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Ungheria campione d'Europa, il Settebello perde con la Serbia (7-8) e chiude al sesto posto

  Pubblicato il 26 Gen 2020  22:14
TABELLINI E CRONACA MINUTO PER MINUTO DI TUTTE LE PARTITE SU
 
PREMI SPECIALI
Miglior portiere: Lopez Pinedo (Spagna)
MIglior giocatore: Denes Varga (Ungheria)
Capocannoniere: Kharkov (Russia) con 21 reti
   
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Finali - Domenica 26 gennaio

1-2 posto
UNGHERIA-SPAGNA 14-13 d.t.r
BUDAPEST - L'Ungheria di Tamas Marcz vince una delle più belle partite di tutti i tempi e sale sul gradino più alto del podio. I padroni di casa la spuntano ai rigori, soluzione che non piace a molti, considerata ingiusta, ma indubbiamente spettacolare. Tanto più se, dopo nove penalty andati a segno, a decidere è la parata di un secondo portiere, Vogel, il vice di Nagy, che ha detto no alla conclusione di Granados. Anche Martin, formidabile allenatore della Spagna, per gli ultimi due penalty si è giocato la carta del secondo portiere (Lorrio) ma è stato premiato il coraggio di Marcz, non il suo.
Vittoria meritata? Diciamo di sì, perchè dopo l'1-3 iniziale della Spagna e l'aggancio dell'Ungheria (3-3) sono stati sempre i padroni di casa a mettere la testa avanti nello straordinario, indimenticabile botta e risposta fino al 9-9 dei tempi regolamentari, nel quale si sono viste conclusioni vincenti di strepitosa bellezza (su tutte la morbida palomba di Larumbe, gol del 5-5) e perfino un autogol di Zalanki, che ha completato così la sua particolare partita che lo ha visto segnare due gol e toglierne un altro praticamente già fatto dalla porta di Nagy.
Partita magnifica, con il pubblico con il fiato sospeso - oltre che durante i rigori - nelle ultime battute dei tempi regolamentari, nei quali ogni tiro poteva risultare decisivo. Si può facilmente immaginare, in particolare, lo stato d'animo dei tifosi di casa quando a 20" dalla fine, sul punteggio di 9-9, Felipe Perrore ha rubato un pallone nella propria difesa e si è involato sulla fascia sinistra, da dove proprio allo scadere ha fatto partire una conclusione maligna tra palo e portiere che Nagy ha fatto sua mandando le due squadre ai rigori.

3-4 posto
MONTENEGRO-CROAZIA 10-9
(ha arbitrato Colombo)
 
5-6 posto
ITALIA-SERBIA 7-8 (2-3, 4-1, 0-2, 1-2)
Italia: Del Lungo, Di Fulvio 3, Luongo , Figlioli 2, Fondelli, Velotto, Renzuto Iodice, Echenique, Figari, Bodegas 1, Aicardi 1, Dolce, Nicosia. All. Campagna.
Serbia: G. Pijetlovic, Mandic 1, Dedovic, Randjelovic 1, Cuk 1, D. Pijetlovic, Vico, Aleksic 2, Jaksic 1, Filipovic 2, Prlainovic, S. Mitrovic, B. Mitrovic. All. Savic.
Arbitri: Kun (Hun) e Zwart (Ned).
Superiorità numeriche: Italia 4/12, Serbia 5/10 (di cui una doppia) + un rigore realizzato da Filipovic all'inizio del primo tempo.
Note: uscito per limite di falli Figlioli (I) nel terzo tempo. Ammonito per proteste Campagna (all. Italia) all'inizio del quarto tempo.
 
