Croazia-Spagna 10-11 (5-3, 2-3, 3-2, 0-3 )
Croazia: Bijac, R. Buric, L. Fatovic 1, Loncar, Biljaka, L. Bukic 4, A. Vukicevic 1, Zuvela 2, Marinic-Kragic 2, J. Vrlic, Z. Butic, Kharkov, T. Popadic. All. Tucak
Spagna: Aguirre, Munarriz 2, Granados 3, Sanahuja 3, De Toro, Larumbe 1, Biel, S. Cabanas, Tahull 1, Perrone, Mallarach, A. Bustos 1, Lorrio. All. D. Martin
Arbitri: Margeta (Slo) e Stavridis (Gre)
Note: sup. num. Croazia 4/10, Spagna 4/6
La posta in palio è altissima: in palio ci sono infatti il titolo continentale ed il pass per il torneo a cinque cerchi. Nella finalissima del campionato europeo maschile la Croazia, reduce dal successo sull’Ungheria, sfida a Zagabria la Spagna, reduce dal 7-4 con cui ha superato l’Italia. Nel contesto di un catino traboccante di entusiasmo, la condizione ideale per giocare l’atto decisivo di un grande evento, le due contendenti danno vita ad una sfida entusiasmante che regala uno splendido spettacolo agli appassionati. Ad aggiudicarsi la giostra delle emozioni è la Spagna che, dopo il 3-2 della prima frazione, deve inseguire per tutta la durata della contesa, sembra accusare il colpo quando Fatovic insacca il punto del 10-8 a tre secondi dalla fine della terza frazione ma grazie ad un maestoso parziale conclusivo piazza la zampata decisiva nel finale aggiudicandosi l’intera posta in palio con il punteggio di 11-10, vince il suo primo titolo continentale e stacca il biglietto per Parigi. A decidere le sorti della contesa la magistrale beduina con cui Granados, a quarantotto secondi dal temine, gela la piscina della Mladost, regala la vittoria ai suoi e completa così il 3-0 aperto dal bolide di Sanahuja e continuato dal siluro del bomber del Novi Beograd. Nel momento più delicato della sfida David Martin si assume l’onere di cambiare il portiere ma la mossa si rivela decisiva perché Lorrio blinda la porta, regala sicurezza ai compagni e dà il là alla rimonta. Mastica amaro la formazione croata che, dopo lo svantaggio iniziale, detta i ritmi della contesa per quasi tre tempi, fa prevalere il suo ritmo, fa male sia dal perimetro che in superiorità ma ha il demerito di perdersi nel momento della verità perché non trova più la via della rete. Non bastano ai padroni di casa la vena realizzativa di Bukic, top scorer del match con un poker e l’ennesima serata in versione monstre di Bijac che para anche l’impossibile in alcuni frangenti della contesa. Parziale consolazione per il capitano della truppa allenata da Tucak il premio di miglior portiere del torneo.
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