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Nell’ultima occasione ufficiale in cui si erano affrontate c’era in palio il titolo di campione d’Europa. Nell’incontro di apertura dei quarti di finale del torneo olimpico maschile la Spagna, vincitrice a punteggio pieno del girone B, affronta a La Defense Arena la Croazia, qualificatasi come quarta classificata del girone A. iniziano con i fuochi d’artificio le sfide ad eliminazione diretta della rassegna a cinque cerchi confermando, per l’ennesima occasione, che oggi inizia un torneo totalmente diverso rispetto a quanto abbiamo visto fino ad ora. I detentori del titolo iridato s’impongono, con pieno merito, per 10-8 sugli iberici e conquistano il pass per la semifinale dove incontreranno la vincente della sfida tra Italia ed Ungheria in programma questa sera e, per la prima volta dal 2018, escludono gli spagnoli dalle prime quattro di un grande evento: fino ad ora il risultato peggiore era stato proprio la medaglia di legno conquistata a Tokyo. La Croazia vince perché approccia meglio il match sospinta dalla doppietta dell’eterno fuoriclasse Maro Jokovic, conta su un Bijac stratosferico che dimentica gli acciacchi che fin qui lo hanno costretto ad un impiego a scartamento ridotto e sfodera una prova stellare e, soprattutto evidenzia una grande solidità mentale grazie a cui, consapevole del proprio valore, riesce sempre a riallungare il margine di vantaggio non appena gli avversari provano a rientrare. A decidere le sorti del confronto il break di 3-0 che i barakuda siglano nel secondo parziale, le firme sono di Zuvela, Fatovic e Vukicevic, e poi difendono fino alla fine con Perrone e compagni che al massimo riescono a rientrare fino al -1. La Spagna esce dall’acqua con la notevole delusione per il mancato ingresso in zona medaglie ma il risultato negativo non sminuisce l’eccellente lavoro svolto fin qui da David Martin che oggi paga a caro prezzo il brutto approccio dei suoi, costretti sistematicamente ad inseguire, la prova al di sotto degli abituali standard di rendimento di diversi elementi cardine, la poca efficienza al tiro e la brutta percentuale messa a referto nel fondamentale della superiorità numerica, dato “addolcito” dai gol in uomo in più dell’ultima frazione.