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Salemi presenta Sori Bogliasco e parla del Brasile

  Pubblicato il 20 Ott 2015  07:43
COMUNICATO STAMPA
E' un brasiliano 'sui generis', posto che in realtà è nato a Palermo, il giorno 8 agosto del '93. Ma moltissima era la voglia di giocare in Brasile, benché laggiù non esista un vero campionato, e di farsi notare dall'allenatore dei 'verde-oro' che, chiamandosi Ratko Rudic, è una garanzia per tutti: se ti accetta, è scuro che diventi qualcuno. Oggi è un perno importante della R.N. Sori che venerdi prossimo (diretta Raisport, telecronaca di Dario Di Gennaro e Francesco Postiglione, colori bianco-amaranto che dopo tanto tempo ritornano ad essere immortalati a livello nazionale) incontrerà il Boglasco: "E' una gara basilare per noi, diciamo che qui comincia il nostro campionato. Sono forti, ma sono queste le partite dove dobbiamo cercare di fare punti per la nostra salvezza. Sento già dei 'mugugni', dicono che siamo una squdra debole. Non è vero. Abbiamo disputato tre partite incontrando nelle prime due occasioni Pro Recco e Brescia, ossia le due più forti da dieci anni. Solo a Roma con la Lazio è andata male, ma abbiamo saputo recuperare e abbiamo dimostrato di saper soffire. Questa volta non possiamo fallire. Ci attendiamo un grande sostegno dal nostro pubblico che sa trasformare la vasca fino a farla diventare incandescente".
Paulo Salemi è riuscito ad 'approdare' alla calottina brasiliana grazie a Felipe Perrone, ex destro terribile del Barceloneta, a far coppia con il fratello Ricardo, della Carisa Savona e della Pro Recco. "E' stato lui a raccomandarmi - dice il nuovo difensore del Sori - l'ho sentito più volte via mail e direttamente, poi c' è riuscito. Io esperienza ne ho fatta. Ho giocato fino a 18 anni nel Telimar Palermo,  poi me non sono andato dall'Italia per rafforzare la mia esperienza, prima in America poi in Australia, dove ho trovato un altro ligure di grande tradizione, Samuele Avallone, che in Australia gioca e lavora. Dopo l'esperienza in quella terra meraviglosa sono andato direttamente in Brasile".
Con la calottina del Brasile Salemi si è messo in evidenza ai mondiali di Kazan, ma soprattutto, un mese prima, nella World League alla 'Italcementi' di Bergamo. La squadra sudamericana è stata la sorpresa del torneo, battendo in apertura nientemeno che la Croazia ed arrivando alla fine terza. “Con Rudic è stato un sogno poter lavorare. E' stimolante, ti dà la certezza di poter solo che migliorare, tu con lui dai sempre il 100%. E' un duro negli allenamenti. Lui dà il massimo e pretende dagli atleti il massimo. Non ti dà respiro ,nemmeno nei momenti di stress o in cui si vorrebbe tirare il fiato. Non ti dà quasi mai riposo e ti tiene sempre concentrato. Non è facile, ma penso che i risultati arrivino solo in questa maniera. D'altronde il terzo posto di Bergamo in World League lo dimostra. Abbiamo superato la Croazia di 7 lunghezze, siamo arrivati alla finale per il 3° posto battendo gli Stati Uniti di Udovicic. Insomma, per il Brasile che non ha retroterra cultural-sportivo né storia, è qualcosa di veramente eccezionale, che ci ripaga della fatica impiegata".
Non vi siete ripetuti a Kazan nei mondiali. Perchè? “Non tutti lo sanno, ma fra World League e Mondiali per noi, Canada e Stati Uniti c'è stata un manifestazione intermedia di grande spessore, il torneo panamericano. Per le altre due squadre era basilare per l'accesso alle Olimpiadi, mentre per noi era ancora più importante degli stessi mondiali perche a livello mediatico era importantissimo. Nelle due Americhe e in Brasile è sentito come una mini olimpiade e noi avevamo il compito di ben figurare anche per sensibilizzare i tifosi. Ma questo torneo non ci ha permesso di riposare ed anzi ci ha tolto forze importanti. Così non ci siamo espressi sugli stessi livelli: stanchi fisicamente e mentalmente, ma ci può stare dopo il percorso effettuato fino ad allora”.
Come sei arrivato al Sori, l'hai scelto tu? "Lo devo alla grande amicizia che mi lega da anni a Cavallini. Sapendo che il Sori era arrivato in A1, gli ho scritto un messaggio, consapevole del fatto che Rudic voleva a tutti i costi parcheggiare i giocatori di tutta la nazionale in Europa per mancanza di un torneo nazionale locale che ci permettesse di allenarci bene tutto l'inverno. Voleva inserire tutta la Nazionale in un torneo croato, la Jadranska Liga, ma per mancanza di tempo e per la scarsità di denaro a disposizione non è stato possibile. Allora ci ha riunito e ci ha detto che per crescere era indispensabile che ciascuno di noi trovasse collocazione in una campionato di eccellenza, come Ungheria, Croazia o Italia. Per me è stato più facile per le conoscenze che ho in Italia e perché volevo avvicinarmi alla mia famiglia. Al tempo della World League ci siamo visti con Cavallini a Rovereto, nel ritiro della nazionale italiana e ci siamo accordati. E' da allora che faccio parte del Sori. Quando Rudic ha saputo del mio accordo con Alessandro era molto contento del fatto che sarei stato tutto l'anno allenato da lui".
Guido Martinelli

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