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Ecco la nona puntata del nostro giallo sulla pallanuoto

  Pubblicato il 22 Lug 2117  08:54
Commettere un errore grave durante un'indagine era la prima cosa che faceva diventare Arcangelo Noce una bestia. Una iena, appunto. "Vedi, Elio, la cosa che mi fa incazzare di più non è aver preso una cantonata, ma il danno che ho arrecato all'indagine. Il vero assassino di Angela ha potuto guadagnare tempo, nascondere le prove... e magari se l'è già filata in Messico oppure in Mozambico o chissà dove".
Era l'1 di notte, il ristoratore era stanco morto e avrebbe dato volentieri metà incasso della giornata, beh facciamo un quarto, pur di essere già a letto. Ma se è vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno, quello era il momento giusto: Arcangelo Noce, seduto accanto a lui ad uno dei tavoli della trattoria, era ridotto uno straccio, messo ko dalla rivelazione di Ludovica Minopoli: "Mio marito non ha ucciso Angela Salviati".
Un'affermazione confermata dal gioielliere Carlo Marra e dalla moglie Vittoria Dazzi: "Si, commissario, la sera del 20 febbraio siamo stati a cena in casa Mottola e Vittorio non ha mai lasciato l'appartamento per tutta la serata".
Vittorio Mottola aveva ucciso Giuseppe Cuomo con la sua Subaru e Nicola Abruzzese con un tubo di ferro - e su questo non c'erano dubbi (e neppure prove) - ma non era stato lui ad ammazzare nella 500 Angela Salviati con un granello di cianuro. Gli assassini era due.
"Non ha nulla da rimproverarsi, commissario. Da quando è stata uccisa Angela, ogni sera lei mi ha fatto due coglioni così raccontandomi per filo e per segno ogni passaggio delle indagini. Ebbene, le giuro su quanto ho di più caro (il suo gatto Ronnie, anche Elio era solo al mondo) che io avrei fatto esattamente le stesse cose".
"Finirai nell'ottavo cerchio dell'Inferno, Elio, nel girone dei bugiardi. "Sono stato un coglione, ho peccato di leggerezza. Ho dato per scontato che l'assassino di Angela Salviati e Nicola Abruzzese fosse la stessa persona trascurando un particolare molto importante: passando da un letto all'altro da quando ha deciso di cambiare vita, Angela ha fatto del male a più di una persona, e una di queste l'ha uccisa. E' stato un delitto passionale, e io dovevo capirlo subito. Sfigurandola con il vetriolo, l'assassino ha voluto cancellare la causa del suo dolore: il volto di Angela che è entrato nella sua vita sconvolgendola".
"Lei mi sta dicendo, commissario, che ad ucciderla è stata una donna e che lo ha fatto per gelosia?".
"Diciamo che seguendo questa pista, le possibilità che io commetta un altro errore sono minime".
 
***

Dall'elenco dei probabili assassini di Angela, Noce aveva scartato per un motivo o per l'altro tutti coloro che avevano avuto una relazione con la ragazza. "Ma il giovane portiere, quello Stefano... lui potrebbe essere stato, non crede commissario?", obiettò Elio.
"In teoria sì, perchè è l'unico che veramente ha perso la testa per la ragazza, ma non dobbiamo dimenticare che Angela ha troncato bruscamente con lui rifiutandosi di rispondere a telefonate e sms. Non credo si siano visti più, salvo che alle partite di pallanuoto".
"E Mottola? Ok, lui ha un alibi solidissimo, quella sera era a cena a casa con amici, ma avrebbe potuto ingaggiare qualcuno per uccidere Angela".
"Certo, ma la ragazza non lo avrebbe fatto entrare nella 500".
"Quindi, secondo lei, Angela conosceva il suo assassino...".
"Credo proprio di si".
 
