Italia-Croazia: Luca Bittarello e Leonardo Binchi giocano la finale iridata
Pubblicato il 17 Feb 2124 18:44
Siamo alla resa dei conti. Italia e Croazia si affrontano all’Aspire Dome di Doha, fischio d’inizio previsto alle ore 15:30 con diretta tv su Rai 2, nella finale mondiale. Luca Bittarello, tecnico dell’Iren Genova Quinto, e Leonardo Binchi, allenatore della Waterpolo Milano Metanopoli, giocano in anteprima per noi la finale iridata indossando i panni di Sandro Campagna e Ivica Tucak.
Luca Bittarello
Ci aspetta la finale di un mondiale. Dovremo entrare nell’acqua con la stessa testa, la stessa determinazione, la stessa verve che abbiamo dimostrato a tutto il mondo di avere specialmente nella partita con la Spagna in cui li abbiamo sopraffatti in ogni situazione. Mi aspetto dalla squadra un grande pressing ma anche quella voglia di aiutare sia sul centro che per andare a chiudere i tiri che abbiamo avuto in semifinale. Attenzione alla Croazia che fisicamente è una squadra veramente importante, quindi anche negli scontri uno contro uno dovremo non metterla sul piano fisico ma su quello tecnico. Questo pressing che bene ci è venuto sulle gambe, sull’anticipo, sulla ricerca della palla per cercare delle ripartenze veloci. In difesa puntiamo sul pressing alternato ai rientri veloci per poi tornare sul finale a pressing per provare la controfuga. In attacco abbiamo visto che la Croazia attua una M quasi sistematica, abbastanza schiacciata in cui diventa difficile, se non preparata bene, fare gol a Bijac. Una soluzione potrebbe essere quella di attaccarla con il falso centro come abbiamo fatto bene con la Spagna con entrate a ripetizione di Condemi, Di Somma e Iocchi Gratta alternandola ad azioni in cui attacchiamo un po’ più ordinati con i due centri. Se si gioca larghi, si fa un bel palleggio fino alla fine dei trenta secondi le soluzioni poi si trovano, dobbiamo giocare con estrema lucidità, attaccare la M senza ansia, non bisogna fare gol ad ogni azione ma nel momento giusto. Questa potrà essere la chiave dal match ma è una finale, ad un certo punto i valori si azzereranno e lì dovranno venir fuori il cuore e la lucidità che questa squadra ha e in cui trova la sua forza.
Leonardo Binchi
Mi appresto a giocare la finale mondiale contro l’Italia, un classico della pallanuoto mondiale. Affronto una squadra che è venuta fuori da tre partite in cui dimostra di dare il meglio quando si trova in situazioni di estrema difficoltà. Dico ai miei di entrare e affrontarli corpo a corpo, voglio una partita all’arma bianca mettendoli in difficoltà con i miei difensori mastodontici sui loro centri e cercando di togliergli tutte le energie possibili. Preparo la partita con due modi diversi di giocare, la prima parte di pressing, di uno contro uno per cercare di far sentire che la voglia di vincere è più la nostra che la loro, la seconda cerco di venire dietro con la zona M o una zona da mettersi in mezzo per sfruttare Bijac in porta. Sull’uomo in meno vado aggressivo ma non troppo perché con la mia prima linea lavoro bene sui pali e metto i due esterni che possano muoversi molto. Davanti mi butto dentro con il doppio centro praticamente in ogni occasione per far sì che l’Italia si schiacci ad aiutare e da fuori cerco di sfruttare le mie bocche da fuoco per provare a sfondare un muro italiano che in questo momento conta su un portiere eccezionale ma i miei tiratori possono metterlo in grande difficoltà. Sarà una partita di grande responsabilità individuale, personalità dove ad un certo punto gli schemi salteranno però devo dire ai miei di essere lucidi soprattutto con queste decisioni arbitrali date da telecamere subacquee in cui dobbiamo essere puliti. Grande grinta ma nessuno deve permettersi di dare colpi proibiti che possano compromettere la finale.
Credit: Andrea Staccioli, Andrea Masini, Giorgio Scala e Giorgio Perottino
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