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Finale da batticuore, Jaksic gela la Grecia 12-11 e spinge la Serbia in semifinale

  Pubblicato il 07 Ago 2124  17:46
A Tokyo era stata la sfida che aveva assegnato il titolo, match terminato con la vittoria, la seconda consecutiva, dell’invincibile armata di Savic. Nel secondo quarto di finale del torneo maschile dell’Olimpiade di Parigi la Grecia, vincitrice in volata del girone A, sfida a la Defense Arena la Serbia, quarta forza dell’altro gruppo. Qualcuno l’aveva già data per spacciata, una squadra capace, fino ad ora, di esprimere il meglio di sé in una sola partita ma la detentrice del titolo conferma, nonostante un roster significativamente diverso rispetto a Rio e a Tokyo, di essere il peggior cliente possibile per qualsiasi avversario nelle sfide ad eliminazione diretta, regola 12-11 la Grecia e conquista il pass per la semifinale, turno in  cui attende la vincente della sfida Stati Uniti-Australia. Una partita che si snoda sui binari dell’assoluto equilibrio, nella quale nessuna delle due contendenti riesce mai ad operare un break regala un finale clamoroso, vietato ai deboli di cuore: la Grecia trova il punto del pareggio firmando l’11-11, in situazione di superiorità numerica, con Vlachopoulos che, ottimamente servito da Skoumpakis insacca dalla mano sbagliata a sei secondi dal termine ma quando tutto lascerebbe presagire la conclusione ai tiri di rigore il fuoriclasse serbo Nikola Jaksic lascia partire, da distanza siderale, un tiro devastante che finisce la sua corsa all’angolino a due secondi dal suono della sirena conclusiva e scatena la festa dei suoi. Il sette in calottina scura ha il merito di non lasciar mai andar via gli avversari, si affida ai colpi dei suoi fuoriclasse e torna nuovamente tra le prime quattro della rassegna a cinque cerchi con una squadra certamente molto cambiata rispetto al ciclo dei campioni leggendari che hanno scritto la storia ma capace, nelle sfide decisive, di giocarsela alla pari con chiunque. Dusan Mandic è il trascinatore dei suoi in virtù di una prova straordinaria che lo premia come top scorer del match con cinque reti, alcune delle quali di pregevole fattura, e costante spina nel fianco della difesa avversaria perché, oltre a realizzare, quando conta scarica la palla al compagno meglio piazzato per la conclusione vincente. Quando sul lato cattivo non imperversa il mancino del Ferencvaros è Viktor Rasovic a fare la differenza con i suoi mortiferi diagonali dalla mano sbagliata. Tra le fila elleniche è doveroso segnalare la splendida seconda parte di gara di uno Skoumpakis che, pur condizionato da problemi alla spalla, segna tre reti nella terza frazione, serve l’assist del definitivo pareggio e lotta come un gladiatore fino alla fine provando a trascinare i suoi.

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