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Napoli sull'orlo del baratro. Marsili: "Ora purtroppo è una certezza"

  Pubblicato il 16 Mag 2120  09:13
Pallanuoto napoletana in coma. Il Covid-19 ha aggravato ulteriormente una situazione già pesante e le prime conseguenze si sono viste negli ultimissimi giorni. La Canottieri Napoli quasi sicuramente ridimensionerà nuovamente il budget destinato alla pallanuoto, ma farà ugualmente l'A1 sia pure con una formazione non competitiva: l'assurdo regolamento federale, infatti, obbliga le società a non rinunciare alla partecipazione ad un campionato perchè, in caso di rinuncia, la squadra in questione sarebbe costretta a ripartire dalla serie D. Opportuno sarebbe, invece, che potesse ripartire dal campionato immediatamente successivo.
Anche il Posillipo rischia di trovarsi in grande difficoltà nel campionato 2020-21 dopo un torneo 2019-20 sospeso mentre la squadra rossoverde era in terzultima posizione, cioè in piena zona-playout. Il colpo di grazia verso la retrocessione potrebbe averlo dato la Pro Recco prendendo il giocatore rossoverde più importante, Tommy Negri, che con le sue parate ha contribuito in maniera determinante alla conquista dei 12 punti totalizzati dal Posillipo nella stagione 2019-20.
Le altre squadre napoletane più importanti nella prossima stagione ripartiranno dagli stessi campionati disputati quest'anno: Acquachiara e Cesport in A2, Ischia Marine Club e San Mauro in B, Rari Nantes Napoli in C.
Mai, prima d'ora, la pallanuoto cittadina ha attraversato un momento così negativo. Il 17 gennaio, preoccupato per la situazione, Mino Marsili lanciò una proposta ai club napoletani: unire le forze per fare un'unica squadra di A1, chiamandola con il nome della città. "Con tale proposta - precisò Marsili - le varie società manterrebbero la loro identità e la loro assoluta indipendenza. Anzi, i soldi risparmiati per la prima squadra potrebbero essere investiti nei rispettivi settori giovanili, che per la Napoli pallanuotistica devono rappresentare la risorsa principale".
Ma adesso la situazione, come detto, si è ulteriormente aggravata. Dice Mino Marsili: "Adesso la mia non è più una preoccupazione, è una certezza: se non si correrà ai ripari, la pallanuoto napoletana finirà nel precipizio. I segnali sono inequivocabili. Prendiamo la Canottieri Napoli: quello che si prospetta è un campionato 2020-21 con una squadra ulteriormente ringiovanita rispetto alla stagione 2019-20, nella quale i giallorossi prima della sospensione hanno fatto soltanto 4 punti. In altre parole, una delle squadre italiane più gloriose, che ha vinto scudetti e Coppa dei Campioni, nella stagione 2020-21 si esporrebbe al rischio di non fare nemmeno un punto, di perdere tutte le partite con scarti notevolissimi".
"Il mio precedente campanello d'allarme - prosegue Marsili - purtroppo non è stato ascoltato. Purtroppo i presidenti dei club sono rimasti fermi sul loro piedistallo e, se non si decideranno a fare qualcosa, finiranno con tutto il piedistallo nel precipizio".
Mario Corcione
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Non penso che il male della pallanuoto sia la Pro Recco penso invec'è che il male di questo sport sia l'ottusa gestione della FIN e i soliti noti che da troppo tempo dettano legge e che i vari circoli x tenere il proprio orticello non osano contraddire.Forse solo i recchelini hanno provato a liberarsi da questo sistema ma le altre società non hanno recepito.....perciò se siamo in queste condizioni ripeto non vedo colpe di chi vuole cambiare questo sport levando da questo eterno dilettantismo sempre più invisibile
Marco L
RISPONDE MARIO CORCIONE: Responsabile la Fin che pensa solo alle nazionali e ha allargato il gap tra le società aumentando il numero degli stranieri, responsabile la Pro Recco che prende i giocatori dalle altre squadre anche per indebolirle, responsabili le altre società che fanno poco o nulla per investire nella pallanuoto al contrario della Pro Recco che è l'unica che lo fa. Il quadro è questo.
 
