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Marsiglia, 13 maggio: la Len prepara l'attacco alle nuove regole Fina

  Pubblicato il 09 Mag 2117  12:21
E' il 13 maggio pallanuotistico più "incasinato" dell'ultimo decennio: sabato prossimo si assegnerà lo scudetto femminile, ci sarà l'ultima giornata della regular season maschile e, soprattutto, ci sarà il Congresso della Len durante il quale le 53 federazioni europee saranno chiamate a prendere una posizione ufficiale sulle nuove regole che, sperimentate per due anni dal proprio Comitato Tecnico, verranno portate all'approvazione del Congresso della Fina in programma a Budapest alla vigilia dei Mondiali.

Ma quale sarà la posizione ufficiale della Len? Ne parliamo con Marco Birri.
"La posizione è già chiara e nota a tutti. Le federazioni europee ritengono che il lavoro di coloro che si occupano delle sorti del nostro sport debba avere come obiettivo principale la promozione della pallanuoto e della sua immagine. Un traguardo che si raggiunge non con il cambiamento delle regole, ma anche e soprattutto con la crescita delle più importanti manifestazioni internazionali".

La Fina, ad esempio, anno dopo anno avrebbe dovuto far crescere la World League, e invece è accaduto esattamente il contrario. E la Len?
"Parlano i numeri. Oggi la Champions League offre al pubblico che segue la pallanuoto 66 partite che la Len segue nella loro totalità con dirette televisive, dirette streaming e dirette testuali. E non abbiamo intenzione di fermarci qui, siamo sempre proiettati verso novità che diano al pubblico della pallanuoto un prodotto sempre più appetibile".

La Fina, invece, ha messo sul tavolo novità regolamentari che rischiano di trasformare la pallanuoto in un prodotto sempre meno gradevole. Cominciamo con il campo da 25 metri...
"Se lo scopo è consentire alla pallanuoto di essere maggiormente praticata nei Paesi dove esistono prevalentemente impianti da 25 metri, è necessario fare due precisazioni: 1) nelle piscine da 25 metri devi calcolare anche lo spazio per le porte, quindi il campo si ridurrebbe ulteriormente, ovvero parliamo di 22-23 metri; 2) quante delle piscine da 25 metri già esistenti hanno la profondità necessaria? In ogni caso la diffusione del nostro sport nei Paesi pallanuotisticamente meno sviluppati non si ottiene restringendo il campo di gioco, ma lavorando alla base, inviando in queste nazioni tecnici di grande valore (Rudic docet, ndr) in grado di portare avanti un programma di sviluppo adeguato".

6 giocatori in acqua, portiere compreso. Ci sarebbero molti più gol, troppi...
"Non è questo il punto. Alla gente i gol piacciono. Ma la vera spettacolarità si ottiene offrendo al pubblico quei gesti tecnici che nella pallanuoto sono sempre più rari (beduine, spasoni, dribbling, ndr) perchè chi è in grado di esprimerli non può farli più, e per un semplice motivo: non è tutelato adeguatamente dagli arbitri. Non è giocando 6 contro 6 che si risolve questo problema, ma applicando il regolamento".

Pallone più piccolo. Nelle mani di gente come Figlioli...
"...diventa un'arma impropria. Se vogliamo vedere più portieri finire all'ospedale, il pallone più piccolo è la scelta giusta".

Infine la riduzione dei giocatori a referto da 13 a 11...
"Se il fine è ottenere in cambio 4 squadre femminili in più alle Olimpiadi, ci può anche stare. Ma con dovuti accorgimenti. Oggi i regolamenti dicono che nelle manifestazioni internazionali il numero dei giocatori partecipanti rimane inalterato anche se qualcuno subisce un grave infortunio durante lo svolgimento delle stesse. Se il numero dei giocatori è 13, poco male, ma se già in partenza è 11...".
Mario Corcione
 
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"...la vera spettacolarità si ottiene offrendo al pubblico quei gesti tecnici che nella pallanuoto sono sempre più rari (beduine, spasoni, dribbling, ndr) perchè chi è in grado di esprimerli non può farli più, e per un semplice motivo: non è tutelato adeguatamente dagli arbitri." Sante parole che sottoscrivo (o sovrascrivo, visto che è una tesi che sostengo da una vita).Questa corsa a rendere sempre più fisica e meno tecnica la pallanuoto sommata alla cosiddetta discrezionalità arbitrale nell'applicazione di un regolamento che dovrebbe essere (e sarebbe pure) il più possibile oggettivo sono il più grande cancro che la pallanuoto debba estirpare per potere riprendere il posto che merita e che occupava molti anni fa. In bocca al lupo davvero a Birri per questa missione (spero non impossibile, anche se non amo illudermi).
Stefano Carbone

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