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Guarda qui Controfuga: si è parlato delle nuove regole Fina

  Pubblicato il 17 Mar 2117  09:30
 
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DA "LA GAZZETTA DELLO SPORT" (articolo di Franco Carrella e Roberto Urso)
Intanto sembra scongiurato - almeno per un po' - il rischio che non possa chiamarsi più Settebello. A Losanna, in Svizzera, i vertici della Fina hanno incontrato i membri del Bureau per discutere della relazione inviata dal comitato tecnico (presieduto da Gianni Lonzi) a proposito delle regole sperimentate in questi anni. Presente anche Paolo Barelli, numero uno della Fin, si è rimarcata la necessità di non modificare il numero dei giocatori in vasca (7 contro 7 appunto) né ridurre il peso del pallone, ma dovrebbero passare inevitabilmente alcune novità: campo di 25 metri anziché 30, come già fanno le donne; possesso palla di 25" e non 30"; espulsione temporanea di 15" e non 20".
A referto 11 giocatori per squadra anziché 13 (ma nei campionati nazionali le Federazioni avrebbero autonomia di scelta) senza obbligo del secondo portiere. La riduzione a 11 giocatori agevolerebbe l'aumento delle squadre femminili da 8 a 12 nel torneo olimpico. Su questo e altro si voterà nel congresso del 13 luglio a Budapest, in occasione dei Mondiali.
 
L'OPINIONE DI FRANCESCO ANESINI: "Sono d'accordo con quanto espresso in alcuni commenti precedenti. La Federazione mondiale deve essere rivoluzionata, ci sono persone troppo vecchie attaccate ad idee anacronistiche, pesone che non vivono la pallanuoto e quindi non possono capire i veri problemi di questo gioco. Bisognerebbe che l'Associazione Giocatori o una rappresentanza dei giocatori fosse ricevuta dai vertici federali per capire insieme come proseguire. In Nba, la più grande organizzazione sportiva del mondo, l'associazione giocatori ha un potere decisionale altissimo in ogni argomento di discussione, perché non può essere cosi anche nella pallanuoto? Il campo da 25 può avere pregi e difetti sicuramente ad alto livello comporterà più contatto fisico, più espulsioni, ma difficilmente porterà il pubblico a capire di più il gioco e difficilmente porterà alla pallanuoto la notorietà che auspichiamo. Per fare un salto di qualità ci vogliono scuole capaci di formare i dirigenti che spesso sono solo volontari senza una vera preparazione; oramai il marketing e la comunicazione sono gli elementi fondamentali per rendere uno sport veramente vendibile. Basta vedere il rugby: l'Italia vince una partita ogni 10 anni ma hanno paginoni su tutti i giornali.

L'OPINIONE DI FRANCESCO CARBONARA: "Non sono d'accordo con queste modifiche, per non parlare della riduzione a 11 giocatori. Mi auguro che la nostra Federazione decida di rimanere a 13. La riduzione dei giocatori a referto, oltre a dare meno possibilità e spazio ai giovani di essere inseriti in prima squadra, provocherebbe a cascata un effetto negativo: molti giocatori scenderebbero di categoria con i relativi disagi che si possono facilmente immaginare. Per le società significherebbe, infine, rette in meno con la conseguenza che gli spazi per la pallanuoto sarebbero ridotti ancora di più. Siamo alla frutta!".
 
L'OPINIONE DI DIDIEU CAVALLERA: "Le solite uscite di gente che non sa di cosa parla... 25", 11 a referto... 25 mt! Ma andate in pensione e lasciate spazio ai giovani dirigenti, con idee nuove per rilanciare a livello di immagine la pallanuoto! In Italia neanche più Rai Sport trasmette il campionato! Ma quello di boccette si! Che tristezza... A casa!!!!
 
