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Rigori di bronzo per gli USA: gli statunitensi piegano l’Ungheria 11-8 e tornano sul podio

  Pubblicato il 11 Ago 2124  12:25
Stati Uniti-UngherIa 11-8 dtr(3-2;1-1;2-2,2-3)
Stati Uniti: Weinberg, Hooper 1, Vavic, Obert, Daube 1, Cupido 1, Hallock 2, Woodhead 1, Bowen, Dodd C. 1, Dodd R., Irving 1, Holland.
Allenatore: Udovicic
 
Ungheria: Vogel, Angyal 1, Manhercz 1, Molnar, Vamos, Nagyy 1, Zalanki 2. Fekete, Vigvari 1, Varga 2, Jansik, Harai, Banyai.
Allenatore: Varga
 
Arbitri: Dervieux(FRA)-Gomez(SPA)
   
 
Nel confronto tra una delle grandi rivelazioni del torneo maschile a cinque cerchi e una delle favorite maggiormente accreditate per la vittoria finale ad avere ragione è la prima. Nell’incontro valevole per la finale terzo-quarto posto del torneo olimpico maschile gli Stati Uniti superano 11-8 l’Ungheria dopo i tiri di rigore e conquistano così il gradino più basso di quel podio che mancava da Pechino 2008. A decidere le sorti del confronto la serie dai cinque metri nella quale Varga, eterno fuoriclasse all’ultima recita di una carriera leggendari, e Zalanki spediscono le rispettive conclusioni sui montanti mentre Weinberg, per distacco mvp del match, ipnotizza Vigvari respingendo la sua conclusione. Il fenomenale portiere statunitense, autore di parate decisive in serie, rappresenta la ragione principale che impedisce ai magiari di controllare facilmente una partita, giocata senza troppi tatticismi su entrambi i fronti, nella quale i suoi compagni attaccano la superiorità numerica con una percentuale ampiamente deficitaria. La truppa allenata da Udovicic ha dalla sua il merito di non mollare mai la presa, non si disunisce e nel finale agguanta un pareggio nel complesso meritato grazie alle stilettate su uomo in più con cui Bowen e Daube trafiggono Vogel dopo che i magiari avevano ribaltato le sorti del confronto grazie alla prepotente rimonta operata ad inizio quarta frazione con Nagy, Zalanki ed Angyal. Se imparano a gestire i momenti chiave delle diverse sfide con la giusta lucidità eliminando le inutili forzature dal proprio repertorio e riescono a giocare con il giusto ordine tattico per l’intera durata della sfida gli statunitensi possono diventare un brutto cliente per qualsiasi avversario perché il potenziale è a dir poco straordinario. Si conferma ancora una volta tra le prime la truppa di Zsolt Varga che non è però riuscita a ripetere l’eccellente qualità di gioco ammirata a Fukuoka 2023.

Credit: Jeff Cable Photography

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