IL NOSTRO SERVIZIO
BUDAPEST - Per come ci hanno dato dentro non sembrava una finale per il quinto posto. Le due squadre ci tenevano a vincere. Si è visto dal modo in cui la panchina serba ha esultato dopo il gol decisivo di Mandic, e anche dalla doppia arrabbiatura di Campagna dopo il gol del 6-6 realizzato alla fine del terzo tempo da Jaksic (in elevazione con l'uomo in più) e dopo la superiorità negata agli azzurri sul punteggio di 7-8 a un minuto dal termine. L'uomo in più è arrivato lo stesso, ma Pijetlovic ha negato il pareggio ad Aicardi evitando i rigori.
Il Settebello, per quello che si è visto oggi in acqua, avrebbe meritato di più da questa gara. Partita nel complesso molto buona in difesa, eccellente nella seconda frazione quando con un parziale di 4-1 gli azzurri hanno capovolto il 2-3 iniziale a favore dei serbi: 6-4 a metà gara, un +2 legittimo costruito (oltre che con un'ottima difesa protetta egregiamente da Del Lungo) con le doppiette di Figlioli e Di Fulvio. Poi, però, nella seconda parte della gara, pur continuando a giocare all'altezza della situazione nelle retrovie, gli azzurri non sono stati altrettanto incisivi in attacco e la Serbia ne ha approfittato per mettere a segno tre gol di fila restituendo il sorpasso (6-7) all'inizio della quarta frazione. E qui la sfida tra i campioni del mondo e i campioni olimpici si è chiusa degnamente con due gol di straordinaria bellezza: quello dal centro di Aicadi (7-7), che a Budapest ha fatto vedere giocate degne di un posto tra i migliori sette dell'Europeo, e quello decisivo di Mandic con una fucilata da incorniciare e da portare a far vedere in tutte le scuole di pallanuoto.
Mario Corcione
 
IL COMUNICATO DELLA F.I.N.
Il Settebello perde 8-7 dalla Serbia, oro olimpico a Rio 2016, e termina la sesto posto la 34esima edizione dei campionati europei di pallanuoto alla Duna Arena di Budapest.
La partita. I primi in acqua sono Del Lungo, Di Fulvio, Renzuto Iodice, Echenique, Aicardi, Velotto e Figari. La Serbia passa al primo affondo con il rigore trasformato da Filipovic e conquistato dal centroboa Jaksic. Branislav Mitrovic dice no ad Aicardi ma poi è affondato dalla botta dai sei metri di Di Fulvio (1-1). Il veloce giro palla degli azzurri dà i propri frutti: Figlioli serve al centro Bodegas che da due metri fissa il 2-1 in extraplayer. Immediato il pareggio dei serbi con Aleksic (doppia superiorità numerica) per il 2-2. Slavi avanti con l'alzo e tiro di Filipovic che sigla il 3-2 dopo otto minuti di gioco.
Ritmi non eccessivamente alti ma lo spettacolo non manca. Il diagonale di Figlioli (superiorità) riequilibra il punteggio dopo novanta secondi dall'inizio del secondo tempo. Del Lungo è superbo su missile di Mandic; il Settebello passa avanti nell'azione succestiva con il missile da zona quattro di capitan Figlioli che non lascia scampo al numero uno serbo (4-3). Poi botta e risposta tra Di Fulvio e Randjelovic, entrambi a segno con l'uomo in più (5-4). Di Fulvio è in versione extralusso e dai sette metri scarica un destro tutto potenza e precisione alle spalle di Mitrovic per il 6-4 a metà gara.
Si riparte con la Serbia che si rimette in scia con Cuk che non perdona dal perimetro e sigla il 6-5. Gli azzurri forzano un paio di conclusioni, Figlioli va fuori per tre falli; in seguito il 6-6, che chiude il terzo periodo, arriva da Jaksic (extraplayer) che da due passi supera Del Lungo.
Vantaggio serbo in apertura di ultimo quarto con la ripartenza iniziata da Mandic e conclusa da Aleksic (7-6). Settebello dalle mille risorse e punteggio che torna in equilibrio con lo schiaffo di Aicardi, su imbeccata perfetta di Renzuto Iodice (7-7). Del Lungo dice no alla botta di Randjelovic dai quattro metri. Poche energie e tanto agonismo in acqua. I campioni olimpici rimettono la freccia con il diagonale di Mandic che toglie la ragnatela dal sette e vale l'8-7 a poco più di due minuti dalla conclusione. A quartanove secondi chance per il Settebello con l'uomo in più; Campagna chiama il secondo time out a disposizione ma Mitrovic dice no ad Aicardi. Il punteggio non cambia: la Serbia chiude quinta e i campioni del mondo sesti EuroBudapest 2020.
Le parole del commissario tecnico Alessandro Campagna. "Buona la gestione della partita. Ci è mancata un po' di forza nel finale, ma anche quando hanno preso loro il sopravvento con il pressing, è sempre stato poco pagato perché abbiamo preso poche espulsioni nella seconda parte. La squadra mi è piaciuta e il fatto di aver giocato alla pari con la Serbia, che non si è certo risparmiata, ci deve dare confidenza in prospettiva futura. Assolutamente meglio di come ci siamo comportati con il Montenegro: un passo avanti".

