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Ecco l'ultima puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 07 Mag 2120  17:27
Giovedì 2 aprile - Ore 9,30
 
Interrogatorio di Martina Vollero alla presenza del procuratore Giulio Dosso, del commissario Arcangelo Noce e dell'avvocato dell'indiziata Cesare Russo.
 
Procuratore Dosso: Sul sedile anteriore della Volvo di Bruno Gambino sono stati rinvenuti frammenti di capello il cui dna corrisponde al suo. Ci vuol spiegare come mai?
Martina Vollero: Gambino ed io avevamo una relazione.
Procuratore Dosso: Dalle dichiarazioni rilasciate dal signor Nicola Borrelli risulta che lei aveva una relazione anche con lui. Compreso Enrico Ruggiero, quindi, lei ha avuto rapporti sentimentali contemporaneamente con tre uomini. Non le sembrano troppi?
Avvocato Russo: Non mi risulta che sia vietato dalla legge, signor procuratore.
Procuratore Dosso: Ammettiamo che sia vero, e che lei sia riuscita a ingannare ben tre uomini in una volta sola. Perchè mai, allora, ha dichiarato più volte di conoscere Gambino soltanto superficialmente?
Martina Vollero: Non volevo screditarmi agli occhi dei dipendenti del mobilificio. La morte di mio marito ha già creato una situazione delicata, per risolverla ho bisogno di avere la massima fiducia da parte loro.
Procuratore Dosso: Nicola Borrelli, tuttavia, ci ha detto che qualche giorno fa lei gli ha confessato di aver intenzione di liberarsi dell'azienda, di vendere.
Martina Vollero: La morte di Gambino ha aggravato la situazione, adesso non c'è più nessuno in grado di guidare l'azienda. Perciò ho deciso di vendere: è l'unica possibilità di salvarla, di tutelare i posti di lavoro dei dipendenti.
Procuratore Dosso: Indagini effettuate dalla Polizia, invece, hanno accertato contatti con possibili acquirenti già in precedenza. Queste trattative sono state intraprese da Gambino. Lei ne era a conoscenza?
Martina Vollero: Prima che fosse ucciso, ho dato mandato a Gambino di valutare anche l'ipotesi di vendere l'azienda.
Procuratore Dosso: Soltanto un'ipotesi, signora? I possibili acquirenti, vale a dire il Gruppo Immobiliare Sicra, ci hanno detto che le trattative erano a buon punto. E lo sono tuttora. Dopo la morte di Gambino, i contatti da quello che ci risulta sono proseguiti direttamente con lei.
Martina Vollero: Le ho già detto che la situazione è diventata insostenibile, quindi ho provveduto di conseguenza.
Procuratore Dosso: Lei dove si trovava la sera di venerdì 20 marzo?
Martina Vollero: Il giorno in cui è stato ucciso Bruno Gambino?
Procuratore Dosso: Esatto.
Martina Vollero: A casa. Se vuole, può controllare con la mia domestica. Lei confermerà.
Procuratore Dosso: Ricorda cosa stava facendo?
Martina Vollero: No, signor procuratore.
Procuratore Dosso: Il signor Borrelli ci ha detto che quella sera ha tentato inutilmente di mettersi in contatto con lei, ma il cellulare era sempre staccato.
Martina Vollero: Non lo escludo. A volte lo faccio per non essere disturbata.
Procuratore Dosso: Strano. Il signor Borrelli sostiene, invece, che il suo cellulare è sempre acceso, anche la notte. E noi abbiamo controllato. Quella sera, però, effettivamente è rimasto spento dalle 19 alle 24. Come mai?
Martina Vollero: Ah, ecco, ora ricordo: avevo un forte mal di testa e sono andata a dormire presto, senza neppure cenare. La mia domestica sicuramente potrà confermarlo.
Procuratore Dosso: La sua domestica, se lo confermerà, rischierà un'incriminazione per falsa testimonianza. Lei quella sera non è andata a dormire. Ha preso un motorino, è andata al Parco Virgiliano all'appuntamento con Bruno Gambino, è salita sulla sua Volvo e lo ha ucciso. Poi si è liberata del motorino, è salita sulla sua auto parcheggiata al di là dell'interruzione di via Tito Lucrezio Caro e si è dileguata.
Avvocato Russo: Andiamo, signor procuratore, quale giuria potrà mai credere a una simile ricostruzione. E' fantascienza pura. Comunque, d'ora in avanti la mia cliente non risponderà più ad alcuna domanda.
 
