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Donne sull'orlo dell'abbandono - Capanna: Più partite per le giovanili

  Pubblicato il 08 Set 2015  18:34
Mai come negli ultimi due anni atlete di valore hanno abbandonato la pallanuoto anzitempo oppure sono andate a giocare all'estero (riportiamo l'elenco elenco di alcune di esse nell'immagine in fondo all'articolo).
E' un campanello d'allarme oppure è nell'ordine naturale delle cose che avvenga ciò? Abbiamo aperto un dibattito. Ecco i contributi:
 
MARCO CAPANNA (allenatore della Città di Cosenza): "Riorganizzazione del settore? Certo che sì, soprattutto dei campionati giovanili. Nel settore maschile i ragazzi arrivano in prima squadra dopo aver disputato centinaia di partite a livello giovanile, nel settore femminile ciò non accade e questo incide negativamente sulla crescita delle atlete e di conseguenza anche sul livello tecnico dei campionati. Faccio un'esempio: l'anno scorso abbiamo fatto il campionato Under 19 ligure soltanto con tre squadre, ben altra cosa sarebbe stata se le formazioni fossero state almeno il doppio. Cosa fare? E' semplice, unire più regioni per ottenere una fase regionale decente. Le spese per le trasferte? Meglio spendere cinquemila euro in più per far giocare un numero sufficiente di partite allle squadre giovanili che per prendere una giocatrice in più per la prima squadra".
 
STEFANO POSTERIVO (allenatore del Lantech Plebiscito): "A causa di tutta una serie di problemi il numero delle atlete in Italia si è assottigliato notevolmente: prima c'era anche la serie C, adesso si fa fatca anche ad organizzare il campionato di B. E' vero quindi, come sostiene Mirarchi, che è necessaria una riorganizzazione del settore. Non sono d'accordo, invece, sulla sua proposta di aumentare il numero delle straniere, che sicuramente porterebbe ad un innalzamento del livello tecnico del nostro massimo campionato. Ma non è questo il problema principale da risolvere: il primo obbiettivo deve essere quello di allargare la base, e lo si può fare lavorando di più e meglio con i settori giovanili. Poi, una volta aumentato il numero delle praticanti, si potrà pensare ad aumentare anche il livello tecnico del massimo campionato".
 
MAURIZIO MIRARCHI (allenatore del Despar Messina): "Quando un'atleta abbandona prematuramente la pallanuoto perchè ha trovato un lavoro è sicuramente un fatto positivo, ma soltanto per lei, non certo per la società nè tantomeno per il settore. Un settore femminile che In Italia si sta impoverendo sempre più dal punto di vista tecnico. Reperire atlete sul mercato è diventato sempre più difficile, anche per la scarsa propensione delle giocatrici a trasferirsi. Non c'è che un rimedio: aumentare, portandolo a due, il numero di straniere per squadra. Ma è indispensabile, a mio avviso, anche una ristrutturazione dell'intero settore: se entrambe le società che dovevano essere ripescate nella massima serie per portare l'A1 femminile a 12 squadre hanno detto no, significa che qualcosa non va".

MARIO SINATRA (allenatore del Bogliasco): "Nessun campanello d'allarme. Tra l'altro non è che abbia lasciato il campionato italiano una valanga di atlete. Anzi, la cosa è da ritenersi positiva: chi smette anzitempo lo fa perchè ha trovato un lavoro a tempo pieno, chi va all'estero lo fa o per motivi di studio oppure quasi sempre per andare a giocare, come nel caso di Bianconi ed Emmolo, in una squadra importante. Il fatto che, rispetto al passato, un maggior numero di giocatori e giocatrici stia andando all'estero vuol dire che c'è una diversa, positiva apertura mentale: significa che i nostri ragazzi stanno prendendo coraggio. In ogni caso il campionato italiano è tuttora il torneo più bello, affascinante e difficile d'Europa".
 
IACOPO BOLOGNA (presidente e allenatore del Prato Waterpolo): "La pallanuoto è uno sport che si fa principalmente per passione. Non sono certo le possibilità di facili guadagni a spingere un ragazzo ad avvicinarsi al nostro sport, soprattutto in campo femminile. E' quindi più che normale che un pallanuotista ancora giovane smetta improvvisamente di giocare se gli viene offerta un'opportunità lavorativa importante per il suo futuro. Ma proprio perchè la pallanuoto è uno sport bello come pochi, può avvenire anche l'esatto contrario: Giulia Bartolini, che si era allontanata dall'attività, quest'anno è tornata a giocare con noi".

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