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Polipodio attacca la Giustizia Sportiva: "Due pesi e due misure"

  Pubblicato il 06 Mag 2116  16:56
C'era una certa attesa per la riunuione del Consiglio Direttivo del Sori alla uce del futuro della società, in relazione alle recenti dichiarazioni rilasciate dal Presidente Guido Polipodio dopo i fatti accaduti dirante la gara Sori-Florentia. Ne esce un quadro preoccupante che l'intervista rilasciata dal diretto interessato sintetizza: “Sono stanco, la mia famiglia è stanca  per cui confermo che a breve potrebbero esserci novità".
Questo è il commento di Guido Polipodio a latere  di quanto esaminato nel Consiglio Direttivo di ieri sera in cui si è discusso di tanti temi, fra i quali chiaramente soprattutto gli accadimenti relativi alla partita Sori-Florentia  e tutte le relative conseguenze, in merito alle quali commenta: “Colpisce e ferisce il senso di indifferenza generale nei confronti della Società; mi aspettavo, pur nella giusta condanna dei brutti episodi accorsi, un po' più di solidarietà da parte del paese.  Ho la sensazione - devo dire al pari di tutti i miei Consiglieri, in verità  - che tutto ciò che accade da noi trovi eco solo in negativo. Le difficoltà che hanno oggettivamente tutti - e lo dico da persona che si rapporta con tanti colleghi di questo ambiente - qui hanno un'eco quasi masochistica;  mi verrebbe da dire che l’attenzione c’è, ma è una attenzione negativa; ultimamanete poi, ora che ci accingiamo a riaprire, dopo un fallimentare tentativo di affidare la  gestione esterna, l'impianto a mare, stiamo assistendo a tentativi di ostacolare la nostra attività che sfiorano il grottesco. Soprattutto però - non lo nego  -  ha fortemente deluso me e tutti i miei dirigenti l’atteggiamento delle varie componenti FIN e della Giustizia Sportiva, la stessa giustizia sportiva che il sabato successivo per analoghi episodi (riportati da comunicato FIN) accaduti in una partita di cartello di serie A1 (un derby) ha oggettivamente usato mano decisamente più leggera: ho letto nel  merito (ed invito tutti a farlo) di 'partita sospesa', di 'tentativo di aggressione agli arbitri', di 'lancio di bottiglie' e non ho visto decisioni neanche lontanamente paragonabili alle nostre. Non si è parlato  di 'partita persa', di  ''squalifiche del campo', ma solo una IRRISORIA ammenda di 300,00 euro. Ho provato a contattare i vertici della Fin e la risposta è stata “dipende da cosa scrive l’arbitro".  Io invece penso non sia proprio così! Se proprio mi si vuol far credere che lo potrebbe essere, dico che noi non abbiamo più voglia di stare in questo ambiente, dove tutto è fortemente personalizzato, dove non esiste il diritto di replica a palesi ingiustizie e difformità di giudizo. Lo trovo un mondo vecchio, superato, così come probabilmente lo sono certe persone che lo rappresentano, e che infatti cercano  di respingere ogni tentativo di rinnovamento, trovando sponde nella comodità momentantea o, meglio, nell’opportunismo dell’uno o dell’altro soggetto (Società) che sicuramente chi è più attento ed innamorato di questo sport  si spiegherà nelle notizie dei prossimi mesi così come accaduto in passato... Ma così davvero viene mortificato un po' tutto".
Continua Guido Polipodio: "Sia chiaro , io sono fortemente convinto che RN SORI debba andare avanti e che la attività sociale che compie comunque debba continuare; che di conseguenza  ne vengano onorati tutti gli impegni che derivano dalla costruzione e dalla gestione dell’impianto e per tutta la durata della convenzione (spero oltre), ma la riflessione è davvero obbligatoria in merito alla attività agonistica che svolgiamo... E lo dico davvero con grande rammarico, considerato l’impegno di oltre 30 anni della mia famiglia in questo mondo... Ma io, che lo ho vissuto tutto, prima da atleta poi da dirigente, infine da Presidente, sono esterrefatto dall’immobilismo del contesto nel quale le società sono chiamate a fare attività agonistica".
Polipodio chiosa al temine amaramente: "L'unica attenzione che sembriamo catturare io e tanti miei colleghi (almeno liguri) è quella della Agenzia delle Entrate, mah...".
Guido Martinelli

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