7-8 posto
RUSSIA-GRECIA 9-11
 
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Semifinali - Venerdì 24 gennaio
 
5-8 posto
ITALIA-RUSSIA 14-12 (5-3. 4-4, 3-1, 2-4)
Italia: Del Lungo, Di Fulvio 2, Luongo, Figlioli 2, Fondelli, Velotto 2, Renzuto Iodice 2, Echenique 1, Figari 2, Bodegas, Aicardi 3, Dolce, Nicosia. All. Campagna.
Russia: Fedotov, Suchkov 1, Vasilev, Dereviankin 1, Ashaev, Kharkov 3, Merkulov, Nagaev 1, Bychkov 3, Kiselev, Lisunov 2, Shepelev 1, Statsenko. All. Evstigneev.
Arbitri: Berishvili (Geo) e Dervieux (Fra).
Superiorità numeriche: Italia 3/11 + due rigori, Russia 6/15 + un rigore. Nel quarto tempo espulso Aicardi (1'19") per proteste. Sempre nel quarto tempo (5'29") Figlioli fallisce un rigore (parato).
 
LA PARTITA VISTA DA MINO MARSILI
Azzurri bene in attacco, male in difesa.
"Settebello a sprazzi, ha alternato cose buone ad altre decisamente meno. Era anche prevedibile, non è facile per una squadra campione del mondo smaltire la delusione di un'eliminazione, giocare con una concentrazione costante, con la dovuta attenzione in difesa. Oggi abbiamo preso 12 gol dalla Russia, sinceramente sono troppi".

Niccolò Figari ha festeggiato con una vittoria il suo 32° compleanno.
"Ed ha giocato bene anche oggi. Per me è l'azzurro che ha convinto maggiormente in questi Europei.

Ed adesso la finale per il 5° posto.
"Ci sarà la Serbia dall'altra parte della vasca. Nei pronostici di molti doveva essere la finale per l'oro, ma potrà offrire comunque agli azzurri l'opportunità di finire in modo degno questo Europeo".
 
IL NOSTRO SERVIZIO
BUDAPEST - Non parliamo di pronto riscatto, non è proprio il caso. Però di vittoria beneaugurante si, perchè la Russia è una buona squadra: ha fatto un ottimo Europeo, un figurone contro Serbia e Ungheria. E se oggi avesse avuto tra i pali Del Lungo (gran partita la sua) al posto del tandem Statsenko-Fedotov (che Evstigneev ha alternato senza apprezzabili risultati) forse l'Italia domenica avrebbe fatto la finale per il 7° posto e non quella per il 5° contro la Serbia.
Al di là della brutta percentuale con l'uomo in più (3 su 11) l'Italia ha giocato una buona partita in attacco, soprattutto nei primi cinque minuti: 5 gol e 100% in fase di conclusione. Niccolò Figari ha subito festeggiato nel migliore dei modi il suo 32° compleanno: bel diagonale vincente dopo soli 27" e subito dopo assist ad Aicardi per il suo bellissimo schiaffo vincente in acrobazia.
Però in difesa il Settebello è stato un pianto. Buona parte dei dodici gol presi dalla Russia sono frutto di ingenuità, di scarsa attenzione, di poca voglia di alzare il braccio al momento opportuno. E la Russia ne ha approfittato per raggiungerci sul 5-5. Però poi la maggiore classe degli azzurri è emersa e i nostri avversari sono finiti nuovamente indietro (12-8). Bella doppietta di Renzuto, splendido gol in entrata di Di Fulvio, che poi ha dispensato assist assieme ad un lucidissimo Velotto. E Aicardi al centro è stato uno spettacolo, così come la cannonata vincente di Figlioli dal lato cattivo che ha rischiato di buttare giù la porta avversaria.
Guadagnato il +4, gli azzurri sono andati nuovamente in coma profondo in difesa e, se non ci fosse stato Del Lungo, la Russia probabilmente avrebbe raggiunto prima quel -1 (13-12) che poi Velotto ha annullato a un minuto e mezzo dal termine con la rete del definitivo 14-12 in superiorità.
Mario Corcione
 
 
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Quarti di finale - Mercoledì 22 gennaio
 
