rischio di dover affrontare una "stagione bianca"?
"Non me lo voglio augurare. Viviamo giorno per giorno valutando tutti gli scenari possibili con un approccio prudente ma positivo. Vogliamo ripartire ma con la consapevolezza che ci troviamo dinanzi ad un percorso ad ostacoli. Nel caso dovesse verificarsi un aumento di contagi oppure una situazione non gestibile, siamo pronti, in maniera responsabile, a prendere una decisione drastica che salvaguardi la salute degli addetti ai lavori".
Gianluca Leo
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Perché le economie le dovrebbero cercare le società e non la federazione ? Con i soldi dei collegiali ci si pagano i tamponi, con quello di Siracusa estivo avrebbero coperto già buona parte dei costi... e questo per la A1. Per le altre categorie che si fa ? Non è che giocare in A2 in B in C o promozione o giovanili ti rende immune dal problema... Chiaro che per la B ad esempio manca ancora "tanto" tempo e c'è tempo per "fare ragionamenti" , talmente tanto che manco si sa quali sono le squadre. Fare ragionamenti... questa frase abusata quando non hai un caxxo di idea sul da farsi
13 R
 
Comunque questo, giuste o sbagliate che siano, ha delle idee.
Vigile
 
La soluzione potrebbe essere la seguente: 2 concentramenti al mese in piscine "neutre". Metà delle squadre giocano in un campo neutro per il centro-nord e l'altra metà al centro sud. Esempio: 6/7 squadre vanno a giocare ad Ostia e 6/7 a Bologna. Le squadre giocano 2-3 partite a testa tra sabato e domenica. I soldi risparmiati dalle mancate trasferte andranno a coprire il costo dei tamponi che dovranno essere svolti ad atleti, tecnici e dirigenti il giovedì prima delle partite. In caso di positivo si segue il protocollo del calcio.
Aldo