La regina torna sul tetto del mondo: gli USA superano 8-7 la mai doma Ungheria
Pubblicato il 17 Feb 2124 16:43
Stati Uniti-Ungheria 8-7 (3-2; 2-2; 0-1; 3-2)
Stati Uniti: Johnson, Musselman 1, Prentice, Fattal 3, Flynn, Steffens 2, Raney 1, Neushul 1, Roemer, Gilchrist, J. Sekulic, Mammolito, Longan. All. Krikorian
Ungheria: Magyari, Szilagyi, Valyi, Gurisatti 1, Mahieu, Parkes 1, Keszthelyi 2, Leimeter, Rybanska, K. Farago 1, Garda 2, Horvath, Neszmelyi. All. Mihok-Cseh
Arbitri: Buch (Esp) e Markopoulou (Gre)
La prima vuole tornare sul tetto del mondo per ripristinare quella che nelle ultime annate, Fukuoka a parte, è stata un’egemonia incontrastata, la seconda per completare l’opera e portare a casa un titolo che coronerebbe alla grande l’inizio del nuovo ciclo tecnico. Nella finalissima del torneo femminile dei campionati mondiali gli Stati Uniti, reduci dall’11-9 con cui hanno regolato la Spagna, sfidano a Doha l’Ungheria che in semifinale hanno piegato la Grecia ai rigori. Chi pensava ad una sfida dall’esito scontato con il dominio assoluto delle favorite della vigilia torna a casa ampiamente deluso perché al termine di una sfida giocata a viso aperto dalle due contendenti, la formazione a stelle s’impone con il punteggio di 8-7, torna sul tetto del mondo e conquista l’ottavo titolo iridato nelle ultime dodici edizioni. Il sette in calottina bianca parte forte, sblocca le ostilità con Steffens dopo meno di un minuto e scappa sul 3-0 nel tentativo di orientare fin da subito la contesa ma le magiare non hanno alcuna intenzione di recitare il ruolo di comparse, si sbloccano con il bolide dalla distanza della Garda e rientra in partita con la conclusione del centroboa Parkes. Il secondo acuto della Fattal, miglior marcatrice delle sue con una tripletta, restituisce il doppio vantaggio alle americane ma la compagine in calottina scura continua a crescere, resta attaccata alla partita e trova inaspettati benefici dal cambio del portiere con l’ingresso della giovane Neszmely. Grazie ad un terzo tempo perfetto in fase difensiva la formazione allenata da Mihok mantiene la porta inviolata e agguanta il pari con la rasoiata di Gurisatti ma la truppa allenata da Krikorian non si scompone, riordina le idee e piazza il colpo risolutivo ad inizio quarto parziale confezionando il 3-0 che decide le sorti della contesa e che le reti finali dell’eterna Kezthelyi e di Garda contribuiscono solo a rendere meno amara. La spuntano gli Stati Uniti ma l’Ungheria esce dall’acqua a testa altissima e conferma che quello di Parigi sarà un torneo di altissimo livello.
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