ITALIA-MONTENEGRO 8-10 (3-3, 3-4, 1-2, 1-1)
Italia: Del Lungo, Di Fulvio, Luongo 1, Figlioli, Fondelli, Velotto, Renzuto Iodice 1, Echenique 1, Figari 2, Bodegas 2, Aicardi, Dolce 1, Nicosia. All. Campagna.
Montenegro: Lazovic, Brguljan 1, Radovic 1, Petkovic 4, Cuckovic, Obradovic, Vidovic, Durdic, Ivovic 1, Spaic 1, Draskovic 2, Pjesivac, Tesanovic. All. Gojkovic.
Arbitri: Stavridis (Gre) e Zwart (Ned).
Superiorità numeriche: Italia 3/15 + un rigore, Montenegro 5/8 + un rigore.
Note: nel primo tempo Luongo (I) fallisce un rigore (traversa) al minuto 3'07". Espulso per proteste Vidovic (M) al minuto 0'29" del quarto tempo. Usciti per limite di falli Cuckovic e Radovic (M) nel quarto tempo.
 
LA PARTITA VISTA DA MINO MARSILI
Fuori anche il Settebello.
"Vittoria meritata del Montenegro, proprio nulla da dire. La squadra di Gojkovic ha fatto una gara magnifica, al di sopra delle proprie possibilità. L'Italia vista oggi, al contrario, non era quella di Gwangju. Troppi gli errori in superiorità numerica, il Settebello ha chiuso il match con il 20% di realizzazione. Con queste cifre non puoi sperare di battere una squadra come il Montenegro che oggi è stato quasi perfetto. Qui a Budapest, alla vigilia di questa partita, ho discusso con amici della pallanuoto sulle insidie che nascondeva questa gara: tutti siamo stati concordi nell'affermare che se i montenegrini avessero fatto una grande gara e l'Italia non fosse stata alla loro altezza ci sarebbe potuta scappare anche la sconfitta. E così è stato, purtroppo".
Forse i montenegrini, che al contrario degli azzurri non avevano il visto per Tokio, hanno giocato con una voglia di vincere superiore.
"La fame del Montenegro era evidente, si è vista su ogni pallone che gli uomini di Gojkovic hanno toccato. Tuttavia il Settebello non mi è dispiaciuto. Gli azzurri sono stati anche sfortunati: in più di un'occasione conclusioni che sembravano a botta sicura sono state respinte dal palo interno e sul capovolgimento di fronte il Montenegro ci ha punito".
Il migliore tra gli azzurri?
"MI è piaciuto Figari, ha fatto due gol e ha lottato come un leone fino alla fine".
 
IL NOSTRO SERVIZIO
Anche il Settebello è out. Buttato fuori da un Montenegro che ha fatto la partita perfetta. E che ha mostrato una fame di vittoria superiore rispetto agli azzurri. Una fame facilmente spiegabile: gli uomini di Gojkovic, al contrario degli azzurri, sono scesi in acqua senza il pass olimpico in tasca.
Il Settebello, inoltre, ha pagato con la mancata qualificazione alle semifinali la scarsissima percentuale con l'uomo in più (3 su 15, dovuto anche alle grandi parate di Lazovic), l'insufficiente rendimento con l'uomo in meno (5 su 8) e il non perfetto controllo della gara, che ha consentito ai nostri avversari di partire più volte in contropiede.
Gli azzurri, tuttavia, nei primi due tempi avevano espresso percentuali al tiro soddisfacenti: 6 gol (realizzati da altrettanti giocatori) su un totale di 13 conclusioni. Poi nella seconda parte di gara hanno rovinato tutto con un modestissimo 2 su 14 per un totale di 8 su 30. Di questo calo di rendimento ha approfittato nel migliore dei modi il Montenegro, la cui vittoria assume ancor più rilevanza se si considera che in fase di conclusione ha dovuto fare a meno di Ivovic, al quale gli azzurri hanno riservato lo stesso spietato controllo che i montenegrini hanno dedicato a Di Fulvio. Inoltre - e anche questo non è un particolare da poco - la squadra di Gojkovic ha dovuto fare i conti con un arbitraggio al limite della decenza, che ha seppellito i montenegrini sotto una valanga di superiorità nella seconda parte della gara: 10 in totale, tutte sbagliate dagli azzurri. Partita da dimenticare.
Mario Corcione
 
 
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Terza giornata - Sabato 18 gennaio
 
