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La seconda semifinale della Final Four di Champions League conferma l’estremo equilibrio che caratterizza una manifestazione nella quale si fronteggiano quattro corazzate allestite per contendersi la vittoria del titolo, formazioni che, insieme al Barceloneta, rappresentano il meglio del panorama continentale. Al termine di una battaglia nella quale le due squadre si alternano al comando delle operazioni la spunta il Ferencvaros che s’impone 18-17 dopo i tiri di rigore, prima volta nella storia del torneo che entrambe le semifinali si risolvono con la serie dei tiri dai cinque metri, e si qualifica per la finalissima di domani contro la Pro Recco, rivincita della finale persa nel 2021 a Belgrado contro i biancocelesti allenati allora da Gabi Hernandez. Ad essere decisivo, ancora una volta, per le sorti dei suoi Soma Vogel, autore nei quattro tempi di una prova dall’andamento altalenante, che in una lotteria dei rigori nella quale tutti i tiratori sono, fino a quel momento, infallibili respinge con la testa la violenta conclusione scagliata da Skoumpakis e dà il là alla festa dei suoi. Il Novi paga a caro prezzo l’assenza dello squalificato Jaksic, espulso nel finale della sfida conclusiva del quarter final stage giocata alla Ferro, la continua alternanza del duo di portieri che non riesce a regalare alla squadra la necessaria sicurezza e l’energia spesa per riuscire a stare in partita quando a fine terzo tempo l’arbitro espelle Filipovic per gioco violento ponendo così fine nel modo più triste alla leggendaria carriera del mancino con la calottina numero dieci. In una partita che si gioca su ritmi meno frenetici della prima il sette in calottina scura prova per primo a rompere gli equilibri con il break di 3-0 che gli permette di salire sul 6-4 ad inizio secondo parziale ma la reazione dei magiari, trascinati dalla cinquina dello scatenato Mandic che ha evidentemente tanta voglia di riscattarsi contro la formazione che lo scorso anno lo aveva messo fuori rosa, è veemente e produce un devastante parziale di 5-0 che capovolge l’inerzia della contesa. La truppa di Gocic ha il merito di non disunirsi, riesce a tornare sotto, si regge sulla vena realizzativa di Vlachopoulos, miglior marcatore dei suoi con un poker, e sulla prova a tutto campo di uno splendido Cuk che segna e dispensa assist al bacio recupera il divario accumulato. La stilettata in superiorità numerica di Merkulov regala l’ultimo vantaggio agli ungheresi ad inizio quarto parziale ma il titolare della calottina numero cinque ospite non ci sta e a meno di due minuti dal termine sigla il definitivo 13-13 che spedisce la sfida ai rigori per l’epilogo già descritto.  

Credit: European Aquatics