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Mimmo Mattiello: "Le piscine ci sono per giocare d'estate" - Aversa e Raviolo scettici: "Non siamo il calcio"

  Pubblicato il 15 Apr 2120  07:19
L'INTERVISTA DEL QUOTIDIANO "IL MATTINO" A MIMMO MATTIELLO
 
 
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Non ci siamo capiti. Non intendevo una piscina per ogni atleta di nuoto. Gli atleti ad esempio potrebbero allenarsi nella stessa piscina ma in orari diversi, dopo sanificazione di spogliatoio e docce. Oppure, altro esempio, in una piscina da 6 corsie si potrebbero allenare assieme tre atleti occupando, in maniera alternata, ciascuno una corsia (una occupata, una libera). Gli allenamenti per i nuotatori di interesse nazionale sono possibili proprio perché il nuoto è uno sport individuale. Cosa impossibile per la pallanuoto.... sempreché i pallanuotisti non vogliano diventare nuotatori.
Luca
RISPONDE MARIO CORCIONE: Ci siamo capiti benissimo, lo dicevo per scherzare e l'ho pure scritto. Ciò non toglie che allenarsi possa rappresentare un pericolo per sè e per gli altri, perdurando l'emergenza, perchè comunque comporta il coinvolgimento di diverse persone, personale degli impianti compreso.
 
Il nuoto non è la pallanuoto. La Pellegrini ha ragione.. lei può allenarsi da sola in una piscina, oppure allenarsi stando da sola in una corsia ... le distanze e la sicurezza sarebbero rispettate fatta salva la sanificazione giornaliera, a più riprese, delle piscine, degli spogliatoi e delle docce. Diverso è per le gare che vedrebbero la presenza in piscina di troppi atleti contemporaneamente con possibilità di contaggi. Per la pallanuoto il discorso cambia. E' uno sport di squadra nel quale gli atleti si devono allenare per forza assieme; palleggiare, provare gli schemi, etc.. Uno sport fatto di costanti contatti ravvicinati anche durante gli allenamenti. Quindi mentre per il nuoto è possibile pensare ad una ripresa dei soli allenamenti è chiaro che per la pallanuoto ciò è impossibile. Per il calcio si pensa di riprendere con i giocatori e tutti i dipendenti che girano attorno alle squadre in ritiro prolungato fino alla fine dei campionati, tamponi a tutti ogni 14 giorni, porte chiuse, assistenza medica h24.... tutto a spese delle società. Le società di pallanuoto non sono in grado di fare ciò...ma seppure fosse i giocatori di pallanuoto sarebbero disposti a segregarsi in albergo per un paio di mesi lasciando lavoro, mogli fidanzate, figli, mamme e così via?
Luca
RISPONDE MARIO CORCIONE: "La Pellegrini, fortunatamente, non è l'unica nuotatrice italiana d'interesse nazionale. Ce ne sono tanti. Secondo il suo ragionamento, ci vorrebbe una piscina per ognuno di questi atleti. A parte gli scherzi, ogni sport presuppone un entourage che moltiplica il numero delle persone a contatto".
 
Sentito taluni ragionamenti è lecito chiedersi perché i giocatori di pallavolo non hanno proposto di proseguire il campionato giocando sulle spiagge, così come avrebbero potuto fare i cestisti ed i rugbisti. Invece no. Non si sono proprio sognati di avanzare alcun tipo di proposta che avrebbe falsato i campionati, comunque comportato dei rischi per la salute, mancato di rispetto ai tifosi e reso oggettivamente impossibile per le società garantire la sicurezza sanitaria nello svolgimento di allenamenti e partite. Alcuni pallanuotisti, soprattutto quelli avanti con l'età, e tecnici favorevoli a riprendere ad ogni costo i campionati (che non sono la maggioranza) dovrebbero ammettere che a loro sta a cuore esclusivamente non perdere i rimborsi spese pattuiti, spesso a nero, con le società. Tutto il resto non importa. Non importa sapere quante società falliranno e non si iscriveranno ai campionati il prossimo anno; non importa sapere quanti dipendenti di strutture private perderanno il posto perché chiuse da mesi. Si sono chiesti ad esempio se con la crisi economica le società troveranno sponsor nel prossimo futuro? Quello che dico ai pallanuotisti giovani è di non preoccuparsi dei rimborsi spese eventualmente persi ma di preoccuparsi del futuro della pallanuoto che non è per nulla roseo.
Ezio

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