***
 
Giovedì 2 aprile - Ore 14,30
"E adesso?", chiese Elio.
"Adesso mi porti una seconda porzione di tiramisù, possibilmente a temperatura ambiente. Quella che mi hai dato prima era gelata. Vuoi farmi prendere una congestione?".
"Adesso cosa farete come indagini, volevo dire".
"Domani mattina la Scientifica esaminerà l'auto di Martina Vollero. Sicuramente l'ha fatta pulire da cima a fondo, ma noi speriamo ugualmente di trovare qualche traccia di sangue. Dopo aver ammazzato Gambino, deve per forza di cosa essersi cambiata in auto, non può averlo fatto fuori dall'abitacolo. Troppo rischioso, poteva passare qualcuno, oppure poteva arrivare qualche coppietta in auto".
"Il portabagagli. Potrebbe aver messo là gli indumenti dopo essersi cambiata".
"Non è da escludere, ma pensaci bene: al posto suo, tu lo avresti fatto?".
Elio andò a prendere nella vetrinetta-frigo la porzione di tiramisù, la sistemò in un piatto fondo, prese un pentolino d'acqua, lo mise sul fuoco e vi poggiò sopra il piatto. Tornò al tavolo del commissario e disse: "No. Io mi sarei cambiato in macchina, avrei messo i panni spochi di sangue in una busta e poi l'avrei poggiata da qualche parte nell'abitacolo".
"E infatti - aggiunse con un ghigno Noce - io credo che le cose siano andate proprio così".
"Ma ammettiamo che non troviate alcuna traccia di sangue? Come farete a incastrare la Vollero?".
"Ci accontenteremo di un processo indiziario. E, poichè gli indizi sono consistenti, credo che riusciremo a farla condannare ugualmente. Adesso, però, vai a prendermi la porzione di tiramisù prima che si squagli completamente nel piatto".
 
***
 
Martedì 4 aprile - Ore 9
Donatella Dell'Angelo si presentò in commissariato con la mano destra gonfia. Non era mancina.
"Cosa hai fatto?", chiese la iena.
"Ho preso a cazzotti il muro della cucina".
"E perchè mai, se è lecito saperlo?".
"Due erano le cose: o prendevo a botte mio marito oppure il muro. Poichè sono un poliziotto, ho scelto la seconda soluzione".
"E tuo marito?".
"Da stasera dormirà altrove, non sono più affari che mi riguardano. Con me ha chiuso. Definitivamente".
"Presumo, quindi, che tu l'abbia colto sul fatto".
"Indovinato. Ieri sera l'ho pedinato, l'ho scoperto assieme a quella puttana, sono tornata a casa, ho preparato tutta la sua roba e gli ho dato lo sfratto. La prego, commissario, adesso parliamo d'altro. Quando arriveranno i rilievi della Scientifica sull'auto di Martina Vollero?".
"Sono gia qui".
"E allora?", chiese Donatella spalancando gli occhi con interesse.
"E allora abbiamo fatto centro. O quasi".
"Come sarebbe a dire quasi?".
"Sarebbe a dire che sulla Ford Focus di Martina Vollero sono state trovate tracce del sangue di Bruno Gambino, ma in un posto che non ci aspettavamo: sul sedile posteriore".
"E questo che vuol dire?".
"Vuol dire che dopo aver ucciso Gambino, l'assassino è entrato nella macchina di Martina Vollero, si è cambiato sul sedile posteriore e là è rimasto mentre la Vollero era al volante. Non è stata lei a uccidere Bruno Gambino".
"Nicola Borrelli!", esclamò Donatella battendo il pugno, quello sinistro, sulla scrivania del commissario. Poi si diede della cretina e aggiunse: "No, Borrelli non può essere stato. Per quella sera aveva un alibi a prova di bomba. E quindi? Non mi dica che c'è un altro amante, non è possibile. Al confronto della Vollero, mio marito è un santo".
"Non so che dirti", rispose sconsolato la iena. "E non possiamo nemmeno chiedere spiegazioni a Martina Vollero, l'avvocato le ha cucito la bocca".
"Che facciamo, adesso?".
"Tu chiedi alla Scientifica un supplemento d'indagini sulla macchina della Vollero. Hai presente gli altri residui di capelli rinvenuti sulla Volvo di Gambino? Ebbene, uno di essi potrebbe appartenere all'assassino, al complice di Martina Vollero. E può darsi che costui, o costei, abbia lasciato qualche ricordino prezioso per noi anche nell'abitacolo della Focus della Vollero. Io intanto vado a fare quattro passi per schiarirmi le idee".
 