ITALIA-GEORGIA 18-6 (4-1, 3-2, 5-3, 6-0)
Italia: Del Lungo, Di Fulvio 1, Luongo 3 (2 rig.), Figlioli 2, Fondelli 1, Velotto 1, Renzuto Iodice 3, Echenique 2, Figari, Bodegas 3, Aicardi 2, Nicosia. All. Campagna.
Georgia: Shubladze, Kavtaradze, Tsrepulia 1, Imnaishvili, Bitadze 1, Jelaca, Jakhaia 1, Bagaturia, Rurua 1, Magrakvelidze 2, Baraldi, Vapenski , Razmadze. All. Chomakhidze.
Arbitri: Horvath (Svk) e Tiozzo (Cro).
Superiorità numeriche: Italia 7/11 + un rigore realizzato da Luongo, Georgia 1/8.
Note: a 3'13" del quarto tempo Nicosia sostituisce Del Lungo tra i pali azzurri. Uscito per limite di falli Tsrepulia (G) nel quarto tempo. Nella Georgia in porta il numero 13 Razmadze.
 
LA PARTITA VISTA DA MINO MARSILI
Un giudizio globale sulla gara.
"Vittoria nettissima, Settebello superiore agli avversari sotto tutti i punti di vista. Mi ha un po' deluso la Georgia, mi aspettavo qualcosa di più e invece dopo una prima parte di gara abbastanza buona si è sfaldata sotto i colpi di un'Italia che sta crescendo sul piano della condizione, secondo i piani di lavoro portati avanti da Campagna e dal suo staff".
I migliori tra i gli azzurri?
Luongo su tutti. Ottimo approccio alla gara, anche in difesa. AIcardi ha tenuto molto bene i due metri, Figlioli ha fatto gol e assist".
E ora il Montenegro nei quarti.
"Partita difficilissima contro una squadra forte fisicamente e non solo. Un nome su tutti: Ivovic, non scopro certo la luna. Ci attende una battaglia".
 
IL NOSTRO SERVIZIO
La Georgia non è la Francia. Grazie alle naturalizzazioni di Baraldi, Jelaca e Vapenski ha alzato notevolmente il suo potenziale.
Ma non è nemmeno l'Italia. E perde nettamente, nel rispetto delle previsioni. E' bastato che il Settebello alzasse il livello di concentrazione, rispetto alla partita con la Francia, per ottenere agevolmente la vittoria, il successo nel girone e l'accesso diretto ai quarti di finale nei quali affronterà il Montenegro, che ovviamente negli ottavi avrà la meglio sulla Turchia.
Poco da dire sulla gara contro la Georgia. Dopo qualche confidenza di troppo ai nostri avversari in avvio (1-1), allungo azzurro (5-1), leggero calo di attenzione (5-3 con superiorità del 5-4 fallita dai nostri avversari) e poi Italia tutto d'un fiato verso il 18-6 finale con una valanga di azioni in contropiede che manifestano, oltre alla pochezza della difesa georgiana, anche l'ottima condizione raggiunta dagli azzurri.
Figlioli su tutti: gestione oculata della gara, gol e assist. Difficile dire chi sia stato il più bravo oggi tra lui e Luongo. Bene i due centri Aicardi e Bodegas, Renzuto top scorer con tre gol, prima rete in questo europeo per Aicardi (che schiaccia in superiorità un passaggio di Figlioli), Fondelli e Velotto, entrambi con belle conclusioni da fuori. Il Settebello è in salute, ce ne vorrà tanta per la battaglia nei quarti contro Ivovic e compagni.
Mario Corcione

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Seconda giornata - Giovedì 16 gennaio
 
FRANCIA-ITALIA 7-10 (2-3, 1-3, 2-2, 2-1)
Francia: Garsau, Saudadier, Marion Vernoux 1, Vernoux 2, Khasz 1, Kalinic, Crousillat, Izdinsky 1, Marzouki 1, Canonne, Vapeperstraete, Camarasa 1, Fontani. All. Vukanic.
Italia: Del Lungo, Di Fulvio 3, Figlioli 3 (2 rig.), Fondelli, Velotto, Renzuto Iodice, Echenique 1, Figari 2, Bodegas 1, Aicardi, Dolce, Nicosia . All. Campagna.
Arbitri: Ortega (Spa) e Santos (Por).
Superiorità numeriche: Italia 1/9 + due rigori realizzati da Figlioli nel primo e secondo tempo, Francia 5/15. Usciti per limite di falli Khasz (F) nel terzo, Velotto e Figari (I) nel quarto tempo. Nicosia (I) subentra a Del Lungo a 6'00 del quarto tempo.
 
