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Final Six: la Pro Recco travolge l'Eger ed è terza, Szolnok campione

  Pubblicato il 28 Mag 2117  02:58
Budapest, 25-27 maggio
 
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Finali - Sabato 27 maggio

1-2 posto

JUG-SZOLNOK 5-10
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU
 
IL COMUNICATO DELLA F.I.N.
I magiari del Szolnoki salgono sul trono d'Europa per la prima volta nella storia. Spinti dal tifo incessante dei 10000 spettatori della stellare Duna Arena di Budapest, che sarà la casa della diciassettesima edizione dei campionati mondiali di nuoto, ospitando tuffi, sincro e nell'ultima settimana il nuoto, chiudono da trionfatori la Final Six di Champions League battendo i campioni uscenti dello Jug Dubrovnik per 10-5 (parziali 1-2, 5-2, 2-1, 2-0). I rossoblù croati, che abicano dopo una  partita tutta in salita, hanno subito forse un po' la stanchezza di tre match in tre giorni perdendo di lucidità nel corso dell'incontro. Triplette per i serbi Aleksic e l'olimpionico Prlainovic, ma fondamentale la doppietta del mancino Vamos che sul 4-4 ha aperto il break decisivo. Il Szolnoki è la sesta squadra ungherese a vincere il titolo europeo, tredici anni dopo la Honved ultima squadra magiara ad aggiudicarsi l'Eurolega nel 2004.

3-4 posto
PRO RECCO-EGER 15-6
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU
 
IL COMUNICATO DELLA PRO RECCO
Pro Recco di bronzo alla Final Six di Budapest: nella finalina di Champions League i ragazzi di Vujasinovic superano agevolmente l'Eger per 15-6.
Dodici giocatori a referto tra le fila biancocelesti: la semifinale con lo Jug ha lasciato a Mandic una doppia microfrattura all'orbita oculare. Difesa concentrata e aggressiva, attacco in palla e match sempre in controllo: Di Fulvio segna alla prima superiorità dopo due minuti e mezzo, la rovesciata di Aicardi e l'incursione vincente di Ivovic valgono il 3-0. Di Cuk su rigore, a 33 secondi dalla sirena, l'unica rete ungherese del tempo.
Seconda frazione battezzata ancora da Di Fulvio che da posizione centrale infila Mitrovic. Si gioca a una porta sola, l'Eger è in grande difficoltà: Molina "no look" per Bodegas, poi Ivovic in controfuga per il +5. Il mancino di Vapenski infiamma la "Danube Arena" subito spenta dalla terza rete di Ivovic che conduce le squadre al cambio campo sul 7-2.
Distanza che aumenta nei successivi otto minuti: Sukno ne segna tre, mentre l'Eger riesce a passare solo con Vapenski ed Erdely; il +6 biancoceleste è un'ipoteca sul podio. Infatti nell'ultimo tempo gli ungheresi mollano del tutto e nella magnifica piscina di Budapest la Pro Recco chiude con un sonoro 15-6. Sugli scudi Ivovic (4 reti), Di Fulvio e Sukno (tripletta per entrambi).
"La pressione di dover vincere a tutti i costi, il fatto di non aver giocato durante l'anno tante partite tirate: queste sono le cause della sconfitta di ieri - ammette Francesco Di Fulvio -. C'è un po'di rammarico, perché conosciamo il nostro valore. Oggi ci tenevamo a finire bene la stagione, abbiamo dimostrato il nostro potenziale e dove possiamo arrivare. Stiamo lavorando per un progetto, non ci abbattiamo, continuiamo a lavorare così perché è stata comunque un'ottima annata, siamo stati sereni tutta la stagione: peccato per la partita di ieri che era la più importante".