***
 
Noce lasciò il commissariato, raggiunse viale Augusto e si sedette su una panchina. Aveva bisogno di riflettere, ma la prima constatazione fu "Mi è venuta fame" e fece un colpo di telefono a Elio: "Dove sei?".
"Dove vuole che sia, commissario? Sono in trattoria a preparare tutto per l'ora di pranzo".
"Ecco, bravo, visto che ci sei preparami un paio di tramezzini - uno con salame e formaggio, l'altro con tonno, uova e maionese - e raggiungimi al più presto all'inizio di viale Augusto. Sono seduto su una panchina".
Elio fece per opporsi, ma l'unico risultato che ottenne fu "Niente ma! Prepara i tramezzini, abbassa la serranda e vieni qui".
Noce chiuse la comunicazione proprio mentre una signora sulla sessantina, che stava portando a spasso uno schnauzer, vedendo lo spazio vuoto accanto al commissario, si accomodò sulla panchina. "E adesso, ciccino, ci facciamo un bel riposino accanto a questo signore", disse rivolgendosi al cane.
Noce la guardò storto, prese dalla giacca il portafogli, tirò fuori il distintivo e lo mostrò alla signora: "Mi spiace, qui non può sedersi".
"Come sarebbe a dire non posso sedermi?! Io non vedo alcun divieto". E non si mosse da lì.
"Sono un commissario di Polizia, signora e...".
"L'ho capito che è un poliziotto, non sono mica orba. Ma da qui non me ne vado ugualmente: conosco le leggi e non sta scritto da nessuna parte che non posso sedermi su una panchina pubblica", disse con aria spavalda.
Noce sbuffò, maledisse in cuor suo la signora, e con la massima calma ribattè: "Prima che lei m'interrompesse, stavo cercando di spiegarle che in questo momento io sono in servizio. Sto cercando di prendere un delinquente pericoloso e questo delinquente pericoloso, non sapendo che sono un commissario di polizia, tra qualche minuto verrà e si siederà sulla panchina. Tuttavia, se la vedrà occupata, non potrà sedersi, andrà via e io, non potendo arrestare lui, sarò costretto ad arrestare lei per il reato di intralcio alle indagini. Sono stato chiaro?".
Tutt'altro che spaventata, e con la stessa spavalderia, la donna replicò: "Va bene. Vorrà dire che me ne andrò non appena vedrò arrivare questo signore".
La iena perse la pazienza, ma proprio mentre stava per azzannare la donna vide Elio in lontananza, si calmò e disse gentilmente: "Eccolo, sta per arrivare".
"Chi quel tizio grosso e ciondolante con una busta in mano? E quello sarebbe un delinquente pericoloso? Ma andate a quel paese tutti e due", sbottò la donna, si alzò dalla panchina e si allontanò con il cane.
 
