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Marsili: "Dobbiamo produrre spettacolo, altrimenti le grandi vittorie continueranno a servire a poco"

  Pubblicato il 13 Set 2019  11:59
Il tram n.18 (è il numero delle vittorie ottenute complessivamente da Settebello e Setterosa nelle grandi manifestazioni internazionali) è passato e ancora una volta non ci siamo saliti sopra. L'effetto mediatico dell'oro mondiale di Gwangju è già svanito, una bolla di sapone. Ne parliamo con Mino Marsili.
 
Noi della pallanuoto non siamo capaci di far fruttare i grandi successi ottenuti dalle nostre nazionali: ormai è un dato di fatto inconfutabile.
"Per prendere il tram che conduce verso la notorietà c'è bisogno del contributo di tutti, a cominciare dalle autorità politiche e sportive. E' un discorso che non riguarda soltanto la pallanuoto, ma un po' tutte quelle discipline che, pur producendo grandi risultati, rimangono nel limbo del semi-anonimato, con tutte le conseguenze negative che comporta questo status, a cominciare da quelle economiche".
 
Hai parlato di istituzioni sportive. La Federnuoto fa poco o nulla per aiutare la pallanuoto a guadagnare la notorietà che ha meritato sul campo. E' lo sport più vincente ma nessuno lo sa.
"La Federazione non è soltanto pallanuoto, governa tante altre discipline. Non è un compito facile. Ecco perchè ho detto che c'è bisogno dell'aiuto di tutti, e principalmente dei club per far sì che i grandi risultati ottenuti dalle nazionali non rimangano fini a se stessi, affinchè producano quella notorietà indispensabile per attirare l'interesse dei media e degli sponsor che manca al nostro sport".
 
Cosa dovrebbero fare i club?
"Prendiamo il calcio. Continua a farla da padrone, anzi da despota, in campo mediatico perchè è soprattutto uno spettacolo. E' questo che vuole la gente, ma le società di pallanuoto non sono capaci di darglielo, con un'unica eccezione: la Pro Recco. E' su Sky, ha fatto un investimento importante che produce notorietà".
 
La Pro Recco ha i soldi che la totalità degli altri club non possiede...
"Ogni società, nel suo piccolo, dovrebbe lavorare molto di più sul piano della propaganda sfruttando meglio le risorse economiche in suo possesso. Prendano, ad esempio, uno straniero in meno e investano i soldi risparmiati comprando spazi sui giornali, diffondendo locandine, producendo trasmissioni televisive, finanziando dirette streaming delle partite della propria squadra. Tutto questo, però, deve far parte di un progetto a medio-lungo termine: ci vuole continuità per ottenere risultati concreti in termine di popolarità".
 
Facile a dirsi, ma che speranze abbiamo se questi stessi club sono stati capaci di far morire una trasmissione come "Controfuga" per carenza di finanziamenti? E la cosa più avvilente è che, una volta sparita "Controfuga", nessuno abbia espresso il benchè minimo dispiacere. Menefreghismo totale.
"Infatti, è stato un vero peccato. Trasmissioni come "Controfuga" sono fondamentali per la propaganda del nostro sport perchè consentono alle società che investono su di esse di avere spazio da dedicare ai propri sponsor".
 
Ci attende un campionato maschile a senso unico, conseguenza di uno strapotere della Pro Recco ancora più marcato rispetto a quello degli anni precedenti.
"Motivo in più per investire nei settori giovanili. Anche questo deve far parte di un progetto a medio-lungo termine, il cui traguardo è la produzione di giocatori di qualità che un giorno possano indossare la calottina della squadra maggiore. In questo modo l'investimento diventa automaticamente risparmio".
 
Le società, invece, generalmente preferiscono risparmiare affidando il vivaio a tecnici inesperti benchè la logica dica che, per far crescere bene i giovani, occorrano allenatori di grande esperienza. Come Mino Marsili, ad esempio.
"Non lo dice soltanto la logica. Andate a vedere in Croazia, in Serbia, in Ungheria come vengono organizzati i settori giovanili: tantissimo spazio-acqua a disposizione, tecnici esperti alla direzione del settore. Con questo non voglio dire che manchino i giovani allenatori di valore. Ci sono, eccome. Ma vanno sempre guidati da chi può mettere a loro disposizione le conoscenze indispensabili per far funzionare i settori giovanili nel migliore dei modi".
 
Il discorso è sempre lo stesso: i tecnici di un certo livello costano e le società non vogliono spendere.
"Può bastare anche un semplice rapporto di consulenza. Più volte, ad esempio, ho messo a disposizione la mia da quando non alleno più a tempo pieno. Chi vuole sa dove trovarmi".
Mario Corcione
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Bisognerebbe eliminare dal nostro mondo certe persone che pensano solo ad intascarsi dei soldi! SCHIFO!
Fred
 
Mino, ma stiamo paragonando unità di misure differenti, l'Italia non è degna di essere rapportata a Nazioni nelle quali le piscine sono considerate impianti sportivi e lo sport un valore importantissimo sul quale investire molte risorse, perché il ritorno è garantito, in quanto se il trionfo sportivo non è sicuro, la salute sí. Il problema è che siamo così bravi che vinciamo ugualmente, così questi cialtroni di politicanti e amministratori pensano di essere dei geni, si fanno un bel selfie con i campioni e avanti così. Sto iniziando a pensare che se dalle piscine arrivassero solo sconfitte forse sarebbe maggiormente funzionale, anche considerando i risultati nulli che portano le vittorie, in termini di ritorni promozionali.
Stefano Carbone
 
Chiedo scusa ma dissento da ..*Noi della pallanuoto non siamo capaci di far fruttare i grandi successi ottenuti*.. Noi della pallanuoto che scriviamo ci facciamo un mazzo tanto e facciamo quello che l'Istituzione non fa. O perlomeno fa pro domo sua. E poi l'idea di giocare tutti alla stessa ora e di riconquistare gli spazi su Radio Rai? Buonanima di Alfredo Provenzali si era dannato per quella trasmissione. Poi? C'è l'aereo e quindi devo giocare alle 15, ho la piscina occupata e gioco alle 16, ho il cane che deve fare pipì e gioco alle 17 ... NON ESISTE UNO SPIRITO CHE ACCOMUNI IN UN PROGETTO LE SOCIETA' ! Ecco il tallone di Achille di questo mondo. Ognuno fa i porci comodi suoi. E di cosa parliamo allora ??
Francesco Grillone
 
Ottima analisi!
Pippo Borzacchiello
 
 
 
 
 
 
 

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