INTERVISTA CON GIANMARCO GUIDALDI
Altri sport, come la pallavolo e il basket, hanno rinnovato i regolamenti con decisioni sensate che hanno apportato notevoli miglioramenti dal punto di vista dello spettacolo. Ad esempio, l'abolizione del cambio-palla nel volley. Nella pallanuoto, invece, "ogni tanto la Fina tira fuori novità astruse come ad esempio l'abolizione del tiro d'angolo su deviazione del giocatore di movimento. Il nostro è l'unico sport che è stato capace di inventare questa assurdità. Ma la cosa più sorprendente è che a prendere questo tipo di decisioni sono persone che da tempo hanno raggiunto l'età della pensione e invece sono sempre là, inamovibili. Sarebbe bello, oltre che giusto, sapere questa gente quanto guadagna e quanto spende per viaggi, pranzi a base di pesce, pernottamenti in alberghi a cinque stelle. Per carità, tutto giustificabile se la pallanuoto avesse tratto giovamento dal loro operato... Ma non è così, risultati non se ne vedono, e mi spiace dover chiamare in causa anche Gianni Lonzi".
 
L'OPINIONE DI MAURIZIO MIGLIACCIO: "Cambiando le regole basilari (campo, numero giocatori da 13 a 11, pallone da n. 5 a n. 4) non avverrà nulla nel giro anche di 10 anni. La pallanuoto ha bisogno di cambiare nella gestione e nella qualità dei dirigenti. CI vogliono manager capaci di pubblicizzare gli eventi, capaci di attirare sponsor, di intensificare i rapporti con la stampa e le tv, tutte nessuna esclusa, capaci di attirare l'attenzione nelle scuole. Insomma, manager a tempo pieno anche stipendiati, ma pronti anche dopo aver fatto qualche corso. Purtroppo non cambierà nulla: si, forse nel risultato, ma lo spettacolo peggiorerà. Questo cambiamento è stato fatto a livello politico-sportivo mondiale per gli atleti e le atlete da portare alle Olimpiadi".
 
L'OPINIONE DI ANDREA NESTI: "Così si prendono 100 anni di pallanuoto e si buttano nel cestino... magari di questi 11 mettiamoci 5 naturalizzati è così pure i settori giovanili non hanno più motivo di creare campioni... se vogliono cambiare le regole facciano uno sport diverso (tipo il calcio ed il calcio a 7) Terribile scelta insensata".
 
L'OPINIONE DI STEFANO CARBONE: Pessime, direi, notizie dalla FINA, dove sembrano essersi bevuti il cervello. La vasca da 25 sarebbe un passo indietro per la pallanuoto maschile, ma sarebbe peggio la riduzione a 25 o 24 secondi del tempo di possesso palla, o peggio ancora la riduzione a sei giocatori in acqua.
Postiglione durante la telecronaca di Italia-Russia ha toccato perfettamente il problema principale del nostro sport. Ovvero la non oggettività delle valutazioni arbitrali che rende gli stessi praticamente inattaccabili (una sorta di decreto di infallibilità del tipo di quello che un pessimo Papa volle instaurare a pro di sè stesso e dei suoi successori), ma soprattutto impedisce al pubblico (addetti ai lavori compresi) di capire cosa stia succedendo in vasca. Ho chiesto ad un arbitro (non dirò mai chi, ma un arbitro di buon livello) come ci si deve comportare, da arbitri in caso di trattenute a due mani sul perimetro: la risposta è stata "ma vuoi che ti dica cosa dice il regolamento o cosa devo fare io?". Ho apprezzato l'onestà, ma questa frase è lo specchio dei pessimi tempi che corrono.E speriamo che alla FINA non venga in mente di infilare magari un bel doppio misto nel sincro o che ne so i 150 a cagnolino nel nuoto, perchè altrimenti è a rischio anche l'onore di essere sport olimpico. Da grande ammiratore di Fabrizio De Andrè dovrei apprezzare chi naviga in direzione ostinata e contraria, il problema della pallanuoto è che la direzione è palesemente quella sbagliata.

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