***
 
"Le ho portato anche del vino e del caffè", disse Elio. "E adesso col suo permesso, commissario, me ne torno in trattoria che ho da fare".
"Permesso non accordato. Siediti e non ti muovere fino a quando non te lo dico io".
"Cos'è questa novità? Non potevamo vederci direttamente in trattoria?", chiese Elio.
"No, perchè ho bisogno di aria, devo riflettere".
"E io cosa c'entro con le sue riflessioni? Si può sapere cosa è successo?".
"Taci e ascolta. Siamo punto e daccapo", cominciò Noce e fece partecipe Elio di tutti i ragionamenti che avevano riportato l'inchiesta in una fase di stallo: "In altre parole, c'è un altro complice ma non abbiamo la benchè minima idea di chi possa essere. Sappiamo soltanto che è stato lui, o lei, a compiere materialmente l'omicidio di Gambino".
"Un killer professionista?", azzardò Elio.
"Ma non dire cazzate!", sbottò Noce mentre addentava il primo tramezzino. "Si tratta di una banda di dilettanti, abili ma soprattutto maledettamente fortunati. Io credo che sin dall'inizio abbiano agito in tre: Martina Vollero, Bruno Gambino e una terza persona che chiameremo mister X. I tre si mettono d'accordo per fare fuori Enrico Ruggiero e impadronirsi del suo patrimonio, ma dopo l'omicidio dell'imprenditore qualcosa va storto e la Vollero e mister X decidono di sbarazzarsi di Gambino. Ma torniamo all'inizio, la chiave di tutto deve essere proprio lì. E, sempre con riferimento al "cui prodest", mi chiedo: qual'è stato il tornaconto di mister X? Perchè Martina Vollero e Bruno Gambino lo hanno coinvolto nell'omicidio di Ruggiero? Forse anche a lui hanno promesso una fetta della torta, ma in cambio di cosa?".
"Forse quel giorno allo stadio erano in due, forse Gambino non era in grado di ammazzare da solo Ruggiero e si è fatto dare una mano da questo mister X. Gambino ha mandato il messaggio a Ruggiero, poi lo ha convinto ad andare nella zona degli spogliatoi dove precedentemente si era nascosto mister X. Al momento giusto costui è balzato fuori e hanno fatto fuori Ruggiero".
"Possibile, ma non credo sia andata così: già agire da solo in quel contesto era rischioso, figuriamoci in due. E poi Gambino era sufficientemente forte per agire da solo. No, io penso che mister X quel giorno non era allo stadio assieme a Gambino, e questo ci fa tornare al punto di partenza: qual'è stato il suo ruolo nella banda?".
"Magari era proprio lui il capo", la butto lì Elio e per poco non fece andare per traverso il sorso di vino che Noce stava trangugiando.
"Che cosa hai detto?", chiese la iena con gli occhi fiammeggianti.
Intimorito, Elio ripetè timidamente e a bassa voce: "Ho detto che forse era proprio lui il capo della banda, ma non s'incazzi, commissario. Lo so, ho detto un'altra stronzata".
"Ma quale stronzata?! Ci hai visto giusto, Elio!". E diede in segno di esultanza un violento cazzotto sulla coscia sinistra del ristoratore. "Ma si, deve essere proprio così! E se andata come penso io, ci troviamo di fronte ad un piano diabolico: "Mister X, che conosce molto bene Enrico Ruggiero, tre anni fa incontra Martina Vollero, allenatrice di pallanuoto. I due stringono amicizia e casualmente il discorso cade su Ruggiero. Nasce così il piano. A Martina spetta l'incarico più oneroso: fare innamorare l'imprenditore a tal punto da convincerlo a fare testamento in suo favore. Ma per riuscire nell'intento occorre tempo e per tre anni Martina Vollero diventa la fedele compagna di Enrico Ruggiero".
"Fedele per modo di dire...", interruppe Elio.
"Già, ma non è da escludere che la Vollero abbia intrapreso la relazione con Nicola Borrelli per cercare di coinvolgerlo nel piano. Poi, però, si è resa conto che non aveva le palle per diventare suo complice e se l'è conservato soltanto come amante. E qui entra in scena Gambino: mister X e Martina Vollero vengono a conoscenza della sua delicata situazione in seno al mobilificio e lo fanno entrare nell'affare".
"E proprio questo che non capisco: perchè perdere una bella fetta del patrimonio coinvolgendo anche Gambino?".
"Perchè - rispose la iena - avevano bisogno di un uomo per commettere il delitto. Mister X è una donna".
 
***
 
Lunedì 11 aprile - Ore 11
Interrogatorio di Brunella Molino alla presenza del procuratore Giulio Dosso, del commissario Arcangelo Noce e dell'avvocato dell'indiziata Giulio Buonanno.
 
