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Ai nastri di partenza di un’Olimpiade mai così equilibrata si presentano da campioni del mondo in carica in virtù del successo ottenuto ai tiri di rigore in quel di Doha nella finalissima contro l’Italia. Il nono posto nella rassegna iridata di Fukuoka è stato archiviato come il classico incidente di percorso da un gruppo di assoluto valore che con dedizione e duro lavoro quotidiano è tornato ad esprimersi sui livelli che gli competono con un argento continentale ed un oro mondiale nel giro di poco più di un mese. Ivica Tucak ci accompagna a scoprire l’universo dei barakuda che mercoledì voleranno a Parigi e sono pronti a disputare un grande torneo per provare a lottare per quel titolo olimpico vinto a Londra nel 2012. La ciliegina sulla torta è senza dubbio il ritorno in squadra di Maro Jokovic ma il fuoriclasse mancino è solo uno dei tredici del roster, un gruppo nel quale tutti i giocatori respirano come uno solo.
 
Tra meno di una settimana iniziano le Olimpiadi. Quali emozioni ci regalerà la prossima edizione della rassegna a cinque cerchi?
Le Olimpiadi sono sempre una cosa speciale, il sogno di qualsiasi atleta che gioca a pallanuoto. Aspettiamo l’inizio del torneo, abbiamo fatto tutto nel migliore dei modi e siamo pronti ad affrontare la prima partita.

 

Quanto pesa sul percorso di avvicinamento delle squadre una stagione lunga nella quale si sono già giocati Europei e Mondiali?
Non si torna indietro, Zagabria e Doha sono in archivio. L’obiettivo adesso sono le Olimpiadi, l’unica cosa su cui sono concentrato. Non pensiamo più al passato.

 

In un panorama nel quale almeno sette-otto squadre sembrano avere le carte in regola per il podio quali saranno i fattori decisivi per puntare alla vittoria?
Non so dire esattamente quante squadre possano competere per il titolo. Credo non si sia mai visto un torneo olimpico così equilibrato. La qualità individuale e di squadra, la mentalità vincente e la capacità di gestire i momenti faranno la differenza. La Croazia rientra tra le squadre in grado di lottare fino in fondo.

 

La sua squadra arriva in Francia da campione del Mondo in carica. Da quali certezze è ripartito il vostro cammino dopo il nono posto di Fukuoka?
La vita ha momenti belli e brutti: Fukuoka era un momento brutto ma per noi parlano gli eccellenti risultati conseguiti che confermano la capacità di poter disputare un grande torneo a Parigi.

Che tipo di percorso seguirete fino al giorno dell’esordio con il Montenegro?
Dopo l’ultima partita amichevole contro gli Stati Uniti abbiamo avutodue giorni liberi prima della partenza per Parigi prevista per il 24 e lì ci concentreremo sulla prima partita, la più importante.  Sappiamo il nostro programma e lì concentreremo per fare tutto al meglio.

 

La grande novità rispetto a Doha è il ritorno di Maro Jokovic. Quale valore aggiunto può portare il mancino dello Jug?
Maro è un grande giocatore che ha esperienza e qualità incredibili ma è solo uno dei tredici del gruppo. La nostra forza deve essere il gruppo, il mio lavoro è quello di amalgamarlo e motivarlo, voglio un roster di tredici giocatori che respirano come uno solo
Credit: Andrea Staccioli / Insidefoto / DBM