***

Sabato 14 marzo
 
Secondo Noce, i fatti si erano svolti così: la moglie o la compagna di uno degli amanti di Angela si mette in contatto con la ragazza e ottiene da lei un appuntamento. Vuole parlarle, vuole convincerla a lasciare in pace il suo uomo. Forse le promette in cambio una forte somma di denaro. Angela attende la donna in via Catone nella 500, la scelta di un luogo poco frequentato le sarà fatale: dopo essere salita a bordo, la donna tramortisce Angela sbattendole il capo contro il vetro anteriore sinistro e poi la uccide avvelenandola col cianuro.
Il commissario chiese alla scientifica una nuova perizia sulla 500, più approfondita. "Lavorateci sopra anche una settimana, ma portatemi dei risultati".
Se era stata una moglie o una compagna gelosa ad ammazzare Angela Salviati, diventava ancor più indispensabile scoprire l'identità del cinquantenne bruno che il 20 gennaio, poche ore prima che la ragazza fosse uccisa, era stato con lei a cena da McDonald's.
Già, ma come?
Le videocamere a circuito chiuso installate nel McDonald's di viale Augusto nel 2014 non erano mai entrate in funzione per l'opposizione dei sindacati volta a difendere il diritto dei dipendenti di non essere controllati sul posto di lavoro. "Se i sindacalisti invece di perdere tempo pensassero a lavorare come fanno tutti gli altri, questo Paese andrebbe sicuramente meglio", si sfogò Noce con il povero Elio, che per colpa del commissario continuava a totalizzare ore di sonno non soddisfatte. Erano addirittura le 2 quando il ristoratore riuscì finalmente ad abbassare la serranda della trattoria.
"Sa che le dico, commissario? Prima o poi chiudo questa bettola e apro pure io un bel Fast Food. Si guadagnano soldi a palate".
"Ma che sei impazzito?! Io quella robaccia non la mangio".
"Lei no, ma migliaia di persone lo fanno tutti i giorni. E nei fast food si possono anche organizzare feste di compleanno e..."
"Feste di compleanno? Elio, te l'ho mai detto che sei un genio?".
 
***

Domenica 15 marzo - Ore 9

"Si, commissario, la sera del 20 febbraio c'è stata da noi una festa di compleanno".
"E perchè non me l'ha detto l'altra volta che ci siamo sentiti?".
"Perchè non me l'ha chiesto", rispose seccato il direttore del McDonalds di viale Augusto.
"C'era un fotografo alla festa?", chiese con ansia. Noce sperava che qualcuno degli scatti avesse inquadrato per caso Angela Salviati e il suo tuttora ignoto accompagnatore.
"C'è sempre, commissario. La presenza del fotografo è inserita nel "pacchetto" che mettiamo a disposizione dei clienti. Si chiama Angelo Collarino".
"Cosa vuole che me ne freghi del suo nome! Mi dia il suo numero di cellulare, piuttosto".
 
***
 
"Sono a sua completa disposizione, commissario, ma a partire da domani mattina. Io questa domenica non lavoro, è il primo anniversario del mio matrimonio e ho intenzione di dedicare tutta la giornata a mia moglie. Lei è sposato, commissario?".
"Per l'amor di Dio! Senta, Collarino, io ho bisogno di vedere immediatamente quelle foto, quindi non posso aspettare fino a domani. Le propongo, dunque, la seguente alternativa: o mi manda immediatamente il link delle foto oppure l'anniversario di matrimonio lo trascorre a Poggioreale per intralcio alle indagini. Scelga lei".
 
***
 
Collarino, ovviamente, scelse la prima soluzione. Noce importò il wetransfer, erano oltre trecento le foto che il fotografo aveva scattato durante la festa del 20 febbraio al McDonald's. Il commissario aprì la quattordicesima e... "Eccola, è lei!".
Noce ingrandì la foto che inquadrava Angela e il suo accompagnatore. Erano entrambi di lato, l'una di fronte all'altro, e Angela si vedeva benissimo. Aveva in mano un bicchiere di cartone di Coca Cola e sorrideva. Ma al commissario interessava l'uomo, però la sua faccia, impallata da un bambino che stava passando accanto al tavolo, si vedeva soltanto a metà, dall'orecchio alla nuca. "Maledetto moccioso, dovevi passare per forza in quel momento?!", imprecò la iena. Non aveva mai avuto una grande passione per i bambini, figuriamoci allora.
Noce aprì tutte le altre foto che Collarino aveva compresso nel wetransfer... niente da fare. L'unica foto che inquadrava Angela e il suo accompagnatore era inutilizzabile.
Telefonò a Collarino. "Lei è sicuro di avermi mandato tutte le foto di quella festa?"
"Sicurissimo". E mando a quel paese la iena.
Mario Corcione
 
FINE DELLA NONA PUNTATA
(la decima sarà pubblicata martedì 25 luglio)
 
L'OTTAVA PUNTATA

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