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L’approdo tra le prime otto regala ad entrambe il primo grande obiettivo, il pass per il torneo a cinque cerchi della prossima estate. Adesso con la forza dei nervi distesi e la voglia di arrivare fino in fondo si entra in acqua per giocarsi l’ingresso in zona medaglie.  Nel terzo quarto di finale dei campionati mondiali di Doha la Serbia, prima con tre vittorie in altrettante uscite nel girone C, sfida a Doha, fischio d’inizio previsto domani alle ore 17:00, la Croazia, seconda nel gruppo A che nel crossover ha travolto la Cina. Chi vince affronterà in semifinale la vincente della sfida Ungheria-Francia. Più convincente fin qui il cammino dei serbi che hanno chiuso a punteggio pieno il gruppo, almeno sulla carta, più difficile ed equilibrato del torneo ribadendo di avere tutte le carte in regola per puntare in alto, trascinata dal binomio classe-esperienza dei suoi leader. La sofferta vittoria contro gli Stati Uniti ha ribadito il peso specifico delle prestazioni di Mandic e Jaksic per le fortune dei delfini: il primo è stato il braccio armato che ha martellato sistematicamente la porta americana mentre il secondo ha cambiato la partita provocando l’espulsione di Hallock e da quel momento è salito in cattedra prendendo letteralmente per mano la squadra. Meno fluido il cammino della formazione biancorossa che, dopo il buon esordio contro l’Australia, ha perso nettamente la sfida con la Spagna senza mai lasciar intravedere la possibilità di mettere in difficoltà gli iberici. I barracuda vogliono riscattare il nono posto di Fukuoka e per riuscirci hanno bisogno di sfoderare una prova maiuscola imperniata su quella fase difensiva nella quale Bijac è chiamato a recitare la parte del leone blindando la sua porta. L’importanza della posta in palio, il valore dei due roster e la storica rivalità che ne caratterizza i duelli lasciano presagire una partita equilibrata, mani addosso e nella quale potranno assumere un valore decisivo le percentuali sui fondamentali di uomo in più e uomo in meno. Ci accompagna a scoprire le chiavi di lettura del match il capitano dell’Iren Genova Quinto Alessandro Di Somma.

 

Alessandro Di Somma
Da ora in poi le partite saranno molto più difficili da decifrare: tolto lo stress legato al pass olimpico, ogni giocatore punterà a godersi al 100% questo mondiale giocando al meglio delle proprie possibilità “osando” anche giocate che fino a ieri non avrebbe nemmeno immaginato.

 

Guardando però a quanto accaduto fino ad ora in questo torneo, vedo la Serbia come favorita di questo incontro. Mandic, Jaksic e Rasovic sembrano già in forma olimpica con il primo che ha avuto una percentuale al tiro impressionante fino ad oggi. Dall’ altra parte i croati sembrano non essersi ancora pienamente ripresi dall’europeo e subiscono molti più gol del solito. Per quanto tutti sono giocatori di altissimo livello, non vedo per ora leader tecnici nelle fila di Tucak. Ci sono leader carismatici, su cui svetta tra tutti Marinic Kragic, ma nessuno che, come Mandic o Jaksic dall’ altra parta, possa tirare fuori dal cilindro giocate in grado di spaccare la partita.

 

Vedremo quindi due squadre che giocano in maniera diametralmente opposta: la Serbia che si affida ai singoli mantra la Croazia alla difesa e al gioco in generale. Quest’ultimo sembra però un po’ mancare in questo mondiale.