LA PARTITA VISTA DA MINO MARSILI
Analizziamo Francia-italia con l'aiuto di Mino Marsili.
Scarsa concentrazione degli azzurri, brutta partita, vittoria striminzita.
"Il Settebello non mi è piaciuto affatto. Ha giocato male in ogni zona del campo e ha stentato contro una Francia peraltro apparsa in ripresa".
Entriamo nel dettaglio.
"Passaggi sbagliati, percentuale negativa con l'uomo in più, molte espusioni prese dai centri avversari e, al contrario, scarsi rifornimenti ai nostri centroboa. Partita da dimenticare. Non è piaciuta nemmeno a Campagna, lo ha sottolineato nelle interviste del dopo-gara".
I più bravi tra gli azzurri?
Di Fulvio su tutti, poi Figlioli e Figari. In pratica coloro che sono andati maggiormente a segno.
Tra due giorni c'è la Georgia di Baraldi.
"Speriamo di vedere un impegno maggiore da parte degli azzurri e uno spettacolo più decente".

IL NOSTRO SERVIZIO
Il Settebello è senza Luongo (squalificato) sonnecchia, giochicchia, l'attenzione e la concentrazione sono al minimo, viene penalizzato dagli arbitri, fa 1 su 9 in superiorità e vince lo stesso. Pensate un po' quale deve essere la differenza in questo momento tra Italia e Francia.
Tra gli azzurri meno sparagnini c'è Di Fulvio, che ci tiene a fare gol e si arrabbia giustamente quando lo spagnolo Ortega, ignorando completamente la regola del vantaggio, gli cancella il terzo gol fischiando un tiro di rigore (realizzato da Figlioli) mentre il pescarese sta per buttare il pallone alle spalle di Garsau.
Agli arbitri, tuttavia, va il merito di aver allietato una partita che certo non è stata divertente. Comico il sipiarietto in occasione di una conclusione di Echenique: il tiro sembra finito dentro, ma i direttori di gara non solo non convalidano la rete ma impediscono l'intervento del Var facendo proseguire l'azione azzurra, che si conclude con un gol Di Fulvio, al quale in pratica viene restituito il gol che gli era stato negato prima. Inutile aggiungere altro per una partita che, tra l'altro, nulla avrebbe cambiato all'esito del girone anche se avesse vinto la Francia.
Mario Corcione
 
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Prima giornata - Martedì 14 gennaio
 
ITALIA-GRECIA 10-6 (1-2, 3-2, 3-1, 3-1)
Italia: Del Lungo, Di Fulvio F. 1, Luongo S. 2, Figlioli 2, Fondelli, Velotto, Renzuto Iodice 1, Echenique 2, Figari, Bodegas 1, Aicardi, Dolce 1, Nicosia. All. Campagna.
Grecia: Zerdevas, Genidounias 1, Skoumpakis, Kapotsis 1, Fountoulis 1, Papanastasiou, Dervisis, Argyropoulos 1, Mourikis 1, Kolomvos, Gounas 1, Vlachopoulos, Galanidis. All. Vlachos.
Arbitri: Kun (Hun) e Miskovic (Mne).
Superiorità numeriche: Italia 5/12 + un rigore, Grecia 3/12.
Note: usciti per limite di falli nel quarto tempo Aicardi e Figari. Di Fulvio ha sbagliato un rigore (parato).
 