 
***
 
Semifinali - Venerdì 26 maggio
 
EGER-SZOLNOK 5-7
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU

JUG-PRO RECCO 10-9
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU
 
BUDAPEST - Puoi comprare i giocatori più forti di questo mondo, puoi togliere i pezzi da novanta alle tue concorrenti per indebolirle, ma per vincere le partite della Final Six, dove i valori in acqua si assottigliano, devi giocare da squadra. Lo Jug lo ha fatto, ripetendo la grande partita dei quarti di finale contro l'Olympiakos, la Pro Recco no e deve accontentarsi della finale per il terzo posto. Un fallimento. E adesso è lecito chiedersi, visti i precedenti: cosa farà Volpi, caccerà anche Vujasinovic dopo aver mandato via Milanovic? Prenderà come allenatore Kobescak che qui a Budapest sta facendo un miracolo dopo un altro?
Vujasinovic, che ovviamente merita di rimanere al suo posto (così come lo meritava Milanovic), si è reso subito conto che la "squadra" Pro Recco era rimasta a casa e, dopo il 2-0 messo a segno da Loncar in uno contro zero, ha chiamato time out e ha detto ai suoi: "Finora non abbiamo fatto niente, dobbiamo semplicemente cominciare a giocare. Tutto qui".
Il messaggio non è stato recepito subito. Lo Jug è andato avanti 3-0 e poi 4-1 continuando a giocare da squadra, la Pro Recco invece ha continuato ad affidarsi alle giocate estemporanee dei suoi grandi campioni (prima Ivovic, poi Di Fulvio e Filipovic) ed è rimasto sotto: 6-4 alla fine del secondo tempo. C'è da dire anche che al vantaggio maturato dallo Jug fino a quel momento ha contribuito un grande Bijac, che stasera ha vinto nettamente il confronto a distanza con Tempesti.
Soltanto nella terza frazione, finalmente, la Pro Recco ha cominciato a giocare da Pro Recco. Grande difesa con l'uomo in meno, grande Sukno in attacco, ottima percentuale con l'uomo in più e sorpasso (6-7) con una cannonata di Filipovic. Ma il tutto è durato soltanto quattro minuti di gioco. Dopo la rete del 7-7 realizzata da Markovic in superiorità, di squadra in acqua è tornata ad essercene soltanto una, lo Jug. E' Loncar, grandissimo giocatore, a riportare avanti i suoi con un alzo e tiro, è Garcia a firmare il +2 (9-7) in controfuga. Lo Jug poi si mangia il +3 e Kobescak si mangia le mani perchè i suoi regalano a Filipovic anche la rete del 9-8 in superiorità quasi a fil di sirena.
Ti aspetti quindi nel quarto tempo, come avviene spesso in questi casi, che la squadra scampata al pericolo reagisca alla grande. E invece no, è ancora Jug con Perrone che riporta i suoi sul +2 (10-8) in superiorità. Vujasinovic richiama Tempesti in panchina e manda tra i pali Volarevic, che fino al termine non prenderà nemmeno un gol. Ma per pareggiare il conto, cercando poi di farcela ai tiri di rigore, alla Pro Recco ne servono due. E invece arriva soltanto la rete del -1 (10-9) realizzata da Filipovic, il migliore dei biancocelesti, a quattro minuti dal termine. E' talmente piccolo il Recco questa sera che non riesce nemmeno ad approfittare della stanchezza e del "braccino corto" che si stanno impadronendo della squadra di Kobescak, che viene dalla faticaccia contro l'Olympiakos. La Pro Recco, fresca e riposata, e con la panchina più lunga che esista al mondo, negli ultimi quattro minuti conquista soltanto un'occasione da gol, un uomo in più che Filipovic conclude con una palomba che si spegne sul palo.
Mario Corcione
 
