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Editoriale

Alessandro Bovo «Io doppiamente orgoglioso: da papà e da allenatore dell'An»

  Pubblicato il 30 Dic 2122  08:35
Riproponiamo l'intervista che Sandro Bovo, tecnico dell'AN Brescia, ha rilasciato a Fabrizio Vertua di Brescia Oggi per tracciare un bilancio dell'anno che volge al termine.
 
Il 1° gennaio compirà 54 anni, 15 dei quali trascorsi a Brescia, divenuta la sua città adottiva. Alessandro Bovo ha vinto tutto quello che si poteva vincere da giocatore, dall'Oro ai Giochi di Barcellona 1992 in giù, sicuramente meno di quanto meriterebbe da tecnico con l'An Brescia: una Coppa Italia nel 2012, un Euro Cup nel 2016 e uno Scudetto nel 2021. Bovo è reduce da 3 giorni in Germania per assistere, al Semperoper a Dresda, allo Schiaccianoci che ha visto nel ruolo di prima ballerina e protagonista Evelyn, l'unica delle 4 figlie a non giocare a pallanuoto.
 
Bovo, un Natale diverso ma molto emozionante.
Sì, dopo oltre 15 anni di dura gavetta è stato bellissimo vedere mia figlia danzare in un teatro prestigioso davanti a oltre 1300 persone. In Germania c'è una grande cultura per l'opera e per la mia Evelyn questo è un traguardo straordinario.
 
Parlando di pallanuoto e della sua An, cosa resta del 2022?
Per ciò che riguarda la scorsa stagione un grande exploit in Champions, nonostante il cambiamento di ben 5 elementi dalla squadra che ha vinto lo scudetto. Qualche difficoltà in più durante il campionato e i play-off scudetto, ma anche in finale ci siamo battuti fino all'ultimo. Quest'anno ci siamo presentati con una squadra più forte, consci di non essere fra i favoriti, ma che il nostro progetto di ricostruzione è solo a metà.
 
Il suo più grande rimpianto?
Nessuno: in Champions abbiamo perso in semifinale contro il Novi Beograd che ha più qualità, nella finale-scudetto abbiamo portato in gara-3 il Recco, che in 2 anni ha subìto 5 sconfitte e 4 contro di noi. La più grande soddisfazione? Il nostro atteggiamento, sempre combattivo, mai domo, una mentalità vincente e il non partire mai battuti, volersi sempre migliorare. L'inserimento di alcuni giovani dal vivaio, la crescita della A2 e del vivaio sono le soddisfazioni di questo 2022.
 
Quale squadra l'ha stupita di più in Europa?
Proprio l'An Brescia. Abbiamo vinto un girone di una difficoltà incredibile. A livello personale e come squadra abbiamo ricevuto i complimenti da tutti gli addetti ai lavori e dai nostri stessi avversari,:ripartire così dopo grandi cambiamenti e vincere quel girone è stata un'impresa. Se poi il Recco vince la coppa sta nell'ordine delle cose, così come che il Novi Beograd arrivi 2°.

Quale giocatore l'ha impressionata di più dei suoi?
Sono molto contento di Tesanovic, che ha ampi margini di crescita e può diventare la chiave di volta delle nostre future vittorie. Dopo l'addio di Del Lungo era la scelta più difficile, il portiere è determinate per una squadra.
 
Un bilancio di questa prima parte di stagione?
Buono. È stata sancita l'ottima qualità dell'An Brescia, a cui sembra mancare ancora qualcosa per essere veramente grande. Le uniche 2 sconfitte sono contro Recco e Novi Beograd, con l'Olympiacos le più forti d'Europa. Sono il nostro obiettivo, dobbiamo ripartire da queste 2 sconfitte, 2 partite completamente diverse: con il Recco siamo stati al di sotto delle nostre possibilità, ma in questi mesi siamo cresciuti come squadra e con il Novi ce la siamo giocata. Fondamentale è la crescita di alcuni giocatori, che hanno ancora margini. Il lavoro nostro è quello di puntare sulla loro crescita fisica, tattica e mentale. Un giorno, ne sono certo, le batteremo pur non essendo favoriti.
 
Dal 2008 al 2023: sono quasi 15 anni di panchina ininterrotta a Brescia. Al di là di aspetti statistici e record, quali sono gli stimoli per restare a lavorare in questo ambiente?
La cultura sportiva calcistica di questo Paese è fuorviante. In altri sport le panchine sono più longeve. Lo scudetto che abbiamo vinto non ha cambiato nulla nella mia mentalità. Sono contentissimo di averlo conquistato, ma altrettanto orgoglioso dei secondi posti ottenuti quando ci definivano squadra da lotta per la salvezza. Faccio il lavoro che più mi piace, fatico a pensarmi al di fuori di Brescia, soprattutto da quando c'è la società An. Sento di aver contribuito alla crescita e all'affermazione di questa realtà, mi sento parte di questo. Non mi vedrei su altre panchine, se non per necessità. L'An Brescia fa parte di me. E ogni anno ho ancora più voglia di vincere. .
 
 
Nelle foto:  Alessandro Bovo alla guida dell'AN Brescia 
Alessandro Bovo e la figlia Evelyn a Dresda dopo l'esibizione di quest'ultima al teatro Semperoper. Evelyn è l'unica delle 4 figlie di Bovo a non giocare a pallanuoto