Procuratore Dosso: Signora Molino, di chi è stata l'idea di divorziare? Sua o di Enrico Ruggiero?
Brunella Molino: Mia. Ero stufa di mantenerlo, volevo farlo da tempo, mi sono decisa quando è andato in carcere per quell'incidente stradale.
Procuratore Dosso: Poi, però, Ruggiero è uscito di galera, ha fatto fortuna e lei si è mangiata le mani per non aver creduto in lui, anche perchè poi è subentrato il suo licenziamento: il negozio dove lavorava come commessa è fallito e lei si è trovata improvvisamente senza un soldo e senza la possibilità di andare avanti. E' vero che ha chiesto lavoro al suo ex marito e lui le ha sbattuto la porta in faccia?
Brunella Molino non rispose.
Procuratore Dosso: A questo punto è nato il piano e ha coinvolto Martina Vollero.
Avvocato Buonanno: Ma quale piano, signor procuratore. Andiamo, siamo seri.
Procuratore Dosso: Quando e come ha conosciuto Martina Vollero?
Brunella Molino: Non ricordo.
Procuratore Dosso: Glielo dico io, allora. Precisamente il 22 settembre 2016. Rimasta senza lavoro, tramite conoscenze lei si è presentata alla direzione della piscina Scandone di Napoli e ha ottenuto un posto d'inserviente. Giusto?
Brunella Molino: Mi sembra di si.
Procuratore Dosso: In piscina ha conosciuto Martina Vollero e nel giro di qualche mese la conoscenza si è trasformata in amicizia. Conferma?
Brunella Molino: Certo. Non vedo cosa ci sia di male.
Procuratore Dosso: Poi è nato il piano.
Avvocato Buonanno: Ancora con questo piano, signor procuratore! Ci vogliono prove per incolpare la mia cliente, non semplici supposizioni.
Procuratore Dosso: Le dice qualcosa il nome Bruno Gambino?
Brunella Molino: Mai sentito nominare.
Procuratore Dosso: Eppure sul sedile anteriore della sua Volvo sono stati trovati residui di capelli bruni femminili, gli stessi rinvenuti nel sedile posteriore della Ford Focus di Martina Vollero. L'esame del dna ha stabilito che le appartengono.
Avvocato Buonanno: Non vedo cosa ci sia di strano che abbiano trovato residui di capelli della mia cliente sulla Focus di Martina Vollero: lei stesso, signor procuratore, ha fatto presente che erano amiche.
Procuratore Dosso: E non le sembra strano, avvocato, che siano diventate amiche l'ex moglie e l'attuale compagna di Enrico Ruggiero?
Avvocato Buonanno: Napoli è piccola, signor procuratore.
Procuratore Dosso: E cosa mi dice del fatto che durante tutti gli interrogatori Martina Vollero non abbia mai accennato a questa strana combinazione? E come mai, secondo lei, ha detto di non aver mai conosciuto la signora Molino? L'unico motivo plausibile è questo: sono state complici nel delitto di Ruggiero. E anche in quello di Gambino.
Procuratore Dosso: Signora Molino, come spiega il fatto che residui dei suoi capelli siano stati trovati sul sedile anteriore destro della Volvo di Bruno Gambino?
Bruna Molino: Non lo so commissario. Le ripeto, non ho mai visto nè conosciuto questo Gambino.
 
***
 
Bruna Molino fu condannata a 14 anni di reclusione per l'omicidio di Bruno Gambino, Martina Vollero alla pena di 10 anni per complicità. Entrambe furono assolte per insufficienza di prove dall'accusa di complicità nell'omicidio di Enrico Ruggiero. Le pene furono confermate negli altri gradi di giudizio.
Non fu mai appurato il motivo per il quale Bruno Gambino, ritenuto l'unico responsabile dell'omicidio di Ruggiero, fu ammazzato nella sua Volvo al Parco Virgiliano.
Mario Corcione
FINE
(la prima puntata del nuovo giallo sarà pubblicata giovedì 14 maggio)
 
 
DALLA DECIMA ALLA TREDICESIMA PUNTATA
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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