Ma quanto sei imbarazzante Corcione quando scrivi: “Il colpo di grazia verso la retrocessione potrebbe averlo dato la Pro Recco prendendo il giocatore rossoverde più importante, Tommy Negri”. Non sei nemmeno te Se non fai allusioni Negative alla Pro Recco.
Edoardo
RISPONDE MARIO CORCIONE: Guardi che io non ho bisogno di allusioni, io l'ho scritto apertamente e lo ripeto: la Pro Recco ci ha messo del suo nella rovina della pallanuoto italiana, non napoletana. In questo caso, però, davvero non c'era alcuna allusione, solo un dato di fatto.
 
"GIOCHI A NAPOLI E POI MUORI...." R.I.P. PALLANUOTO NAPOLETANA
Fabio V.
 
Il problema non è unire le squadre e farne una sola, ma come e chi la gestirebbe.
Giuseppe
 
Non concordo con la proposta del caro amico Mino, affascinante, ma, credo non realizzabile. Anni fa nella mia Liguria si era ventilata la “fusione” fra la RN Camogli e la Pro Recco. Due società che hanno scritto la storia della pallanuoto italiana, insieme alla Canottieri e alla Rari Nantes. C’è stata una vera e propria sollevazione popolare in entrambi i comuni. D’accordo, parliamo di piccoli comuni, dove la pallanuoto è “vissuta” forse come non lo è in una grande città come Napoli. Ma guardiamoci introno: se a Genova si proponesse di fondere Genoa e Sampdoria, secondo voi che reazione ci sarebbe? Il tifo è il «grano salis» dello sport. Piccolo o grande che sia. Credo, e l’avevo anche scritto tempo fa, che le così dette “napoletane” dovrebbe staccarsi dai circoli, pur mantenendo il loro nome. Dovrebbero intraprendere una strada lontana dalle beghe di cortile che nascono proprio nei circoli, frutto di simpatie ed antipatie. Dovrebbero essere autonome nella gestione, cercarsi dirigenti capaci, muoversi nel tessuto sociale di una città “passionale” come Napoli che non girerà mai la faccia ai suoi figli. Dovrebbero coinvolgere il tessuto industriale e commerciale della città. Cosa che oggi, mi spiace affermarlo, non viene fatto. Ricordo solo un piccolo particolare: quando il buon Gualtiero Parisio lanciò la beach waterpolo con l’Associazione Pallanuoto sempre, vennero coinvolti marchi di primissimo piano: Motta, HP, tanto per citarne due, e sopratutto uno vicinissimo a Napoli. Il Cis di Nola che fine ha fatto? Possibile che a nessuna delle società sia mai venuta l’idea di ricontattarli? Qualcuno ha scritto che in questo mondo ci si piange addosso: mai parole più sagge sono state scritte. Meditate, amici, meditate. Ma non solo a Napoli. E’ una malattia generalizzata, purtroppo a cui nessuno forse vuole trovare la cura.
Francesco Grillone
 
Ora e il momento di fare una sola squadra napoletana e il momento di togliere la rivalità oppure moriranno tutte ....ventura semeraro sedetevi al tavolino e parlare unite i budget fate una squadra ...
Ora
 
si potrebbe partecipare al campionato di serie A unendo le forze tra tutte le squadre napoletane e partecipare ai campionati giovanili con le squadre dei rispettivi circoli. E' fattibile?
Luca
 
Purtroppo per tanto tempo il potere in questi circoli nautici e" stato ed e" detenuto ancora oggi da persone non competenti, non all" altezza sia nell" economato che nello sport, Tutte le persone che hanno rappresentato la storia di questi circoli con titoli europei, nazionali e italiani o sono stati allontanati, o sono stati bruciati, o si e" creato un muro per non farli partecipare alla vita sociale,allenatori, dirigenti, consiglieri possibili potenziali presidenti, Oggi questi sono i risultati di circa 15 anni di non programmazione di cattiva gestione e ben vengano le brutte figure le discese e le umiliazioni, perche" forse solo così ci potrebbero essere le condizioni di una possibile Ricostruzione.
Vincenzo
 
 

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