LA PARTITA VISTA DA MINO MARSILI
Un giudizio sulla gara del Settebello.
"Vittoria meritata, buona prestazione degli azzurri. Nel primo tempo hanno saputo soffrire contro una Grecia molto pimpante, poi dopo due tempi equilibrati hanno imposto la legge del più forte, la loro superiorità. Ed è arrivato un successo netto, con un +4 finale che ci sta tutto".
La chiave del successo azzurro?
"La bravura di Campagna nel dare tranquillità alla squadra in una prima parte di gara difficoltosa, con una Grecia superiore alle aspettative, e l'abilità degli azzurri sulla difesa schierata. Cinque le reti al perimetro, sono davvero tante".
Cosa non è andato bene?
"E indispensabile migliorare la percentuale in superiorità, che è stata insufficiente. Ma bisogna anche tenere conto che si trattava della prima partita. I centri, inoltre, non sono riusciti sempre a tenere la posizione ai due metri, ma il Settebello ha supplito con la grande efficacia nel tiro da fuori".
I più bravi tra gli azzurri?
Proprio coloro che hanno frantumato la difesa avversaria con le loro conclusioni, nell'ordine Figlioli, Echenique e Luongo.
Dopo la partita contro l'Ungheria nel torneo di Cuneo Campagna aveva detto "Siamo indietro, agli Europei sarà dura". E invece il Settebello è stato subito convincente.
"Ho visto un'Italia in salute, e l'aver già conquistato virtualmente l'accesso ai quarti di finale darà l'opportunità a Campagna di preparare nel migliore dei modi la squadra per le sfide decisive, quelle dentro o fuori. Sono molto fiducioso".
 
IL NOSTRO SERVIZIO
Si dice che il terzo tempo nella pallanuoto sia quello della verità. E' un luogo comune, più che altro. Però in Italia-Grecia è stato quello decisivo, quello nel quale gli azzurri hanno costruito la vittoria, hanno toccato l'apice del rendimento in una gara fondamentalmente in crescita.
Primo tempo timido, inconcludente: soltanto quattro tiri verso la porta della Grecia, a bersaglio Luongo in controfuga. Vantaggio iniziale del Settebello e poi sorpasso meritato della Grecia (1-2). Di Fulvio, controllato a vista da Vlachopoulos, attende tempi migliori, che verranno. Nella squadra di Vlachos c'è un'importante novità: un portiere che para. Alla fine saranno 13 gli interventi di Zerdevas, il migliore dei suoi.
Da 4 le conclusioni degli azzurri passano a 9 nella seconda frazione, i gol salgono a tre. Segnano Bodegas, Dolce (che conquista e sfrutta l'uomo in più) e Figlioli, che firma il sorpasso azzurro (4-3) impattato da Fountoulis prima del cambio campo (4-4). Punteggio giusto, equilibrio anche nelle superiorità (3 su 8 a testa) e l'impressione che la gara si deciderà soltanto nel finale perchè la Grecia è completamente diversa, in meglio, rispetto a quella di Cuneo.
E invece a metà della terza frazione, nonostante i due falli gravi a carico di Aicardi, il match si colora di azzurro carico come il braccio di Francesco Di Fulvio, Figlioli e Stefano Luongo che impallinano Zerdevas. Un piccolo capolavoro la rete di Luongo, che poi parte come un direttissimo e conquista un rigore che il portiere greco neutralizza a Di Fulvio. L'Italia gioca benissimo anche in difesa, dove giganteggia Renzuto, e va stretto agli azzurri il +2 (7-5) con il quale la squadra di Campagna va all'ultimo intervallo.
Però c'è ancora il quarto tempo, e c'è Echenique che si è conservato le munizioni per il finale di gara, nel quale i gol del recchelino e le parate di Del Lungo scrivono sul tabellone un +4 finale (10-6) che premia l'abnegazione, la costanza e la solidità di un'Italia che già assomiglia molto a quella di Gwangju.
Mario Corcione
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Del Lungo è fuori discussione come titolare... Nicosia è bravo pero' Tempesti potrebbe essere importante se le partite vanno a finire ai rigori e lo abbiamo visto agli Europei che è facile che i tempi regolamentari finiscano in pareggio con l'equilibrio che c'è adesso... Guardate i risultati dai quarti di finale in poi... tutte le partite sono finite con pochissimo scarto e la finale maschile addirittura pari. E a un certo punto l'allenatore dell'Ungheria durante i rigori ha mandato in porta il secondo portiere che ha una apertura di braccia spaventosa simile a quella di Tempesti, e ha deciso la finale per la medaglia d'oro... e poi avete visto quanti rigori ha parato quest'anno il portiere dell'Ortigia?
Bruno
 
A mio parere questa Serbia poteva essere battuta. Loro mi sembra che abbiano, oltre a una notevole età media, qualche problema con il secondo centro e con i portieri. Se poi manca anche Pijetlovic, fanno fatica. Certo, poi hanno delle super individualità. Noi forse, alla lunga, abbiamo più possibilità di migliorarci. Grandissimo Montenegro.
Nonno Nanni
 

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