IL COMUNICATO DELLA PRO RECCO
La maledizione dello Jug colpisce ancora la Pro Recco: a Budapest i campioni in carica vincono per 10-9 e conquistano la finale di Champions League. Una beffa atroce per i ragazzi di Vujasinovic che sotto per oltre metà gara erano riusciti a rimontare e portarsi in vantaggio a quattro minuti dalla fine del terzo tempo.
"Mi prendo tutte le colpe, non sono riuscito a infondere tranquillità alla squadra in una partita comunque molto difficile contro la formazione detentrice del titolo - afferma l'allenatore serbo -. Non ci sono altre scuse: l'anno scorso si era subito detto che si era perso perché mancava Stefano, oggi la responsabilità è solo mia".
LA GARA - Lo Jug ha giocato ieri, è già in ritmo partita e i biancocelesti faticano ad entrare in gara. E così l'alzo e tiro di Jokovic, dopo 3 minuti, porta in vantaggio i croati. Pro Recco che non trova sbocchi e la controfuga di Loncar manda i campioni d'Europa sul +2. Fondelli va nel pozzetto: Vrlic non sbaglia il 3-0 a due passi da Tempesti. La Pro Recco non abbassa la testa e con l'uomo in più la mette dentro grazie al solito bolide di Ivovic. Ancora più tre Jug, però, con Obradovic che sfrutta una doppia superiorità. A 19 secondi dalla prima sirena Pijetlovic si guadagna un rigore: Sukno dai cinque metri ridà ossigeno ai ragazzi di Vujasinovic per il 4-2 che chiude il primo parziale.
Tre minuti del secondo tempo, Sukno inventa per Di Fulvio che ubriaca il numero uno avversario e sigla il 4-3. Botta e risposta Benic-Filipovic nello spazio di venti secondi, poi è il mancino di Garcia Gadea a tenere la Pro Recco a distanza di sicurezza per il 6-4 di metà tempo.
Cambio campo e biancocelesti in rete con Mandic, da posizione 1, che infila Bijac sul suo palo. Pari che si materializza con Sukno in situazione di superiorità. A metà del terzo tempo la Pro Recco corona la sua rincorsa: Filipovic (uomo in più) dà una lezione pratica del perché sia considerato il migliore al mondo. Markovic da posizione 5 rimette in equilibrio la gara. Altalena di emozioni alla Danube Arena: Jug di nuovo avanti con l'alzo e tiro di Loncar che schizza sull'acqua, sbatte sulla traversa ed entra in rete. I croati segnano ancora con Garcia Gadea che trova il diagonale vincente a 130 secondi dalla sirena. Filipovic regala una piccola boccata d'ossigeno a 2 secondi dal termine del terzo tempo capitalizzando una superiorità.
Ultimo otto minuti e Jug di nuovo in rete con Perrone (uomo in più) a battere Tempesti poi sostituito da Volarevic per il 10-8. È di nuovo Filipovic (poker per lui) a riportare sotto i biancocelesti. A 30 secondi dalla sirena, però, la palombella del numero 10 si spegne sulla traversa: è l'ultima occasione, la Pro Recco domani giocherà solo per il terzo posto.

Finale 5-6 posto
 
OLYMPIAKOS-BRESCIA 5-8
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU

BUDAPEST - Si piazza all'ultimo posto l'Olympiakos che, alla vigilia, era tra le accreditate al podio della Champions. I greci giocano con il morale sul fondo della vasca, questo è vero, ma la loro particolare situazione psicologica nulla toglie alla grande partita giocata dal Brescia, che chiude al quinto posto - e con un bilancio positivo - la trasferta ungherese.
Il meglio, la squadra di Bovo, lo fa vedere sul punteggio di 2-1 per i greci. Manzi batte con l'uomo in più Pavic dal lato cattivo, Christian Presciutti sempre in superiorità supera il portiere croato dalla parte opposta. Poi lo stesso Manzi spedisce, stavolta a uomini pari, una cannonata nell'angolino basso alla destra dell'estremo difensore dell'Olympiakos e infine Bertoli in superiorità mette la sua firma sul +3 biancazzurro (2-5) al quale contribuisce in buona parte Del Lungo, che para praticamente tutto.
Nella terza frazione continua il vano assalto dei greci alla roccaforte bresciana, che regge l'urto alla grande. La squadra di Bovo gioca con un'attenzione estrema e viene premiata dal +4: Manzi con l'uomo in più prova a fare tris dal lato cattivo, Pavic stavolta risponde da grande campione qual è. Ma il portiere dell'Olympiakos nulla può sulla successiva conclusione di Bertoli, che finalizza uno schema eseguito alla perfezione. A 39" dall'ultimo intervallo torna al gol l'Olympiakos con una bella deviazione di Kolomvos in superiorità. Un digiuno durato esattamente 16' di gioco effettivi.
Vlachos, tecnico dell'Olympiakos, prova a scuotere i suoi. Ma nel quarto tempo la montagna da scalare diventa ancora più alta dopo il 3-7 di Bertoli in superiorità e soprattutto dopo il 4-8 di Ubovic, che saluta degnamente il Brescia (nella prossima stagione giocherà nell'Orvosi assieme a Randjelovic) con un gran gol dal centro.
 
