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"Pasta alla Franchino" per rendere meno dura la permanenza a casa Di Fulvio

  Pubblicato il 18 Mar 2120  10:30
L'emergenza coronavirus ha separato la famiglia più bella della pallanuoto italiana: papà Franco, mamma Monica e Carlo a Pescara, Andrea a Firenze, Francesco a Sori. "Riunione di famiglia soltanto con Skype", precisa Franco Di Fulvio.
Franco non mette piede fuori di casa da sabato scorso, "sono uscito per fare la spesa. Per uno come me che non riesce a stare fermo, rimanere inchiodati a casa è un supplizio. Ma bisogna farlo, tutta la mia famiglia lo fa, e sono davvero infuriato con coloro che in questi giorni se ne vanno in giro senza un motivo valido. Non hanno senso civico, non hanno rispetto per gli altri".
Non lo hanno nemmeno quelli del Cio, che ieri ha incoraggiato tutti gli atleti a continuare a prepararsi nel miglior modo possibile per i Giochi Olimpici. Gli interessi economici prevalgono sulla salute, ma come la pensa Franco Di Fulvio? "Io dico che le Olimpiadi devono farsi soltanto se si ha la certezza al 100% di non mettere in pericolo l'incolumità di chi vi prende parte, atleti e pubblico. Al momento, perciò, credo che la cosa più ragionevole sia rinviare i Giochi al 2021".
E i campionati di A1 di pallanuoto? "Non è la fine del mondo se per un anno non si assegna lo scudetto", dice Franco, che in qualità di addetto ai lavori dell'A2 maschile (è direttore sportivo del Pescara) si augura che "il campionato possa trovare il modo di giocare l'unica giornata del girone d'andata che manca per stilare una classifica definitiva e mandare in A1 la prima di ogni girone".
Nel Pescara, che attualmente è sesto a quota 15, gioca Carlo Di Fulvio. In questo momento di emergenza l'unica partita che può fare è "quella a scopa con me", precisa Franco. "Ogni giorno ci giochiamo dopo pranzo il caffè, chi perde lo va a preparare".
Impara l'arte e mettila da parte in attesa di poterla utilizzare. Cucinare, ad esempio. Potrebbe far comodo in questi giorni per poter passare il tempo, "ma io non ho avuto la possibilità di imparare, ho cominciato a lavorare già a 24-25 anni", precisa Franco Di Fulvio. "Tuttavia qualcosa di molto semplice e di molto buono la so fare: pasta in bianco olio e parmigiano, con variazione sul tema (pecorino). Carlo l'ha battezzata "Pasta alla Franchino", ringrazio un mio amico che dopo averla assaggiata mi ha suggerito di aggiungervi un po' di pepe. Adesso è perfetta".
E nel dopo cena? "Decisamente Raiuno, telegiornale, talk show d'informazione, film e fiction. Mi sono goduto i nuovi episodi di Montalbano, mi è piaciuta molto anche la prima puntata di Bella da morire".
Chi firma questo articolo è convinto che hanno qualcosa da nascondere il cognato della vittima e il marito del procuratore distrettuale. "Io invece credo - interviene Franco Di Fulvio - che sia l'ispettore, quello belloccio con baffi e pizzetto, ad avere una parte nella vicenda ben più ampia di quella che sembra. Ma di certo non è lui l'assassino".
Soltanto congetture. "L'unica cosa certa e importante in questo momento - conclude Franco Di Fulvio - è che tutti seguano fedelmente le disposizioni che ci ha dato il governo per uscire fuori al più presto da questo incubo del coronavirus".
Mario Corcione
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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