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Come sarà l'A1 maschile 2017-18? Ecco le previsioni

  Pubblicato il 10 Mag 2117  11:15
A Torino, durante la Final Six scudetto maschile (18-20 giugno), il presidente federale Paolo Barelli incontrerà i rappresentanti delle società per un primo contatto sull'organizzazione del campionato 2017-18. Secondo le previsioni, ecco cosa succederà:
 
1. Non ci sarà, come sempre, alcun rappresentante dell'Associazione Allenatori e dell'Associazione Giocatori (ma questa non è una previsione, è una certezza).
2. Ogni società cercherà di portare acqua al proprio mulino fregandosene degli interessi generali della pallanuoto (anche questa è una certezza).
3. Sarà confermata la formula della Final Six per l'assegnazione dello scudetto.
4. Sarà confermato il numero di 4 stranieri per squadra.
5. Una volta prese le decisioni, tutti cominceranno a lamentarsi, in primis allenatori e giocatori, i quali, come sempre, poi non faranno un tubo affinchè le cose cambino.
 
Rispetto alle riunioni della scorsa stagione ci sarà un argomento importante in più di cui parlare: il numero dei giocatori a referto. Federazione e società devono decidere se mantenere il numero di 13 giocatori oppure se ridurlo a 11 come previsto dalle nuove regole Fina. Chiaramente ci saranno società come la Pro Recco che spingeranno per mantenere i 13 giocatori e altre che, per risparmiare sugli ingaggi, saranno favorevoli alla riduzione. E' probabile, tuttavia, che Federazione e società di questo argomento parleranno in altra sede, ovvero dopo il Congresso Fina di luglio nel quale la federazione mondiale prenderà la sua decisione sul numero dei giocatori da schierare a referto.
Mario Corcione
 
I VOSTRI COMMENTI
 
Corcione, una volta non era un pugno di riso e sono d'accordo con lei. Penso sarà altrettanto d'accordo con me nell'affermare che molte società si sono indebitate oltremisura. Ora si trovano a dover rientrare in carreggiata e i primi a pagare dazio sono i soliti.
roby
 
Condivido in toto le considerazioni di A. Corsaro. A lei stimato Corcione, riguardo al punto 5, chiedo perché "accanirsi" su allenatori e giocatori imputandogli di non essere rivoluzionari quando sono i più inermi di tutto il panorama pallanotistico? Se ne parla spesso, ma ogni volta che cerco di farci un ragionamento sopra, la risposta che mi so dare è: vale la pena fare i sindacalisti (mettendosi in cattiva luce con le società) per un pugno di riso? Allora facciano ciò che amano da sempre finché il tutto è sostenibile, e nel frattempo la testa rimanga fuori dall'acqua ed impegnarsi per un futuro più roseo.
roby
 
RISPONDE MARIO CORCIONE: Una volta non era un pugno di riso. Lo è diventato proprio perchè i giocatori si sono fatti mettere i piedi in testa dalla federazione, che non sa gestire e valorizzare la pallanuoto ma non dà spazio a chi invece potrebbe farlo meglio.
 
Penso che i giovani pallanuotisti dovrebbero conoscere questo mondo prima di firmare un cartellino della FIN e di imbarcarsi in una vita piena di sacrifici (a volte sproporzionati rispetto all'età) e poche soddisfazioni; in balia di società che guardano solo i loro interessi e di una federazione che non sa guardare al futuro ma solo alle piccole cose quotidiane. Ma si!!! risparmiamo sui giocatori così già ora le società puntano sugli stranieri poi sarà anche peggio. ed i giovani torneranno a fare una vita serena e riposata come la stragrande maggioranza dei ragazzi anzichè affannarsi per un posto in squadra che è già stato predestinato ad uno straniero oppure è statao eliminato dal taglio della panchina.
Antonio Corsaro

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