IL COMUNICATO DEL BRESCIA
Una chiusura di stagione davvero degna: nell’ultimo impegno della Final Six di Champions League edizione 2017, ovvero l’incontro valido per il quinto posto, l’An Brescia s’impone per 8 a 5 (2-2, 3-0, 1-1, 2-2, i parziali) sull’Olympiacos Pireo, dimostrando una volta di più una grande spirito di sacrificio e confermando una notevole capacità di reagire alle situazioni critiche. A brevissima distanza dall’amara sconfitta nel quarto di finale con l’Eger, non era facile trovare le energie per onorare l’appuntamento con la più importante rassegna per club e, così, terminare al meglio l’annata. Al di là del dover recuperare un’adeguata condizione – soprattutto mentale -, il sette bresciano doveva rimediare all’assenza dello squalificato Muslim e all’improvvisa indisponibilità di Paskovic, rimasto in tribuna per il riacutizzarsi del problema all’orecchio. Dunque, partenza ad handicap per la squadra di Sandro Bovo, con soli tre cambi a disposizione (più quello del portiere). Contro un avversario per nulla rinunciatario e anch’esso intenzionato a concludere in maniera positiva il cammino nelle finali di Budapest, l’An comincia col piglio giusto ribattendo colpo su colpo. Però, a poco meno di due minuti dalla fine del primo tempo, Brescia perde un’altra pedina: Napolitano viene punito col cartellino rosso (non brutalità, almeno questo…) dall’arbitro israeliano Schwartz, e la già magra panchina si restringe ancora di più. A quel punto (sul punteggio di 2 pari), Presciutti e compagni serrano i ranghi e, con esemplare determinazione, trovano la forza per piazzare l’allungo che risulterà decisivo: per tutta la seconda frazione, la difesa chiude ogni varco, mentre Christian Presciutti, Manzi e Bertoli trafiggono Pavic in sequenza. Da lì in avanti, lo spirito agonistico dell’An non s’incrina, anzi: i greci provano e riprovano a ricucire il distacco ma le calottine bresciane non cedono di un passo, neanche quando, a metà dell’ultima frazione, rimangono con un solo cambio per il cartellino rosso assegnato, ancora dall’arbitro Schwartz, a Randjelovic. Come nel 2014, l’An arriva al quinto posto tra i club europei, un traguardo di prestigio che puntella un percorso di crescita di grande rilievo.
«Abbiamo chiuso nel modo migliore la stagione – commenta il presidente Andrea Malchiodi – esprimendo le caratteristiche che ci contraddistinguono, cuore, tenacia e orgoglio».
«È stato bello vincere così – dice coach Bovo -, a un certo punto non avevo quasi più nessuno in panchina. Abbiamo dato un’ennesima dimostrazione di carattere, sono orgoglioso di quanto fatto dai ragazzi, della verve agonistica, dell’approccio al lavoro, della voglia di provarci ad ogni costo».      
 
