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Il nostro nuovo giallo a puntate sulla pallanuoto

  Pubblicato il 26 Dic 2116  11:13
PRIMA PUNTATA
 
Erano le 23,35 di sabato 27 marzo. Ai quattro della Renault restavano pochi minuti di vita.
Tutti pescaresi. Al volante Paolo Di Michele, 28 anni, assistente universitario. Accanto a lui David Tonello, anni 39, ristoratore. Sul sedile posteriore lato destro Siria Tozzi, 32 anni, conduttrice televisiva e Jonathan Salvini, 21 anni, pallanuotista. Lato sinistro vuoto.
"Ehi, voi due là dietro, la piantate di dimenarvi? Qui è pieno di curve".
"Anche questa qui che ho sulle ginocchia è tutta una curva", rispose Jonathan. Non poté aggiungere altro: Siria ricambiò il complimento stampandogli un bacio sulla bocca mentre i lunghi capelli biondi occultavano la precoce calvizie del ragazzo.
Paolo spostò lo specchietto retrovisore e diede un'occhiata ai lavori in corso sul sedile posteriore: "Una cosa è certa, David. Questa qui, per come si avvinghia, marca molto meglio di lui".
Jonathan Salvini, giocatore della Rari Nantes Pescara, era il miglior difensore centrale di A2. Su di lui avevano messo gli occhi molti club della massima serie.
"Ma poi che ci troverà in quella lì? Tutte gambe e niente cervello", disse David stuzzicando Siria, che lasciò la presa, scese dalle ginocchia di Jonathan, si sporse dal sedile e sorridendo replicò: "Tutta invidia la tua, mio caro. Ti rode il fegato perché non mi puoi avere, questa è la verità. Rassegnati, sei troppo vecchio per me". E si rituffò, ancora più affamata, sulla sua preda.
Le piacevano soltanto i ragazzi molto più giovani di lei. E li cambiava spesso. Jonathan lo sapeva benissimo. Siria, del resto, era stata molto chiara: "Con me le storie durano poco. Se ti sta bene, okay, altrimenti...".
A Jonathan stava benissimo. Era uscito da poco da una relazione durata tre anni e adesso voleva rifarsi del tempo perduto. Aveva conosciuto Siria a Canale 12, l'emittente privata di Pescara che aveva raddoppiato gli ascolti da quando era andato in onda il talk show "A tavola con Siria". Jonathan, che aveva preso parte come concorrente a una delle puntate, ci aveva messo molto poco a percorrere il tragitto dalla sala da pranzo di Canale 12 alla camera da letto della ragazza.
Dove, tre giorni prima, Jonathan le aveva detto: "Sei sprecata per quella televisione di serie B. Io conosco molto bene Jimmy Parisi di Radio HBT Italia. Ha giocato a pallanuoto con me, poi si è stufato di prendere botte per quattro soldi e si è messo a fare il dj. Oggi la sua radio è tra le più seguite in Italia".
Siria non se l'era fatto ripetere. E adesso i quattro, a bordo della Renault di Paolo, stavano percorrendo la sinuosa statale che dall'uscita dell'autostrada di Campotenese portava a Morano Calabro, uno splendido paesino ai piedi del massiccio del Pollino dove Jimmy Parisi era nato e dove si rifugiava quando gli impegni di lavoro glielo permettevano. Jonathan era riuscito ad ottenere rapidamente un colloquio per Siria e i due avevano coinvolto anche Paolo, amico d'infanzia di Jonathan, e David, tifoso da sempre della Rari Nantes Pescara. Era anche uno degli sponsor minori del club abruzzese: poche migliaia di euro in cambio di uno striscione nella piscina delle Naiadi con la scritta “L’Italia di David”, un ristorante ai colli di Pescara che andava alla grande. David Tonello ci sapeva fare. “Il segreto del mio locale - diceva quando gli chiedevano come fosse riuscito ad avere successo - è nella varietà dei piatti che propongo alla clientela”.
Dalle cotolette alla valdostana al porcetto sardo, un percorso gastronomico che David curava personalmente partendo dalle origini. “Vado sul posto, vedo come si fa e spesso ci aggiungo qualcosa di mio”.
Aveva approfittato di quel viaggio in Calabria per “visionare” le “lagane e ciciari”, piatto tipico della provincia cosentina a base di ceci che intendeva proporre nel menu del pranzo di Pasqua. E intanto, dopo essersi voltato verso il sedile posteriore, si mangiava con gli occhi Siria ripromettendosi di provarci non appena la ragazza avesse scaricato il giovane pallanuotista.
Siria, intanto, aveva sospeso il corpo a corpo con Jonathan. “Vedo che finalmente gli hai dato un po’ di tregua a questo povero ragazzo", disse David. "Ma non hai pietà di lui? Non lo vedi che è ridotto uno straccio?”.
Poche ore prima Jonathan era in acqua, partita di campionato. Il tempo di farsi la doccia e si erano messi in macchina. Partiti da Pescara alle 18, ci avevano messo quasi sei ore per giungere a destinazione. “E' solo una breve interruzione - precisò Siria -: riprenderò a occuparmi del mio ragazzo quando finiranno queste maledette curve. Mi stanno dando allo stomaco. Senti un po’, Jonathan, ma questo Jimmy non è che poi si mette a fare lo stronzo con me in cambio del posto alla radio?”.
"Di sicuro non potrà mai essere stronzo come questo qui dietro che mi sta accecando con il suo maledetto camion. Abbassa quei cazzo di fari", imprecò Paolo e si spostò tutto sulla destra per farlo passare sulla discesa che portava ad un ampio tornante.
Ma il camion, invece di effettuare il sorpasso, si incollò alla Renault.
"E passa, figlio di una tr...". Non riuscì a terminare l'imprecazione: a 50 metri dal curvone il camion tamponò violentemente la Renault e Paolo perse il controllo della vettura.
Lo riacquistò in tempo per frenare. La Renault si fermò a venti centimetri dal guard rail che separava il curvone dallo strapiombo.
"Adesso scendo e lo ammazzo, questo bastardo". Ma non ebbe il tempo di aprire la portiera: il camion era nuovamente addosso alla Renault e la spinse lentamente, inesorabilmente contro il guard rail e poi nel vuoto.
Mario Corcione
FINE PRIMA PUNTATA
 

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