Volpi al Corriere della Sera: «Vendo lo Spezia e mi godo la Pro Recco: è molto meglio del calcio»
Pubblicato il 25 Feb 2121 11:35
Nell'intervista rilasciata al giornalista Stefano Agresti e pubblicata domenica dal Corriere della Sera l'imprenditore Gabriele Volpi ha raccontato i retroscena della trattativa che ha portato alla cessione dello Spezia al gruppo americano Platek evidenziando la sua scelta di concentrare tutte le sue energie nel mondo sportivo sulla Pro Recco.
Ne riportiamo di seguito i passaggi più significativi:
"Da Recco a La Spezia il tragitto è breve, nemmeno cento chilometri, ma per percorrerlo Gabriele Volpi l’ha presa larga: prima Milano, per inseguire un lavoro a metà anni Sessanta, quindi l’Africa, soprattutto la Nigeria, per fare fortuna. Non ha però dimenticato le origini e ha restituito qualcosa alla sua Liguria: 15 scudetti e 6 Champions League con la pallanuoto, lo sport che praticava da ragazzo, e la serie A con il calcio. Fino a ieri, quando ha ceduto lo Spezia, squadra sorpresa della serie A, all’americano Platek. Ora gli rimane la Pro Recco."
Non le dispiace lasciare lo Spezia?
«A noi rimane il legame affettivo, io mi tengo la Pro Recco. È anche una scelta di cuore, giocavo a pallanuoto prima di lasciare tutto per lavorare, tanti anni fa. Ma non ho rimpianti, mi sa che ho fatto la scelta giusta».
Non solo lo Spezia, sono tanti i club finiti nelle mani degli americani.
«In effetti ci sono la Roma, la Fiorentina, il Parma, il Milan. Significa che gli investitori Usa ritengono il nostro calcio un buon business».
Lei non crede che lo sia?
«La pallanuoto è più semplice: compri tre giocatori forti e sai che vincerai, io l’ho fatto e la Pro Recco ha conquistato tutto quello che poteva in Italia e all’estero. Il calcio è molto più complicato e selettivo, magari di giocatori ne acquisti dieci e alla fine retrocedi».
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