***
 
Quarti di finale - Giovedì 25 maggio
 
EGER-BRESCIA 6-4
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU

BUDAPEST - Brescia per tre tempi meglio dell'Eger, ma non basta: nel quarto subisce il sorpasso degli ungheresi e va fuori dalla Final Six. Giocherà la finale per il quinto posto contro l'Olympiakos.
Cronaca. La squadra di Bovo nella prima frazione commette un solo errore difensivo, proprio nelle prime battute di gioco: i biancazzurri lasciano troppo spazio ad Harai e l'ungherese spara un proiettile che De Lungo non può neutralizzare. Poi è dominio Brescia: Nora pareggia sfruttando un doppio uomo in più, Paskovic finalizza una superiorità eseguita alla perfezione dai lombardi e infine Mitrovic nega con una grande parata il gol del +2 lombardo. Ancora Harai, stavolta con l'uomo in più, firma un 2-2 che va stretto ai biancazzurri.
Dopo tre parate importanti effettuate nella prima frazione di gioco, Mitrovic si fa sorprendere da un tiro di Nora da distanza considerevole e il Brescia torna avanti (2-3). Ma è un vantaggio destinato ad avere poca durata perchè nella seconda frazione gli arbitri non concedono più niente alla squadra di Bovo, mentre dall''altra parte del campo l'Eger può usufruire di ben quattro superiorità numeriche consecutive: Del Lungo neutralizza la prima con un grande intervento, Cuckovic trasforma la terza nel gol del pareggio (3-3), le altre due vengono gettate al vento dagli ungheresi, che in attacco commettono molti errori, perdendo una valanga di palloni banalmente anche "per colpa" della difesa lombarda.
Nel terzo tempo il Brescia sbaglia la superiorità che potrebbe riportarlo avanti. Non sbaglia l'uomo in più, invece, Kovacs e gli ungheresi effettuano il sorpasso (4-3). La squadra di Dabrowski ottiene poi altre due superiorità che non danno esito e i lombardi ne approfittano per pareggiare il conto con una gran botta a uomini pari di Muslim. Si va all'ultimo intervallo sul punteggio di 4-4.
In apertura di quarta frazione Ubovic conquista un uomo in più prezioso, ma il Brescia non riesce a trasformarlo nel gol del vantaggio. Sull'altro versante Vapenski sorprende Del Lungo, che commette l'unico errore della sua ottima gara nel momento sbagliato (5-4). Poi il solito Harai finalizza lo stesso schema in superiorità del secondo gol magiaro e porta l'Eger al doppio vantaggio (6-4). E' un momento molto difficile per il Brescia, ci vorrebbe subito un gol, ma i lombardi anche stavolta falliscono un uomo in più importante. A tre minuti dal termine la svolta definitiva: Muslim prende il rosso per brutalità, l'Eger giocherà con l'uomo in più fino al termine e potrà permettersi anche il lusso di sbagliare il penalty con Erdelyi: la parata di Del Lungo non impedisce agli ungheresi di raggiungere lo Szolnok in semifinale.
 
OLYMPIAKOS-JUG 8-11
TABELLINO E CRONACA MINUTO PER MINUTO DELLA GARA SU
 
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Credo sia corretto iniziare da AN Brescia alla quale vanno fatti i complimenti per un quinto posto meritatissimo e forse anche un pò stretto. Bravi, un ottimo lavoro di programmazione. Infine Pro Recco....che dire...peccato! Una squadra che ha giocato a piccoli tratti e sulle individualità contro uno Jug con difesa alta che ha tenuto i tiratori lontani e non ha permesso il gioco del centro. Senza nulla togliere a Vujasinovic che ha comunque lavorato bene, il gioco "dell'odiato" Milanovic era più redditizio per confronti di questo livello. La difesa alta e fisica riuscivano a sopportarla mentre ieri si sono visti molti limiti. Tempesti non è sembrato all'altezza e forse è vero ( il suo sguardo nelle inquadrature TV diceva tutto ) ma vanno ricordati anche i tanti infortuni recenti che certo non lo hanno favorito e lasciato sereno. In ogni caso credo lo Jug abbia giocato in maniera perfetta e quindi a loro il meritato successo.
Alberto Elmi
 
Bisognava comprare anche mezzo Jug l'estate scorsa.......... e poi tenerli in tribuna. Tempesti non è più lui e Fondelli non maturo per questi livelli (scusate la rima)
Virudella
 
fallimento per il secondo anno consecutivo. in italia dove il livello è mediocre, non hanno rivali, quando si alza il livello perdono con team anche meno forti ma che giocano con uno spirito di squadra eccezionale. complimenti allo jug.
giovanni
 
FANNO I GALLI SOLO IN ITALIA.... LA PRO RECCO
rob
 

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