L'ATTACCO DEL MINISTRO SPADAFORA
LA REPLICA DI BARELLI
La nota d'attacco del ministro dello sport contro la "casta dei baroni", come definisce i dirigenti dello sport che - insieme con gli atleti, le società e associazioni sportive, i lavoratori del settore, gli uffici tutti - hanno contribuito nel tempo ai successi che hanno reso lo sport una delle eccellenze italiane nel mondo, è da respingere come il Testo Unico della riforma.
Ed è respinto in particolare da me, come un attacco politico e personale. Ho più d'una volta detto che le questioni di numero dei mandati e delle incompatibilità sono cose ben diverse rispetto alle norme che debbono guidare il governo dello sport, norme che dovrebbero porre al centro le società e associazioni e la loro tutela, e che invece, nella versione del ministro, così non avviene.
Con questa nota il ministro cerca di dividere il fronte compatto e unitario dello sport che ha respinto nel merito la sua proposta.
Quanto alla mia rielezione da candidato unico (le elezioni la Federnuoto anche precedentemente le indiceva a settembre), evidentemente non c’era uno stuolo di insoddisfatti della gestione che il Consiglio Federale ed io abbiamo condotto negli anni.
Quanto all'incompatibilità fra cariche politiche e sportive, tra le quali il ministro mi invita a scegliere, non mi pare che questa sia attualmente una norma di legge. Deciderò quando lo sarà: la democrazia è questa, rispetto delle regole e non conquista di poltrone.
Quanto alla difesa della base e la tutela dei lavoratori: chi non le vuole? Ma non possono essere solo parole: è il contenuto delle norme che difende l'una e tutela gli altri. La bozza della riforma non promette nessuna delle due cose.
Oggi, unitariamente, senza distinguo, lo sport ha respinto le norme come sono state congegnate e scritte. Non è una nota del ministro che modifica tale realtà.
I VOSTRI COMMENTI
Ci saranno sempre meno contributi a fondo perduto, data la sempre minore ricchezza del paese. Si dovrà, se si vuole sopravvivere, in tempi molto brevi, diventare virtuosi nella gestione dei fondi a debito, siano essi dell'ICS istituto del credito sportivo o bancari!!! La politica dovrà imparare a distribuire il debito... quello "buono", relativo a investimenti e produzione e non quello "cattivo" assistenziale...
Alessandro De Tursi
Non è bastato io scandalo di Roma 2009 a mandare via lui e Malagò, figuriamoci un ministro.
lucas
La doppia carica parlamento è Fin non consentirà mai di essere in sintonia con il CONI nè con il mondo del lavoro degli sportivi. Costi bassi permettono di guadagnare tanti utili anche alle piscine sotto l'influenza a Roma di Barelli..... Ma questo conflitto di interessi è permesso dalla legge. Perciò la pallanuoto o altri sport non cresceranno mai!!
Francesco
Tutto come prima, gli orticelli crescono, i lavoratori sempre piu" dissanguati a favore dei gestori di impianti, soprattutto a Roma............ E lo sport del nuoto è della pallanuoto rimarranno sempre piu" a fondo
Enrico
Grande Ministro, ma da subito!!!!!
Deluso
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